Bologna, due partigiani in Santa Viola

16 Marzo 2020 /

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di Francesco Resca e Claudio Corticelli
 
Mario Ventura, imbianchino, nato nel 1911, abitava con i genitori al 46 di Via Agucchi a Santa Viola, nella prima periferia di Bologna. Già negli anni ’30 svolgeva attività sovversiva comunista, arrestato nel ’38, carcerato per due, dall’8 settembre del ’43 in poi, operò nella Resistenza con la 62° Brigata Camice Rosse Garibaldi, come commissario politico. Partecipò all’età di 34 anni alla Battaglia di Porta Lame, poi allo scontro con le brigate nere alla Bolognina, catturato, torturato in Borgolocchi, passò davanti a casa sua per l’ultima volta, sul camion della milizia fascista, che lo portava ad essere fucilato al Poligono di Tiro il 18 Ottobre 1944. Quando negli anni ’50 i partigiani, gli antifascisti, i lavoratori della zona operaia e di fabbriche di Santa Viola, fondarono la Sezione ANPI, subito la intitolarono a Mario Ventura. Una memoria profusa soprattutto dal partigiano Giorgio Righi, anch’egli di Via Agucchi, che ci ha lasciato 5 anni orsono, che ha trasmesso nelle scuole della zona, nell’aula elementare ricostruita sotto al Centro Sociale, sia l’insegnamento demagogico profuso agli scolari dal ventennio, e le condizioni misere delle classi lavoratrici, sia di conseguenza gli ideali di lotta e resistenza antifascista.
Da questi insegnamenti ideali di Mario e Giorgio, siamo ripartiti intensificando le iniziative di memoria lasciate da questi due partigiani, ma anche ricordando le centinaia di staffette e combattenti che abitavano, operavano, lavoravano e caddero in Santa Viola. Difatti stiamo raccogliendo in un Albo, foto e schede descrittive di questi nostri resistenti, che ci appartengono per la loro identità ideale e territoriale, per creare le condizioni affinché l’Albo possa trasformarsi domani, in libro, in mostra, in video o altro, con l’intento di trasmettere memoria.  Nell’arco dell’anno siamo presenti, in cerimonie e commemorazioni, collaborando con il Centro Sociale Santa Viola, per ricordare battaglie, scontri con i nazifascisti, i fucilati e i caduti nei bombardamenti subiti in questa zona di Bologna, attraverso le sei lapidi collocate nelle nostre vie: Lemonia, Caravaggio, Ponte Romano, Emilia Ponente e due in Agucchi. Non solo queste cerimonie, ma anche i dibattiti, lo spettacolo teatrale sulla battaglia partigiana di Casteldebole al teatrino della vicina Parrocchia, i pranzi di pastasciutta antifascista, ospitati al Centro Sociale, la presenza in dodici bacheche del territorio dove affiggiamo in continuità manifesti del Tesseramento e le iniziative aperte ai cittadini. Tutto questo ci ha portato da 62 iscritti del 2015 a oggi con 155 soci, di cui 5 partigiani e staffette ancora in vita, e 150 tra nuovi e storici antifascisti. Tra essi non solo pensionati, ma insegnanti, operai, impiegati, medici, studenti, casalinghe, sindacaliste, con una media di età tra i 30 e 50 anni. Un grande risultato dovuto alla nostra presenza costante nel tessuto sociale, alla forte collaborazione con lo zoccolo duro delle amiche del Centro Sociale Santa Viola, con l’intesa politica e organizzativa degli attivisti CGIL della Camera del Lavoro di Via del Giglio, in particolare con i compagni tutti della Fiom.
Con le limitazioni dall’epidemia da virus, le cerimonie, le iniziative, il tesseramento ANPI subiranno purtroppo dei rinvii forse ad Aprile, ma sapremo rinnovare le occasioni di incontro e di proselitismo nei mesi futuri, quando si aprirà di nuovo una situazione di normalità, superata la stretta sanitaria, per ricordare le donne e gli uomini della Resistenza, dato che ancora oggi dobbiamo dire “NO al fascismo”, come ricorda la citazione di Bertold Brecht presente nella tessera ANPI del 2020, “il grembo da cui nacque è ancora fecondo”.
Questo articolo è stato pubblicato da ANPI, sezione Mario Ventura

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