C’è un liceo da salvare. A Bologna quattro istituti a rischio

di Gianfranco Cordisco /
5 Luglio 2023 /

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Un certo numero di professori di Bologna hanno aderito al comitato nazionale Salviamo il Les, creato da oltre 200 docenti per evitare che dal prossimo anno il “liceo Economico-sociale” sia sostituito dal “liceo del Made in Italy”, come prevede un disegno di legge del governo. Questo cambiamento è destinato a produrre i suoi effetti anche sugli istituti Laura Bassi, Albert Sabin, Enrico Mattei e Leonardo da Vinci dove l’indirizzo è presente e rischia di essere cancellato.

Sono diversi i professori di Bologna che hanno aderito al comitato nazionale Salviamo il Les creato da oltre 200 docenti per evitare che dal prossimo anno il “liceo Economico-sociale” sia sostituito dal “liceo del Made in Italy”, come prevede un disegno di legge che a breve il governo presenterà in parlamento.

Questo cambiamento è destinato a produrre i suoi effetti anche sugli istituti della nostra area metropolitana come il Laura Bassi, l’Albert Sabin, l’Enrico Mattei e il Leonardo da Vinci dove l’indirizzo Economico sociale è presente e rischia di essere cancellato per lasciar spazio a un corso radicalmente diverso, focalizzato sulle tecniche di gestione d’impresa.

Il liceo Economico-sociale si distingue per essere l’unico nel quale, oltre alle materie tradizionali, si studiano diritto, economia, antropologia, sociologia, psicologia e metodologia della ricerca. Nessuna di queste discipline è preponderante sulle altre perché il fine del corso è dotare gli studenti di una preparazione approfondita e ampia, utile a comprendere le società umane. In aula si tratta di far dialogare tra loro, in senso figurato, Kant, Marx e Croce con Freud, Keynes e Habermas.

Nato nel 2010 e presente in 500 istituti, il cosiddetto liceo della contemporaneità nei suoi pochi anni di vita ha visto crescere gli studenti che oggi sono il 4% degli iscritti alle scuole superiori, un numero prossimo a quelli del liceo artistico (5%) e classico (6.5%). Questo interesse si spiega sia con l’esigenza dei giovani di comprendere e dare un senso alla vita sociale, sia con le diverse possibilità che si prospettano dopo il diploma: le facoltà giuridiche, economiche e umanistiche sono la naturale prosecuzione degli studi liceali, oltre a quelle sanitarie e scientifiche, mentre il settore terziario è quello che offre maggiori opportunità di lavoro per chi non si iscrive all’università.

Tuttavia, pur avendo arricchito l’offerta didattica e riscosso un tangibile successo, il liceo Economico-sociale vede minacciato il proprio futuro. Suscita sconcerto nei docenti che un patrimonio di studi avanzati e di esperienze didattiche innovative vada disperso o debba in breve tempo essere convertito per altri scopi. Suscita poi scontento che si sia redatto il disegno di legge senza aver in alcun modo coinvolto gli insegnanti, capaci di fornire un contributo utile alla elaborazione di politiche scolastiche. Desta infine preoccupazione che più di 900 cattedre possano essere cancellate.

La richiesta dei professori è che il Liceo economico-sociale non sia soppresso ma potenziato e aggiornato ai continui cambiamenti tecnologici, economici e sociali del nostro tempo. Le iniziative del comitato sono consultabili sulla pagina Facebook Salviamo il Les (qui).

Questo articolo è stato pubblicato su Cantiere Bologna il 5 luglio 2023

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