di Sergio Caserta
Qualche dato per comprendere di cosa stiamo parlando lo fornisce l’AISCAT l’associazione delle società di gestione delle autostrade italiane, sono i dati di traffico sulla rete bolognese, pubblicati nel suo bollettino ufficiale, quindi non dal comitato contro il passante nord, in tre anni diversi.
Come si evince i dati del primo trimestre del 2015, ancorché in lievissima ripresa sull’anno precedente sono di gran lunga inferiori sia di quelli del 2006 antecedente la crisi, incredibilmente ancor di più del 2010 anno di piena crisi economica. Da questi semplici elementi, noti a tutti, nasce la considerazione, più che fondata, che il progetto di Passante Nord (su cui abbiamo pubblicato anche una graphic novel esplicativa) se mai avesse avuto ragion d’essere in una dinamica socio economica del tutto diversa vent’anni e più or sono, non ce l’ha per nulla oggi che ci misuriamo con enormi problemi di crisi ed esigenze ambientali e di risparmio energetico di carattere epocale.
La graphic novel del Passante Nord
Si sa che di tutto questo il PD in Emilia Romagna, come a Bologna ed in Italia non vuol sentir parlare, perchè la loro forma mentis è come quella del noto Ministro egiziano che sentenziò “governare è asfaltare” affermazione forse inventata ma del tutto confacente al caso. Avantieri, sul Corriere di Bologna è uscito l’ennesimo articolo sul Passante Autostradale Nord e sull’alternativa per la quale si battono da anni i Comitati di cittadini.
Si tratta di usare in modo più intelligente ed efficace il corridoio della Tangenziale che, se lievemente allargata negli spazi pubblici laterali è in grado di sopportare le quantità di traffico prevedibili che l’ipotesi originaria del Passante sovrastimava. Rimane il dubbio della sostenibilità ambientale del traffico che attraverserebbe il tessuto urbano, ma mediante strutture chiamate “eco tunnel” rumore, esalazioni e polveri possono essere contenuti ed addirittura ridotti rispetto alla situazione attuale.
I gruppi consiliari de L’ALTRA E-R e del Movimento 5 Stelle, fin dal convegno sulla “grandi opere della Regione, il 27 aprile 2015 hanno presentato, una proposta pratica di confinamento della Tangenziale mediante una copertura leggera di pannelli trasparenti e di pannelli fonoassorbenti e fotovoltaici, dotata di impianto antincendio e di sistemi meccanizzati di lavaggio e aspirazione delle polveri e dei gas.
La previsione di una produzione di energia elettrica consente di assorbire gran parte dei costi della copertura e risponde alla esigenza di disporre di fornitura da fonti rinnovabili, a diretto contatto con i principali punti di consumo: le attività produttive, distributive e le abitazioni di Bologna che nei momenti di picco, come nelle giornate estive in cui i condizionamenti e le refrigerazioni vanno “a palla”, mettono in crisi la rete.
Oltre ad evitare lo spreco di terra fertile minacciato dalla soluzione del Passante in pianura, la copertura, uno dei più potenti e vasti impianti fotovoltaici d’Europa, permetterebbe di risparmiare la proliferazione di impianti nella campagna. Ci sono poi dei punti della Tangenziale in cui, per la vicinanza delle abitazioni e per l’opportunità dei collegamenti si dovranno inserire un vero “ecotunnel” con copertura praticabile, a giardino pensile, dolcemente raccordata con le aree verdi circostanti, come quelli che vengono realizzati in molte situazioni europee, ad esempio nei Paesi Bassi. Una situazione tipica è quella di San Donnino, in cui la copertura a giardino potrà rimpiazzare quella già esistente traslucida.
Per la Tangenziale si prospettano diverse trasformazioni quali l’ampliamento a tre corsie più emergenza sia per l’autostrada che per le carreggiate aperte laterali, la creazione di piazzole di emergenza con recupero dalle strade laterali o ciò che suggeriscono alcuni tecnici aggiornati: una segnaletica a “teleguida” dei singoli veicoli mediante riconoscimento di codici sul biglietto o la “vignette”.
Certo che sarà necessaria una progettazione dei percorsi alternativi, in caso di grande affluenza o di incidenti, mediante un apposito servizio di Polizia Metropolitana e un sistema di parcheggi attestati sul Servizio Ferroviario Metropolitano e la rete del trasporto pubblico. Il che costituisce una delle componenti innovative della “smart-city”.
L’effetto di questa struttura sul paesaggio urbano? Nell’ipotesi presentata su “il manifesto Bologna” si suggeriscono due alternative: gli archi portanti o la tensostruttura. Per ambedue, con le capacità produttive dell’Emilia Romagna nel campo della progettazione ed esecuzione di carpenterie si può contare su un effetto d’insieme, non gravemente impattante, mitigato anche da nuove fasce boscate laterali.
Il tutto realizzabile con minime intereferenze, per lo più legate alla sicurezza,mentre il traffico sulla tangenziale può scorrere normalmente per la quasi totalità dei lavori.
Alcuni sostenitori del Passante Nord nella pianura lo privilegiano ritenendo che tale soluzione generi più posti di lavoro edile, trascurando che le imprese locali del settore stradale, sono praticamente scomparse ( vedi CESI e COOP COSTRUZIONI) e che le gare, se libere, sono appannaggio di imprese straniere. Diversamente la realizzazione delle strutture metalliche ad ausilio dell’ampliamento della tangenziale e la realizzazione della copertura fotovoltaica, richiederebbero lavori di carpenteria, di elettromeccanica ed informatica che nel nostro territorio costituiscono vere eccellenze, sviluppando in loco nuova occupazione, sia in fade di realizzazione che di gestione.
Chissà se la stampa cittadina riuscirà a riportare la verità dei fatti.