Bologna: il ruolo dell'università e le politiche industriali regionali

10 Marzo 2016 /

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Università di Bologna
Università di Bologna
di Fabio Fava
L’Emilia Romagna è una delle regioni simbolo in Europa, una delle prime 3 regioni italiane secondo lo European Innovation Scoreboard, leader in Italia per propensione all’export e all’innovazione e a lungo caratterizzata da alti livelli di occupazione e da un’ampia diffusione territoriale dello sviluppo. Gli ultimi anni hanno visto un rallentamento della dinamicità regionale, a causa della lunga crisi – che ha portato quasi a triplicare il tasso di disoccupazione- e delle conseguenze del sisma che ha colpito la nostra regione nel 2012.
In questo contesto, emerge contemporaneamente l’esigenza di una rigenerazione del sistema produttivo legata all’evoluzione dello scenario economico internazionale, ma anche di una nuova espansione della base produttiva, anche per recuperare i livelli occupazionali. Mai come ora l’Emilia Romagna deve quindi investire in nuova crescita e nell’innovazione, operando in particolare per (i) rafforzare la competitività internazionale delle sue produzioni attraverso una rinnovata capacità di innovazione tecnologica e organizzativa e nuove competenze qualificate; (ii) sviluppare nuovi mercati, essere più attrattiva e alimentare una nuova domanda interna qualificata, ossia evolvere il suo modello socioeconomico verso l’economia della conoscenza, la società del digitale e lo sviluppo sostenibile.

Il territorio dispone di un ecosistema dell’innovazione dinamico, con protagonisti di primo livello sia nel settore pubblico sia in quello privato. E’ una Regione attenta all’investimento in educazione e formazione, nello sviluppo di conoscenza e nell’innovazione, una Regione dove la spesa pubblica in ricerca ha mediamente un buon moltiplicatore privato.
Ci sono quindi le condizioni essenziali per la ripresa territoriale necessaria ed auspicata, un landscape dove l’Università di Bologna, quale grande università italiana a timbro fortemente interdisciplinare ed internazionale, ha un compito importante e intende assumerne pienamente la responsabilità.
Il ruolo dell’Università non è infatti solo quello di creare conoscenza, ma di portare questa conoscenza a valore, a beneficio della società e della competitività del territorio.
L’Università forma studenti e ricercatori. Nel contesto delle politiche industriali, sono gli studenti e i ricercatori di oggi che saranno i tecnici, i manager e gli imprenditori di domani. E’ quindi essenziale non solo fornire le conoscenze e le abilità tecniche necessarie, e arricchire tale background con tirocini e esperienze sul campo, ma anche “allenare” l’attitudine all’interdisciplinarietà necessaria a creare innovazione, nonché la propensione all’imprenditorialità.
L’Ateneo concorre alla formazione dei migliori laureati sul fronte della ricerca industriale e dell’innovazione grazie in particolare ai suoi programmi di dottorato, in grado di ospitare posizioni di dottorato industriale e percorsi specifici concordati con le aziende del territorio.
Un ulteriore asset indispensabile per le professionalità che l’Università di Bologna vuole fare crescere è l’abilità a muoversi in contesti internazionali. E’ questo l’obiettivo alla base dell’aumento dell’offerta formativa in lingua inglese e dell’internazionalizzazione di sempre, sia nei corsi magistrali che in quelli di dottorato. A ciò si affianca l’impegno continuo ad aumentare le esperienze internazionali che studenti, dottorandi e ricercatori possono fare: le numerose opportunità Erasmus pre- e post- laurea magistrale, il programma Overseas, lo sviluppo di progetti internazionali, i numerosi accordi di mobilità con istituzioni di molti paesi del mondo.
Per facilitare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro è infine stato messo a punto un servizio di job placement dedicato, che vede numerose relazioni già allacciate con le imprese del territorio.
Oltre alla fondamentale funzione di formazione delle professionalità, e in sinergia con essa, l’Università ha il compito di contribuire al rafforzamento della capacità innovativa delle imprese, favorendo meccanismi di interazione con le imprese che possano essere virtuosi e di mutuo beneficio, e interagendo con tutti gli attori dell’ecosistema regionale per contribuire a definire le politiche di sviluppo della regione.
In questo ambito, insieme agli altri attori della ricerca pubblica regionale, l’Università di Bologna concorre a definire e implementare le priorità del Piano Operativo Regionale – Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (POR FESR), che ha visto recentemente l’assegnazione di € 35 Milioni a favore della ricerca e dell’innovazione nel sistema agroalimentare, dell’edilizia e delle costruzioni, della meccatronica e motoristica, delle industrie della salute e del benessere e delle industrie culturali e creative. L’Ateneo di Bologna sta contribuendo anche alla definizione delle priorità dei programmi regionali per le infrastrutture di ricerca e innovazione, che vedrà azioni specifiche su tre grandi pilastri: supercalcolo e big data; materiali avanzati e sistemi produttivi innovativi; genomica, medicina rigenerativa e biobanche. Inoltre, è attiva sulle politiche per la formazione (attuate tramite il Fondo Sociale Europeo – FSE), lo Sviluppo Rurale (PSR) e il Piano Regionale per l’Energia. L’Ateneo si confronta inoltre sulla definizione delle politiche industriali e dell’innovazione regionali cooperando direttamente con le principali associazioni di categoria, tra cui Confindustria Emilia Romagna, Unindustria, CNA, ecc.
L’Alma Mater concorre all’implementazione di dette priorità e policy di innovazione industriale regionale attraverso la realizzazione di progetti di ricerca e innovazione con le aziende del territorio attraverso i suo Centri Interdipartimentali per la Ricerca Industriale (CIRI) e suoi Dipartimenti (per un turnover medio annuale di oltre € 20 Milioni).
Anche la ricerca collaborativa è uno strumento per rafforzare la sinergia con le imprese del territorio e contribuire alle politiche industriali regionali. Oltre alla partecipazione ai programmi regionali POR-FESR, l’Università di Bologna è molto attiva nell’ambito dei programmi nazionali (es. “Cluster” e “Smart Cities”) e nei programmi e iniziative europee (7° Programma Quadro e Horizon2020, EIT, ecc.), programmi di finanziamento e networking che possono aprire nuove opportunità di innovazione per le imprese regionali.
L’Alma Mater sta avviando anche la sperimentazione di alcune forme più strutturate di collaborazione con aziende, come quella dell’accordo quadro che prevede un coordinamento continuativo sulle opportunità di collaborazione in ottica di open innovation, oppure la costituzione di Laboratori Congiunti, dove i ricercatori dell’università e dell’impresa possono lavorare fianco a fianco e investire su infrastrutture comuni. I primi esempi di questa nuova esperienza stanno portando i propri frutti e tra le imprese con cui si sono avviati gli accordi, numerose sono quelle che godono dell’ulteriore vantaggio della prossimità territoriale.
A supporto di tutte queste collaborazioni, l’Università di Bologna gioca un ruolo attivo nella promozione della protezione e sfruttamento dei risultati della ricerca, interagendo con le imprese per il deposito e lo sfruttamento di titoli di proprietà intellettuale e favorendo la nuova imprenditorialità attraverso la partecipazione a diverse iniziative, quali ad esempio business plan competition, incubatori (“Almacube” e “Cesena Lab”), e acceleratori (“UniboLaunchpad”).
Sono infine in programma diverse azioni dirette a valorizzare le fitta rete di contatti internazionali dell’ateneo per la creazione di rapporti di cooperazione con aziende di importanti paesi esteri (Cina, India, Giappone, America Latina, USA, Africa, il Mediterraneo, ecc.), azioni che possono coinvolgere le aziende della regione o comunque prevedere ricadute sul tessuto industriale regionale.
Molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare per rafforzare l’interazione con le imprese in un contesto sempre più complesso, veloce, internazionale come quello attuale. La relazione con le imprese e la creazione di nuova impresa sono tra le priorità della nuova governance, con molti progetti in cantiere e alcuni già in fase di avvio. Per sfruttare appieno l’enorme risorsa di conoscenza e creatività che l’università rappresenta e contribuire alla crescita della nostra Regione.
Questo articolo è stato pubblicato su Inchiesta online il 9 marzo 2016

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