Maratona e salute

di Silvia R. Lolli /
10 Marzo 2025 /

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Gli eventi sportivi tenutisi domenica 2 marzo 2025, a Bologna mi danno la possibilità di continuare a riflettere sul tema, assai sponsorizzato in vista delle Olimpiadi invernali passate (Torino) e future (Milano-Cortina), della sostenibilità ambientale. Come scritto nell’articolo sugli ambienti scolastici più idonei il discorso si deve allargare sempre alla sicurezza e alla prevenzione, come lo sport del resto propaganda.

Un fatto personale: rientro a Bologna il 24 febbraio dopo alcuni giorni passati sulla costa ligure e come è ormai norma, arrivano raffreddore e sinusite. Sarò allergica a Bologna? Forse sì, è già un territorio in cui non mi ci ritrovo più; orgogliosamente presentavo Bologna, oggi meno… Visti gli articoli apparsi su Il Carlino, l’allergia può essere però vera, conseguenza fisica e sanitaria al forte inquinamento che, non sapevo, era presente già da giorni senza ancora i pollini primaverili.

Dai dati pubblicati sul sito del comune di Bologna [https://opendata.comune.bologna.it/explore/embed/dataset/centraline-qualita-aria/custom/?flg=it-it&disjunctive.agente_atm] scopro che lunedì 24, giorno di cammino forzato per molti causa lo sciopero, riuscito, del trasporto pubblico le PM 10 hanno toccato il punteggio 103, il più alto dall’inizio dell’anno (stazione giardini Margherita che dovrebbero avere l’aria un po’ migliore). Stesso picco le ben più insidiose PM 2,5 che raggiungono il punteggio 96. Il 25/2 sono in calo, rispettivamente 96 e 93, il 26/2  73 e 67 e il 27/2  np le PM 10 e crollate (meno male ) le PM 2,5. Lo stesso andamento, pur con valori leggermente minori nelle altre centraline: Porta San Felice e Via Chiarini dove si leggono solo PM 10. L’inquinamento, anche degli altri elementi, può aver inciso sul mio patologico rientro? Del resto, attraversare Bologna a piedi il 24 febbraio è stato certamente un errore, poi pagato; la settimana è proseguita con clima uggioso, aria ferma e non si è certamente purificata.

L’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) nel 2021 ha emesso le nuove linee guida sulla qualità dell’aria per proteggere la salute; stabilisce le indicazioni per: PM 10, PM 2,5, NO2 (Ossidi di azoto), O3 (ozono), SO2 (ossidi di zolfo), CO (monossido di carbonio). L’inquinamento è la causa stimata di 7 milioni di morti premature all’anno (circa 400.000 in Europa). Leggiamo dal sito dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità): https://www.epicentro.iss.it/ambiente/qualita-aria-linee-guida-oms-2021. Con l’elaborazione di  tanti studi epidemiologici e ricerche di istituzioni ed enti internazionali come US EPA (U.S. Environmental Protection Agency), Health Canada, COMEAP (Committee on the Medical Effects of Air Pollutants) l’OMS dà le nuove direttive. Si definiscono così maggiori elementi nocivi da controllare, ma soprattutto si presentano “livelli più bassi di concentrazione per ciascuna sostanza … si determina quindi il minimo aumento rilevante dell’effetto sanitario e si identifica lo starting point per l’AQG per livelli di concentrazioni sul lungo periodo al quale si osserva l’effetto minimo sanitario e si seleziona come AQG il livello più basso trovato per ogni effetto sanitario…” 

Così  devono essere ristabiliti i parametri; per esempio per i particolati: “…In riferimento al PM10 [nella tabella dell’OMS dal 2021 il limite giornaliero è 15 µg/m3] il precedente valore guida annuale OMS raccomandato di 20 µg/m3, è stato superato nel 65% delle stazioni di rilevazione e anche il valore guida giornaliero di 50 µg/m3 è stato superato nel 54% delle stazioni. Per il PM2,5 il valore limite annuale della normativa di 25 µg/m3 è rispettato nella quasi totalità delle stazioni di misura, e valori più elevati si sono registrati in 3 stazioni. Ma è ampiamente superato nell’80% delle stazioni il valore guida annuale della OMS del 2005 di 10 µg/m3”.

Infine il report trovato sul sito dell’ISS riprende quello SNPA n. 17/2020 – Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente nel quale risulta che “nel 2019 il limite normativo annuale per l’NO2 di 40 µg/m3 è ancora superato in molte aree urbane, soprattutto in zone di traffico, ma anche in alcune aree di fondo. Sicuramente il Nord Italia rappresenta l’area a più elevata criticità ma anche altre aree urbane del Centro e Sud evidenziano superamenti”.

E domenica 2 marzo a Bologna ci sono stati eventi sportivi all’aperto, oltre che al chiuso, non tutti di carattere professionistico; comunque lungo strade e parchi tanti podisti e ciclisti tutti i giorni. È lo sport, quello che si è voluto inserire nell’art. 33 Cost., primo articolo sulla scuola. Quella domenica ha fatto cambiare gli spostamenti ai bolognesi, sembra l’unica informazione che interessi.

C’è solo il problema della mobilità, modificata dal mattino fino alle ore 15,30?

Accanto alla mobilità del giorno festivo (dove chi lavora è già penalizzato se usa il trasporto pubblico) ben comunicato dai mass media e dal Comune, perché non si affronta il tema prevenzione salute/sport/ambiente inquinato? Come si fa a correre qui per una maratona? Non saremo ancora ai livelli di Pechino; molti atleti si rifiutarono di gareggiare alle XXIX Olimpiadi nel 2008! Bologna rimane un luogo che oggi sta cercando, è vero, di migliorare la sua qualità dell’aria, la sostenibilità ambientale, ma ancora soffre enormemente e per molti giorni all’anno dell’alto inquinamento, Certo concause sono la particolare situazione geografica e il cambiamento antropico massiccio: passaggio da territorio agricolo a cementificato con intermezzo industriale. È quindi un luogo che non dovrebbe continuare a promuovere attività sportive all’aperto, soprattutto quando sono rivolte ad una popolazione ampia, composta anche di anziani e bambini. I giocatori, professionistici pur se dovrebbero interessarsi, non si sono mai preoccupati neppure dei glisolfati utilizzati sul loro terreno di gioco. Per promuovere lo sport per tutti, che obbliga alla massima tutela, si dovrebbe almeno diffondere una comunicazione adeguata ed avere maggiore consapevolezza: i viali e i portici sono vere e proprie camere a gas in certi giorni e in certi orari. L’ozono d’estate a Bologna è a livelli pericolosi per molte ore al giorno. Quindi quanto e dove le attività sportive oggi aiutano realmente la prevenzione per la salute?

Si tratta della stessa “prevenzione” eliminata dal comma revisionato dell’art. 33 Cost. È stata tolta una parola importante, perché significante una cultura che a scuola c’era già con questi significati. Sarà un caso?

È un altro elemento che aggiungo alla denuncia che continuo a fare per mostrare la contrarietà a questa ipocrita revisione. C’è pressappochismo, se non ignoranza, in chi ha voluto questa revisione che in fondo ha tolto di mezzo una cultura, quella che ho insegnato a scuola e che per esempio alla fine dell’a.s. 85/86 mi ha fatto rimanere in aula, anche se non avevo a disposizione una vera e propria palestra, per evitare contaminazioni dopo il disastro di Chernobyl.

Del resto la cultura, anche in termini di responsabilità, ma soprattutto la prevenzione e l’educazione sono ormai distanti anni luce dall’attualità finanziaria-economica, “markettara”, dello sport anche per tutti.

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