Matera 2019: se la denuncia contro l'autonomia regionale parte dalla città dei sassi e si allarga

8 Giugno 2019 /

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di Michele Fumagallo
Nel giorno del 2 giugno, festa della Repubblica, il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri lancia il suo grido d’allarme contro l’autonomia regionale: “Non possiamo, nel momento in cui celebriamo la nascita della Repubblica Italiana, non segnalare il tentativo di eutanasia dell’Unità del Paese attraverso lo strumento di un sovranismo regionale che calpesta i principi fondanti della nostra Costituzione.
Il 2 giugno di 73 anni fa nasceva la Repubblica come elemento di comunione degli italiani. Si sanciva l’unità solidale del Paese, come celebra l’iscrizione su una targa in bronzo esposta nella Sala della Lupa di Montecitorio”.
Ha proseguito poi il primo cittadino: “Alcide De Gasperi nel parlare della Repubblica invitava a tenere alti i livelli di responsabilità e ad identificarla con il concetto di democrazia. Perché, se nessuno può contestarne la definizione, data da Lincoln, come governo del popolo, dal popolo e per il popolo, nel concreto ci sono spesso pericoli che si manifestano in maniera quasi nascosta. E il pericolo di questi giorni è quello che viene da un regionalismo a geometria variabile, che pretende che i diritti costituzionali (salute, istruzione, cultura) vengano riconosciuti a seconda del gettito fiscale di ogni territorio.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. “Solidarietà politica, economica e sociale – ha rimarcato De Ruggieri – recita l’articolo 2 della Costituzione. Qualcuno vuol rompere questo disegno di unità del Paese sancito dalla nostra Costituzione. E noi abbiamo il dovere di essere sentinelle di fronte a questo pericolo. Ecco perché da Sindaco di Matera, Capitale europea della Cultura, mi sento di invitare tutti i Parlamentari, i Presidenti delle Regioni, delle Province e i Sindaci a contrastare questo disegno, a fare in modo che il sovranismo regionale non passi e a ritrovare il senso di comune appartenenza alla Nazione”. “Celebriamo la Repubblica – ha concluso – ma difendiamola dagli agguati che le vengono tesi”.
È stato un discorso interessante, quello del sindaco di Matera, ma con una debolezza di fondo che ne può rendere inefficace la denuncia o ridurla a mero sfogo.
La debolezza è che quando si attacca un movimento montante come quest’ultimo, della lega e “dintorni”, sull’autonomia regionale, non bisogna limitarsi a evocare “sentinelle” ma alzare la posta di parecchio. Il termine sentinelle è obiettivamente “difensivo” quindi debole. Difesa di cosa, poi? L’ordinamento attuale delle Regioni è già da tempo l’anticamera di una distruzione dell’Unità dello Stato. Se vogliamo essere più precisi e radicali la stessa istituzione delle regioni in Costituzione, in una nazione come l’Italia, e con l’Europa sullo sfondo di cui si discuteva già allora, è stato un errore dei Costituenti. È giunta l’ora invece di essere “offensivi”, “in attacco”.
Come? Se Matera vuole davvero approfittare del ruolo attuale di “Capitale europea della cultura” e lanciare quindi un messaggio congruo, inviti le altre città italiane (e quelle europee, perché no?) a un raduno nella città dei Sassi. Una sorta di inizio di “stati generali dei municipi europei”. Darebbe una lezione a tutti su come si costruisce dal basso l’Europa.
Un appello che metta all’ordine del giorno quindi l’autonomia locale vera, cioè quella dei Comuni. E non quella di Regioni che non sono altro che “piccoli staterelli” moltiplicatori di burocrazie, di spese inutili e di corruzioni.

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