di Ilaria Agostini, ricercatrice di tecnica e pianificazione urbanistica, Università di Bologna
Non meravigli. Giunge proprio da una “regione rossa”, di (lontana) luminosa tradizione pianificatoria, una proposta di legge urbanistica dai contenuti pericolosamente regressivi. Formulata in linea con le pratiche urbanistiche contemporanee che hanno abbandonato il dato sociale in favore della finanziarizzazione immobiliare, la proposta attua una svolta deregolativa che rischia di ledere l’autonomia comunale in materia.
Il progetto di legge affida a princìpi di sapore neoliberista – negoziazione, semplificazione, competizione, eccetera. – il raggiungimento degli obbiettivi di “rigenerazione” urbana e di saldo zero nel consumo di suolo. Viene da chiedersi con quale efficacia.
Se il progetto diventerà legge, la riqualificazione della città sarà realizzata tramite “accordi operativi” pubblico-privato in sostituzione dei piani attuativi, con un piano regolatore deprivato dei contenuti dimensionali e localizzativi. Il saldo zero resterà travolto dagli effetti del previsto 3% di “suolo consumabile” e del triennio di interregno, tra varo della legge e sua applicazione, nel quale sono fatti salvi i diritti a costruire su suolo agricolo, acquisiti dai piani previgenti. Il superamento delle diseguaglianze urbane sarà negato da un regime edilizio largamente in deroga al DM 1444/1968, che ebbe il merito di introdurre il sistema egualitario degli standard urbanistici.
In nome del primato pianificatorio (oggi sbiadito) dell’Emilia Romagna, la legge rischia di diventare la testa d’ariete per l’imbarbarimento della legislazione urbanistica peninsulare.
Se ne parla venerdì 3 febbraio (Regione ER, viale Moro 30, Bologna, ore 9,30-17,00) al convegno Fino alla fine del suolo. La nuova disciplina regionale sulla tutela e l’uso del suolo, promosso da L’Altra Emilia Romagna e M5S. Tra i relatori, oltre all’assessore regionale e ai consiglieri dei gruppi assembleari, la geografa Paola Bonora, gli urbanisti Paolo Berdini, Pier Luigi Cervellati e Vezio De Lucia, e il magistrato Giovanni Losavio, consigliere nazionale di Italia Nostra.