Io ho le mani in pasta, quindi votatemi

15 Maggio 2019 /

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di Dario Vassallo
Caro Babbo Natale, ti scrivo consapevole che non è Natale, ma qui in Italia è come se lo fosse, perché si vota, e quindi, le promesse sono d’obbligo. Tra pochi giorni ci saranno le elezioni europee e si vota in tanti Comuni per eleggere i nuovi sindaci e per eleggere le nuove amministrazioni. Sai meglio di me che il termine “nuovo” nel Bel Paese è un eufemismo.
Ricordi quando da bambini, il giorno di Natale, ti scrivevamo la letterina dei buoni propositi, che poi di nascosto mettevamo sotto il piatto dei nostri papà, aspettando con trepidazione una ricompensa di cinquanta o addirittura di cento lire, da consumare per l’acquisto di leccornie? Ebbene, anche se non è Natale quasi tutti i politici hanno scritto la lettera delle buone intenzioni ai propri elettori, mentre molti degli stessi nel frattempo non hanno neanche più il piatto. In questa lettera, molti di questi politici, non tutti, parlano delle cosiddette promesse elettorali.
Caro elettore, ti chiedo scusa se durante questi 30 anni della mia attività politica ho trascurato il territorio, permettendo colate di cemento, ma sai bene che lo sviluppo passa attraverso la malta. Ho trascurato l’ambiente, non facendo una sana politica di protezione e manutenzione, permettendo lo scempio di posti bellissimi. Non ho costruito le strade che permettono lo sviluppo del territorio, ma ti prometto che le realizzerò.
Certo, non ho parlato di legalità, però ti posso garantire che durante questi decenni ho tessuto una rete di amicizie con sindaci, onorevoli, senatori, presidenti, che mi permette un controllo capillare di tutto e su tutto. È questa la nuova legalità. Un’amministrazione sta in difficoltà, vacilla, io accorro e sistemo tutto. In un paesino manca l’acqua, mi attivo per una pronta riparazione. In un ente non vengono pagati stipendi da mesi e mesi, mi attivo con le mie amicizie e risolvo tutto.
Qualcuno ha bisogno di credito, so dove inviarlo. Conosco la politica e i suoi meccanismi ad occhi chiusi, il popolo ha capito la mia “forza” e mi vota, anzi mi ama. Poi sento qualcuno, qualche fesso, che ancora parla di Legalità. Ancora! Questi ancora non hanno capito cos’è la Legalità, sono rimasti indietro, sono antichi.
Non hanno capito che la legalità cammina di pari passo con lo sviluppo, con il progresso, con la modernità, questi sono rimasti antiquati, noi dopo tanti anni di esperienza possiamo insegnare la legalità. Noi ne abbiamo una visione diversa. Io ho le mani in pasta da anni e so come vanno certe cose, so dove metterle e conosco gli ingranaggi della politica che non sono per tutti, non sono per i don Chisciotte di turno, poi sappiamo che fine fanno. Vengono sparati.
La mia è destrezza, è capacità, ad esempio c’è da approvare una nuova legge, un nuovo emendamento, basta spostare una virgola, un punto e cambia il senso della legge, cambia tutto, ma ci vuole esperienza, ci vuole prontezza e avere buona conoscenza delle cose e degli uomini. Questi fessi ancora parlano di legalità e ancora dopo tanti anni non hanno capito che la gente vuole la “mia politica” e per questo io sono tra i più votati del territorio.
La gente mi ama perché mi conosce, io sono “vicino” a loro, alle loro esigenze, ai loro bisogni, sanno che le mie mani sono capaci, altrimenti se non lo fossero ahimè, mi troverei con i piedi in una colata di cemento. Lo stesso cemento che ha permesso lo sviluppo della nostra terra.
Votatemi, sono io il cambiamento.
Questo articolo è stato pubblicato dal Fatto Quotidiano il 12 maggio 2019

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