Occupazione del Liceo Minghetti a Bologna, lettera di un nonno ai Docenti

di Anonimo /
1 Aprile 2025 /

Condividi su

Non sono uno studente e neppure un papà di uno studente: sono un nonno della generazione del ’68, gli anni “terribili” del secolo scorso; sono stato anch’io studente e poi, in seguito, come Prof. Ordinario ho insegnato per oltre 45 anni a La Sapienza.

Ho letto con attenzione sia la lettera degli studenti indirizzata alla città, sia quella di una studentessa che richiama la pietas di Antigone, a proposito dell’occupazione del liceo Minghetti di Bologna.

So bene che non spetta ai nonni intervenire su tali questioni, ma sono rimasto commosso e al tempo stesso ammirato da tanta maturità e sapienza da parte degli studenti: hanno utilizzato il sapere imparato a scuola per motivare le loro decisioni. Se tale saggezza fosse diffusa nel mondo, e non solo nella scuola, potremmo dire che questo sarebbe certamente migliore, senza guerre, senza odii.

Chiedo al Preside e ai docenti perché non abbiano privilegiato un confronto serrato, uno scambio di opinioni franco e libero, come si addice a un convivio democratico, come la scuola e, soprattutto un Liceo. La risposta è stata sproporzionata e autoritaria: si preannunciano denunce e voti in condotta tali da comportare una bocciatura.

Dopotutto le proteste degli studenti si riferiscono a temi non banali né trascurabili, espressi con foga giovanile -ma anche con angoscia- le stesse che hanno caratterizzato la nostra giovinezza. Si interrogano sulle guerre in corso, su quelle forse imminenti che pesano come un macigno sul nostro presente e sul loro futuro. Sul genocidio perpetrato nell’inerzia dei paesi “democratici” : in fondo le nostre stesse paure.

Mi chiedo: è questo il modo di confrontarsi rispetto a tale maturità manifestata dagli studenti? E proprio in un Liceo classico dove si studia l’antico sapere dei nostri avi? Sarebbe stato fare onore a un Liceo classico nel quale si insegnano proprio le origini della democrazia e l’inutilità della guerra, di qualsiasi guerra.

Come nonno e cittadino italiano spero proprio che gli Insegnanti tutti, a fronte anche di eventuali ingenuità degli studenti, riprendano i loro tradizionali ruoli di educatori senza ricorrere a così punitive e pericolose.

Quali lezioni sennò trarrebbero gli studenti diventati un giorno adulti, da questa che è la più importante esperienza formativa della loro vita?

Grazie;un nonno, non importa chi né di chi.

Articoli correlati