Matera 2019: se l'Europa si allontana. Qualche parola su queste elezioni

1 Giugno 2019 /

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di Michele Fumagallo
Prevedibili ma brutti i risultati di queste elezioni europee del 26 maggio. A Matera e in tutta la regione. Anche per queste elezioni vale ciò che scrissi per quelle regionali: l’analisi del voto non può più essere quella, più o meno razionale, che si faceva nella Prima Repubblica. La decadenza e l’irrazionalità che circola nella società obbliga tutti a darsi altre linee di commento nel campo elettorale. Altrimenti non si capiscono gli improvvisi cambiamenti che non sono espressione di più libertà (non scherziamo: adesso non c’è affatto più libertà che nella Prima Repubblica) ma semplicemente di più sottocultura e forse di più irresponsabilità.
Non è facile naturalmente perché è sempre difficile inventare cose nuove tuttavia bisogna provarci. Esempio: cosa c’entra Salvini con la rinascita del Sud? Niente, assolutamente niente. E non do questo giudizio perché sono di sinistra: penso semplicemente alle cose che non può assolutamente fare il capo leghista, per la sua cultura e formazione, per la sua estraneità a un mezzogiorno dove il radicamento è difficile per qualsiasi organizzazione, figuriamoci per una nata con spirito “autonomista” e “nordista” che non muta in cinque minuti anche se è diventata “nazionale”.
E, allora, come si fa a commentare risultati che si sanno in linea di principio “ballerini”? Certo, c’è il danno che una destra che apre le porte al neofascismo, al razzismo, al machismo può procurare; e bisogna stare molto attenti e lavorare di lena in società, oggi il luogo principe della lotta politica e del futuro (quando lo capiranno i nostri compagni, i “residui” della sinistra che fu di classe?). Resta quindi l’incongruenza come fil rouge delle elezioni in questo periodo, e quindi i commenti che non tengono conto di questo sono destinati ad essere del tutto astratti e fuori dalla storia odierna.
Tuttavia non si può stare muti e “in attesa”, parliamo di una cosa importante della democrazia rappresentativa come le elezioni, guai a considerarle “superflue”, se arriviamo a questo è davvero la fine. E allora va ribadito che i risultati di Matera e della Regione sono deludenti. Intanto c’è una affluenza alle urne scarsa: solo il 43,6% ha votato nella città “europea” dei Sassi. Il che la dice lunga su come viene vissuta questa esperienza di “capitale europea della cultura”. Certo, tra i votanti, soltanto il 22% circa è antieuropeista, questo può anche essere considerato confortante nell’abbondante 41% di “sovranisti” italiani.
Tuttavia il voto è “stanco”, senza passione, senza proposte, senza spirito critico, senza il minimo sforzo di disegnare uno scenario istituzionale e politico europeo. Ha scritto bene Franco Martina, giornalista che arricchisce l’informazione della città col suo “Giornalemio.it”: “Una deriva prevedibilissima in una società in cui non vengono somministrati più da decenni anticorpi critici e stanno decadendo persino i baluardi di base della convivenza civile, dei valori fondanti della Repubblica e della stessa democrazia.
Una società oramai in balia del vento e degli umori. Più che dei valori e dei programmi (La Lega non aveva alcun programma per queste specifiche elezioni). Una società sempre più vittima della “politica ad orecchio” (cit. Angelo Ziccardi) che non le farà fare nessun passo in avanti. Oggettivamente. Indipendentemente dal vincitore di turno.
Perché non esistono alternative serie e valide. Tutti più o meno si somigliano nell’agire quotidiano. Qualche vagito, ma finisce lì. Niente di serio, di strutturato. Tutti miopi vittime dell’orizzonte elettorale successivo. Tutti che improvvisano. Ma una società che deve guardare lontano, su tempi lunghi, deve avere (come prevede la Costituzione) dei partiti veri, strutturati, con valori e programmi che vengono fatti vivere giorno per giorno sui territori. Facendo così cultura politica, confronto permanente, tutto ciò che fa alzare il livello generale, con una selezionano di classi dirigenti adeguate. Ma al momento questo appartiene alla fantapolitica. Nel frattempo prepariamoci a vivere questa fase (che sarà lunga) di chi sale e chi scende a velocità più o meno variabile in base al maturare della delusione a fronte di promesse più o meno roboanti.
Con l’augurio che una buona dose di anticorpi continuino a tutelare questa nostra nazione da un degradare definitivo oltre i confini costituzionali”.
Già, la fantapolitica. Non ci sarebbe nulla da aggiungere al commento di Martina se non il fatto che stiamo parlando di una città dove la parola “Europa” viene declinata tutti i giorni come non accade oggi in nessuna città italiana. E allora? E allora niente. La vita continua, la manifestazione “europea” di Matera continua, lo “scherzo” elettorale dei materani e dei lucani (e degli italiani) continua, la decadenza delle sigle politiche nate dopo il crollo della Prima Repubblica continua. Il futuro invece non continua perché non è mai veramente iniziato se non in alcuni sporadici tentativi. Non ci resta che sperare nella gioventù perduta e tradita di questi anni: giovani europei, di Matera e di qualsiasi altra città del continente, se ci siete battete un colpo! Dipende soltanto da voi questo inizio di storia nuova.
Post Scriptum.: i risultati elettorali delle elezioni europee sono comunque questi. In Basilicata: affluenza al 47,32%, più di due punti in meno dell’altra volta. I 5Stelle restano il primo partito col 29,67%. Secondo Salvini col 23,32%. Terzo il PD col 17,37%. Poi Forza Italia col 9,40%, Fratelli d’Italia con l’8,39%, +Europa con il 3,26, La Sinistra con il 2,67%, Europa Verde con il 2,37%.
A Matera: affluenza al 43,63%, meno due punti e mezzo in rapporto alle altre elezioni europee. Primo partito i 5Stelle col 37,83%, segue il PD con il 16,06%, poi Salvini con il 15,55%, +Europa con il 7,73% (una sorpresa, va detto), Forza Italia con il 7,25%, Fratelli d’Italia con il 6,06%, La Sinistra con il 3,31%, Europa Verde con il 3,23%.
Da segnalare, come avvenimento inaspettato, il ballottaggio che si prepara nella città di Potenza tra il leghista Mario Gualente al 44,73% e il “civatiano” di “Basilicata Possibile” Valerio Tramutoli al 27,41% (il centro sinistra più i 5Stelle sono rimasti al palo). Se perdesse Tramutoli la Lega conquisterebbe il primo capoluogo di Regione. E per il Sud e la povera Basilicata sarebbe un primato di cui liberarsi al più presto. Per “scuorno” (“vergogna”), se non altro.

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