Bologna, un venerdì sulla mobilità: gattopardi, sicari e cani da guardia

13 Febbraio 2019 /

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di Piero Cavalcoli [*]
Venerdì 8 febbraio è stata una straordinaria giornata dedicata allo spinoso tema della mobilità metropolitana bolognese, un tema che non è mai riuscito a trovar pace, negli ultimi trent’anni. Nonostante una lunga continuità politica, con l’unica interruzione del mandato di Guazzaloca.
La mattina era dedicata alla presentazione del PUMS, il Piano Urbano di Mobilità Sostenibile. Una forte presenza nella sala dei Filippini, qualificata ed attenta. Uno sforzo, finalmente organico e radicale, per definire il quadro delle reti, dei mezzi di trasporto, degli obiettivi di abbattimento delle polveri e delle emissioni. Prospettive credibili di trasferimento di chilometri e passeggeri dalla gomma al ferro, dai mezzi privati a quelli pubblici. Prospettive per l’aumento degli spostamenti “dolci”, piste ciclabili e car sharing. Visione integrata tra spostamenti, reti e trama degli insediamenti.
Il pomeriggio era invece dedicato alla Commissione Mobilità del Comune, richiesto da Coalizione Civica, a seguito delle dimissioni presentate dall’Amministratore Unico di SRM, Società Reti e Mobilità, l’Agenzia di “regolazione e controllo” sulla corretta applicazione dei contratti di gestione del trasporto pubblico, Helmut Moroder. Si voleva sapere cosa fosse successo, in assenza di dichiarazioni dell’Amministrazione.

Quale rapporto poteva essere immaginato tra l’anelito rivoluzionario della mattina e la evidente mentalità conservatrice che era evidentemente all’origine del “dimissionamento” di Moroder, un tecnico tra i più preparati d’Italia?
Apparentemente nessuno. Tanto è vero che il palco della mattina era molto affollato: Sindaco, Assessore regionale, Assessori comunali e metropolitani, oltre ai necessari consulenti ed esperti, mentre al pomeriggio nessuno dei responsabili politici, né dei responsabili della gestione dei trasporti, ha ritenuto di dover essere presente.
Eppure, nella sala della mattina tutti sentivano aleggiare l’ombra di Banquo, il bravo tecnico costretto alle dimissioni, mentre Macbeth, che introduceva il Piano rivoluzionario, elogiava apertamente l’efficienza dei sicari, i migliori fornitori di servizi che siano in Italia. Così, la doppiezza del copione che sul palco della mattina veniva recitato era più o meno chiaro a tutti, anche perché il bravo tecnico aveva avuto l’occasione di spiegare in modo esauriente, in un’udienza conoscitiva regionale della settimana precedente, le ragioni delle sue dimissioni, peraltro trasmesse in streaming.
Si era così imparato che i servizi urbani gestiti da TPB, l’ATI di gestione dei trasporti pubblici bolognesi, sono da tempo offerti a prezzi fuori mercato, producendo utili che, invece di essere investiti nel miglioramento dei servizi venduti, si preferisce spartire tra i soci. E che, qualora invece si preferisse dedicare gli utili alla rivoluzione annunciata dal PUMS, non si avrebbe alcuna necessità di ulteriori finanziamenti per le spese di gestione dei nuovi mezzi previsti dalla rivoluzione medesima.
La prospettiva, alla scadenza della concessione a TPB, di ricorrere a gara oppure di ottenere, attraverso una proroga, contratti ricondotti a prezzi di mercato, costituisce dunque la vera causa del “dimissionamento” di Moroder, con la conseguenza inevitabile di dover richiedere alle finanze regionali e a quelle nazionali, e dunque a noi tutti, le ulteriori risorse necessarie alla rivoluzione prevista.
Quindi tutti felici al ballo del politicamente corretto, in osanna agli obiettivi ambientalisti, mentre i gattopardi, avvezzi all’inerzia al cambiamento, evitavano di mostrare apertamente la loro contrarietà alla prospettiva di cambiare radicalmente il loro sistema di gestione. Un sistema di costi che evidentemente prevede anche la parcella di sicari muniti di apposita diffida a raccontare la verità.
Intimidazione che peraltro, ha raccontato Moroder, non è la prima, se è vero che già il Direttore Generale del Comune, quando ha saputo che la proroga a TPB avrebbe comportato una contrattazione sui prezzi dei servizi, ha amorevolmente ringhiato all’Amministratore Unico che “forse non era la persona adatta a ricoprire quel ruolo”.
Il futuro del PUMS è servito. Auguri agli utenti del servizio pubblico della mobilità.
[*] Piero Cavalcoli, urbanista, già dirigente di pianificazione territoriale in Regione Emilia Romagna, Provincia di Bologna e Regione Puglia, ha insegnato alla facoltà di architettura di Ferrara, allo IUAV di Venezia e alla facoltà di architettura di Alghero ed è stato consulente per il piano territoriale provinciale di Lecce, di Ascoli Piceno, di Trento, di Foggia, di Cagliari e di Potenza e per il piano regolatore generale di Reggio Emilia.

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