Domanda: che cosa recepisce l’accordo fra governo, Regione e Comune di Bologna delle proposte de L’ALTRA Emilia Romagna presentate nel convegno di un anno fa?
Risposta: in attesa che l’accordo sia presentato e illustrato nenie sedi istituzionali, per quel che se ne sa viene ripresa la constatazione che il Passante Nord, nel sue diverse variazioni serpeggianti per la pianura bolognese, non avrebbe sostanzialmente diminuito il traffico che attraversa l’insediamento urbano, creando invece gravi danni all’agricoltura, alla rete idrica de al paesaggio.
Si accetta quindi sostanzialmente la contro-proposta formulata più di quindici anni fa dai Comitati per l’alternativa e dalle associazioni ambientaliste: l’aggiornamento delle previsioni del Piano e l’esperienza dimostrano che è possibile contenere i flussi di traffico nella sede dell’attuale Tangenziale ed entro le aree di proprietà demaniale del Comune di Bologna.
Tale tesi era anche alla base del Convegno sulle Frandi Opere indetto dai gruppi L’ALTRA E-R con i 5 stelle il 27 aprile 2015.
Domanda: quali possibili opzioni dovranno essere esaminate nel nuovo progetto di assetto della ex Tangenziale, ora ribattezzata “Passante di mezzo?
Risposta: come già anticipato nel Convegno di un anno fa si tratta di scegliere fra:
- A. interventi minima “dinamici” verificandone la funzionalità ed eventuali migliorie come una gestione “intelligente” dei flussi attraverso opportuna segnaletica e sistemi di controllo più avanzati.
- B. soluzione massima che prevede l’ampliamento di tutte le carreggiate a tre corsie per senso di marcia più corsia d’emergenza.
- C. soluzioni intermedie fra le precedenti con il passaggio delle carreggiate laterali dal sistema con corsia d’emergenza continua quello a piazzole d’emergenza, anche accessibili dalla viabilità laterale per i mezzi di soccorso, limitazione della velocità a favore della scorrevolezza.
In tutte le tra ipotesi si potrebbe ipotizzare anche la chiusura delle entrate ed uscite su via San Donato, le cui funzioni possono essere ben assolte dai due nodi più prossimi, restituendo alla via San Donato il suo carattere di arteria cittadina e migliorando notevolmente le sue condizioni ambientali.
Domanda: come rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, non solo di San Donnino che paventano una ulteriore concentrazione di inquinanti e disagi dalla scelta del Passante di Mezzo?
Risposta: nel convegno di un anno fa è stata esposta l’ipotesi di un confinamento di tutto il traffico della Tangenziale mediante una copertura leggera fotovoltaica, in grado di autofinanziarsi con la energia rinnovabile prodotta e di aspirare gas e polveri mediante trattamento dell’aria connesso all’impianto antincendio. In corrispondenza di San Donnino, in luogo della protezione esistente si dovrà realizzare un eco-tunnel esteso ben oltre il ponte della San Donato, con copertura a giardino praticabile, come sono in uso in molte realizzazioni nel Nord Europa. La sanificazione delle esalazioni di tutto il traffico in attraversamento è una lotta che deve coinvolgere tutti i cittadini di Bologna e del Bolognese.
Domanda: si parla tanto delle “piccolo opere utili” da progettare per rendere migliore il traffico nel “nodo bolognese”. Non c’è il pericolo che ciò porti ad aumentare l’uso dell’auto e del trasporto su gomma, creando più congestione e deprimendo l’uso dei mezzi pubblici?
Risposta: nel convegno di un anno fa si è affrontato anche tale tema, paventando il proliferare di ipotesi di nuovi ponti sul Reno, che diffonderebbero traffico pesante nei cunei verdi che si sono mantenuti malgrado lo sviluppo sconsiderato di passati decenni. Anzitutto è necessario procedere verso il completamento del Servizio Ferroviario Metropolitano congiungendo i due tronconi in cui esso è diviso nella Stazione Centrale il cui assetto definitivo è in ritardo di un anno rispetto ai tempi fissati dal piano dei lavori. Poi va coinvolta nel SFM la Linea ferroviaria di cintura che permetterà di collegare le zone industriali e l’aeroporto Marconi con la Fiera e FICO. C’è tant’altro che deve essere sintetizzato in un Piano Urbanistico perché si tratta di un sistema molto complesso che non ammette errori, e a bologna e dintorni di errori ne sono già stati commessi troppi!