di Paolo Pileri
“I carretti blu andavano per la pianura e la pianura profumava d’acciuga” (Nico Orengo, “Il Salto dell’acciuga”). La pianura di cui si parla è la Padania che i sovranisti credono sia loro proprietà. E le acciughe non sono sardine, ma fa lo stesso. Gli acciugai erano gente tosta che arrivava dal mare e faceva anche 40 chilometri al giorno tirandosi dietro carretti e barili pieni di acciughe. Grazie alla loro tenacia oggi abbiamo ricette prelibate come la bagna cauda. Piazza dopo piazza, al grido “ancioe ancioe”, diffondevano profumo e novità. E portavano pure il sale. Poi l’arrivo di quei musi duri dei TIR ha spazzato via acciugai, carretti e profumi.
Ma ora, d’improvviso, ecco che ricompaiono: sono le sardine delle piazze di Bologna, Milano, Taranto. Portano profumo in una Padania che puzza di marcio da un bel po’. La loro tenacia dà speranza agli anti sovranisti e, diciamolo pure, toglie le castagne dal fuoco a quelle forze politiche che da anni sono troppo a corto di idee e parole. Le sardine, come le acciughe, piacciono: un pesce che dà gusto e dura, non va mai a male. Ed è proprio così. L’augurio è che durino tutto il 2020 e oltre perché di cose da fare e da dire ce ne sono un mucchio. Guai a voi se sparite! Anzi, visto che siete così aggreganti e tenaci, occupatevi di ambiente come si deve. Riempite le piazze per parlar di suolo, clima, ecologia, sana agricoltura, cibi biologici, sentieri, ciclabili e di come tutto questo può stare assieme in una bagna cauda di lavoro dignitoso e bello. Aiutateci, ad esempio, ad arginare l’e-commerce che si mangia ettari ed ettari di campagne con i suoi capannoni di logistica e fa chiudere un sacco di piccoli negozi strozzando la socialità dei nostri paesini. Aiutateci a fermare il consumo di suolo. Fateci andare a piedi e in bici nelle nostre città.
C’è bisogno dei vostri guizzi. Visto che avete iniziato dalla bella piazza Maggiore di Bologna, da là potreste ripartire. Se puntate lo sguardo a Sud-Est, verso Varignana vedrete un caso emiliano, emblematico delle contraddizioni politico-ecologiche italiane. Scoprirete che non c’è solo il sovranismo in carne e ossa da fermare, ma ci sono anche le colate di cemento che tanto gli sono parenti. A Varignana si stanno mangiando la collina (sbancheranno altri 68mila metri cubi di suolo fertile) per portarci il CRIF, servizi finanziari, e il suo personale che ora è a circa un chilometro dalla stazione di Bologna ma domani sarà a 30 e senza mezzi pubblici (argh!).
Una mossa “smart” per ampliare un resort di lusso fatto di tappeti erbosi e sassi di plastica da cui sgorgano finte sorgenti. Alla faccia della legge anti-consumo di suolo dell’Emilia-Romagna. Sardine, vi prego, combattete l’ipocrisia di certi legislatori e di chi promette occupazione togliendo la terra da sotto ai piedi al nostro Paese e al futuro. Di chi ci ricatta dicendoci che o così o se ne va in Baviera (che poi, le colline mica le pialli lassù). Quel che ci tocca combattere parla la lingua dell’arroganza e mastica i campi sputando a terra asfalto e spesa pubblica. Non vogliamo regalare ai nostri figli occhiali per la realtà virtuale per ricordare paesaggi collinari che potrebbero invece vedere per davvero.
Vi prego sardine, fate come gli acciugai, da quelle piazze incamminatevi per un Paese che si è culturalmente perso e non sa più cosa sono bellezza, paesaggio e sostenibilità. Non dateci slogan, ma argomenti che durano e non vanno a male: sono la miglior ricetta per evitare tutti i sovranismi e i ricatti, che è meglio che combatterli.
Paolo Pileri è ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano. Il suo ultimo libro è “100 parole per salvare il suolo” (Altreconomia, 2018)
Questo articolo è stato pubblicato da Altreconomia il 1 gennaio 2020