Bologna, Cervellati boccia il sindaco: "I 30 milioni per lo stadio sono un'autentica follia"

6 Settembre 2018 /

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di Rosato Paolo
«Una follia. Mi rifiuto di pagare lo stadio. Anzi, da oggi mi dichiaro evasore». Non usa mezzi termini e lancia una provocazione l’architetto Pier Luigi Cervellati, per 15 anni tra gli anni ’60 e ’80 assessore al Traffico e all’Urbanistica a Palazzo D’Accursio. L’analisi dell’urbanista però sfreccia su un doppio binario: per lui, da una parte c’è un trionfo, dall’altra un autogol. Architetto, cosa ne pensa dell’operazione del Comune? Il sindaco Virginio Merola ha annunciato che Palazzo D’Accursio metterà 30 milioni per il restyling dell’impianto.
Contemporaneamente è naufragato l’outlet ai Prati di Caprara.
«Quest’ultima è una vittoria, mi sembra che il Comune abbia trovato un poco di salvezza, ha dato ascolto alle voci contrarie. «Sono invece contento dello stop all’outlet ai Prati di Caprara» do i Prati e un polmone verde fondamentale della città. Una decisione tardiva che però evita un suicidio, una cementificazione senza senso in un periodo storico in cui urbanisticamente si va in altre direzioni. Ho partecipato alle assemblee pubbliche, sono contento».
Però in parallelo c’è l’impegno sullo stadio. Lei è sempre stato critico sul restyling.
«Assolutamente contano, un intervento inutile. Perché dobbiamo rifarlo? Fu ammodernato nemmeno 30 anni fa. E poi è un esempio di pre-razionalismo, un’opera architettonica importante, perché metterci mano? Piuttosto, con tutti questi soldi visto che si parla di 70 milioni di euro complessivi, si vada a intervenire con uno stadio nuovo, fuori. Parliamo tanto di città metropolitana… e invece insistiamo a murare il nostro centro, rendendo la vita impossibile ai residenti».

La Cgil ha espresso perplessità su quella che secondo loro è una priorità della città. È d’accordo?
«In primis, gli stadi non saranno gli edifici del futuro. Sono già semideserti in Italia, aggiungiamoci che il Bologna attualmente è una squadra fortissima…ho forti perplessità. Poi certo, sono d’accordo sul fatto che non sia una priorità. Mi oppongo a un errore clamoroso, come cittadino mi rifiuto di pagare. Il Comune dovrebbe spendere sulle politiche di mobilità, sul consolidamento delle infrastrutture, sulle politiche di accoglienza, sulla ricezione turistica. Vorrei proprio vedere questo progetto dello stadio».
Perché secondo lei il Comune ha preso questa strada?
«Per me ha influito molto la giusta protesta dei comitati riguardo ai Prati di Caprara. E poi ci sono elezioni l’anno prossimo, altre elezioni dopo. Tutto questo ha inciso. Ripeto, sono curioso di vedere le carte». Pare però che si vada avanti con il supermarket nell’area del Cierrebi. «Spero ci sia uno stop anche lì».
Ci sono altri interventi urbanistici in centro che non condivide?
«La realizzazione di un supermercato al Monte di Pietà in via Indipendenza per me è un insulto. Ma scherziamo, lì di fianco ci sono San Pietro e la Curia, toglierebbe sacralità a tutto contesto. Credo però che anche questa operazione sia a rischio, potrebbe vacillare sempre per motivi elettorali».
Questo articolo è stato pubblicato dal quotidiano Il resto del Carlino il 3 settembre 2018

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