Un dramma annunciato ma non voluto, dove gli esseri più piccoli mangiavano tutto il bilancio di un indifeso Comune fino alla morte.
Cosa fare? beh, semplice un po’ come fecero gli Uccelli di Aristofane con gli Dei, toglierli la mangiatoia, ridurli alle loro case, insomma negarne l’esistenza:
1. eliminare sezioni inutili della scuola materna, regalandole al drago stato.
2. far finta di “ristrutturare” il loro luogo abituale di riunione, la fatidica biblioteca ragazzi chiudendola.
3. tagliare con l’accetta i viveri destinati ai più derelitti negli altri luoghi di aggregazione, la scuola.
4. tagliare anche le loro fosche attività ludiche motorie, che si arrangino dunque per la rinascita dei nostri conti persi per colpa loro!!!
nessuna alternativa potrà salvarci!
lo spettacolo avrà a San Pietro in Casale con repliche già previste fino al 2032…
[da un’idea di Ferruccio Fava]
Sono passati poco più di due mesi da quando sulle “pagine” che questa associazione ci ha messo a disposizione, ci si chiedeva se gli abitanti del Comune di San Pietro in Casale potevano ancora considerarsi comunità. Lunedì in occasione della seduta in cui è stato presentato e approvato dalla maggioranza il Piano Pluriennale di Riequilibrio, la cittadinanza ha dato una dimostrazione che nonostante tutto, nonostante ciò che è stato deciso un pensiero critico, costruttivo a San Pietro esiste e pur dovendo scontrarsi con una realtà politica che amministra probabilmente per gli interessi di qualcuno, non vuole rinchiudersi dentro a se stessa ma è decisa a farsi sentire anche con manifestazioni clamorose come può essere l’occupazione della sala consiliare o chissà quale altra dimostrazione. Molti di noi che viviamo quotidianamente l’agone politico eravamo scettici sulla partecipazione alla manifestazione dei genitori che si erano autoconvocati davanti al Municipio, almeno io devo ricredermi e credo che se San Pietro può avere un futuro, a differenza di quello che dicono certi consiglieri di maggioranza oramai prossimi al saluto, lo si dovrà non a chi ha alzato la mano dagli scranni della sala ma a chi in una delle prime serate fredde di questa stagione, ha scelto di abbandonare il caldo divano e farsi sentire. Qualcuno ha detto che tutto era già deciso, dal punto di vista amministrativo è vero e in certo qual senso è meglio così perché la mancata approvazione del Piano avrebbe provocato il commissariamento, una sorta di dittatura locale, ma politicamente è stato un bel segnale.
Un segnale che di fatto sconfessa senza il bisogno di attendere le prossime elezioni, una classe politica che già nell’assemblea di venerdì si era vista costretta sulla difensiva e che ha avuto anche il coraggio di abiurare le precedenti amministrazioni tacciandole di poca lungimiranza. Se in qualche modo un po’ di welfare esiste ancora lo si deve invece ai nostri amministratori di tanti anni fa, amministratori che avendo vissuto periodi difficili sapevano quali erano i reali bisogni delle persone e a quelli hanno saputo dare una risposta. Non ai bisogni e alle richieste di attività commerciali varie, di immobiliari o di società che creano lavoro sottopagato come i centri logistici.
Ma cosa propone di così grave questo piano di riequilibrio?
A differenza di quanto l’On.le Paola De Micheli scriveva mesi fa, sicuramente il piano non mantiene servizi e i conti in ordine li si vedranno tra dieci anni, se non capitano “disgrazie” che nessuno di noi si augura. Non mantiene i servizi perché viene chiusa (e non riorganizzata) la Biblioteca Ragazzi, unico esempio di un servizio dedicato esclusivamente ai più piccoli e utilizzato non solo dai sanpierini, vengono annullate tutte le erogazioni per le iniziative culturali del territorio e le strutture sportive verranno date in gestione a soggetti privati. In questo il volere degli amministratori sarebbe quello che l’aggiudicazione della futura gara di appalto andasse a una delle società sportive anzi dalle parole del Primo Cittadino sembrerebbe quasi di avere la dirigenza di una di loro già lì pronta dietro la porta, sembrerebbe…
Non manterrà quantitativamente i servizi educativi con la chiusura di due sezioni della scuola d’infanzia e la riduzione di una del nido. Qui poi si apre un’altra nota dolente: la cancellazione di una decina o poco meno posti di lavoro, quei posti di lavoro della Cooperativa Dolce a cui verrà ridotto l’appalto a partire dall’anno scolastico 2024/25 ed è per questo che Vincenzo Ferrara de L’Altra San Pietro nella seduta ha letto il comunicato del Sindacato Generale di Base quale forma di solidarietà alle lavoratrici così duramente colpite.
Cosa dire poi dell’aumento delle rette dei servizi extrascolastici? Non posso trovare altre parole se non vergogna, vergogna nell’ascoltare l’assessore con delega alla scuola Raffaella Raimondi che giudica quasi insignificanti gli aumenti delle rette minime: giudicate voi se passare da 51 euro a 78 può essere considerato insignificante per quelle famiglie che in tutti questi anni hanno pagato la retta minima in quanto percettori di redditi assai bassi e ora dovranno accollarsi un aumento di più del 30%. Vergogna e rabbia, rabbia perché questa manovra verrà pagata ancora una volta dalle fasce deboli.
Grazie assessore, qui voglio ricordare le sue parole in un intervento registrato sui social: “Non taglieremo alcun servizio”, lo ridirebbe?
Noi dell’Altra San Pietro in questi mesi ci siamo spesi per dare informazione e per tentare di sostituirci per quella che è la nostra forza, a questa amministrazione che invece a molte domande non ha risposto e ormai mi viene da dire non risponderà più. Come detto prima, crediamo che ci sia un po’ di speranza di poter iniziare un percorso propositivo che ci porti alle elezioni del prossimo anno, ci crediamo perché il grido di dolore che abbiamo sentito non è rassegnazione, al contrario è volontà di voler far qualcosa per noi ma specialmente per le generazioni future.