San Pietro in Casale, cosa fare per evitare gli errori del passato

di Renato Rizz /
21 Marzo 2024 /

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Alcuni mesi fa ci eravamo lasciati su queste pagine con la domanda, San Pietro in Casale: possiamo ancora considerarci comunità? Da quello che è stato lo sviluppo e con l’avvicinarsi delle elezioni, la risposta che si è avuta non sembra del tutto positiva. In queste ultime settimane a livello provinciale si è tanto parlato di Casalecchio o di San Lazzaro di Savena per la loro importanza numerica e strategica ma il dibattito politico non è mai caduto sulla situazione di San Pietro, il Comune che ha rischiato il commissariamento per i problemi finanziari ma che la direzione del PD ha dimenticato, almeno pubblicamente.

Da quando i due schieramenti tradizionali hanno fatto conoscere quali saranno i rispettivi candidati, molti cittadini si stanno chiedendo quale sia il male minore da votare o addirittura se non sia il caso di rinunciare all’importante diritto. Il pensiero di tanti è che manchi una forza politica che rappresenti quei valori che sono sempre stati insiti delle forze progressiste e che almeno il PD almeno quello locale, ha abbandonato ormai da anni. Molti tra i cittadini si chiedono perché qualche rappresentante dell’attuale lista L’Altra San Pietro non provi a presentarsi e se queste continue richieste possono essere anche un attestato del buon lavoro fatto in questi anni dai banchi dell’opposizione, rappresentano anche una responsabilità non da poco.

Le prossime elezioni possono rappresentare per il Comune un momento epocale e come tutti i momenti epocali richiede che ciascuno prenda una decisione, una decisione che però deve essere risultato di un vero dibattimento politico, situazione che in questo territorio è mancata in tutti questi anni e che continua a latitare. Si continua a parlare di liste civiche come se la parola politica fosse impronunciabile ma così non può essere, chi si lancia nell’agone politico, chi si candida, fa politica. Anzi fa la politica vera, quella con cui i nostri padri diedero corso al nostro convivere e specialmente nella nostra regione un convivere giusto ed equo. Sembra invece specialmente all’interno delle forze politiche tradizionali, che non si voglia discutere, qualcuno pensa che quando sarà il momento la ragione del cuore, la contrapposizione ideologica tra i due schieramenti porterà a confermare i vecchi modi di apporre la fatidica croce, dimenticando o facendo finta che niente sia successo. Non può essere così, ci si augura che non sia così perché vorrebbe dire la completa sconfitta di chi ama l’equità e la giustizia o semplicemente il buon amministrare, vorrebbe dire abiurare il lavoro di chi ci ha preceduto, un lavoro che non è l’aver chiuso nei cassetti chissà cos come qualcuno per lavarsene le mani ha affermato.

Non può bastare un video della Pizzoli o la foto del candidato con i rappresentanti della Pro loco per ripulirsi per quanto fatto in questi ultimi anni, non è abbandonando la denominazione “Progetto per San Pietro” (che alla fine è stato più un “progetto per qualcuno di San Pietro”) gettandosi a capofitto in un “Insieme per San Pietro”, per dare vita alla grande novità che tornerà a far convergere le schiere di votanti. L’unica mossa che avrebbe potuto dare un senso sarebbe stata un “mea culpa” e una “tabula rasa” ma purtroppo si è capito bene che ancora certi interessi sono ben vivi. Come diceva qualcuno: se fai politica per il bene della comunità quando perdi o sbagli te ne vai, se fai politica per altro, ritiro non è una parola del tuo dizionario.

Questo per chi ha amministrato fino a ora e dall’altra parte? Se guardiamo a come si è sviluppata la nuova candidatura verrebbe da rispondere: il nulla. Aggrapparsi a un cittadino di cui non si può che apprezzare, almeno per ora, l’impegno e la volontà di fare qualcosa, ma alla fine rappresenta un’autocandidatura, altro non è che il vuoto assoluto dello schieramento di destra e per chi scrive questo è un fatto positivo.

A meno che questo però non sia stato solo un “giochino” per presentare un candidato non riconducibile a tutto ciò che è successo ma così facendo si ammette anche la propria inadeguatezza e si certifica i propri errori, altro fatto che per chi scrive è altamente positivo.

Allora che si fa? È la domanda che tanti hanno fatto, mi hanno fatto.

Se qualcuno non si ritrova nei due schieramenti o per meglio dire nei due candidati non si faccia intimorire e batta un colpo, forse anche se siamo al limite del tempo massimo, una soluzione la si può trovare.

Non c’è però bisogno solo di un cartello elettorale, si un’accozzaglia numerica ma di un gruppo che in qualche modo sappia e tra i cittadini di San Pietro di gente competente sicuramente ce n’è, gestire e amministrare questo Comune che per una decina di anni avrà molti vincoli a cui sottostare ma che allo stesso tempo ha anche delle risorse che possono modificare lo stato delle cose, che possono lenire i problemi che Amministrazione incompetenti hanno creato, ridando vitalità e specialmente ridando correttezza e piacere di viverlo.

NON CHIEDERTI COSA IL TUO PAESE PUÒ FARE PER TE, CHIEDITI COSA PUOI FARE TU PER IL TUO PAESE.

Sì è una frase abusata ma in questo momento è quella che serve perché l’alternativa è solo continuare a lamentarsi in piazza o nei bar.

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