Cna Bologna: 101 licenziamenti, la crisi la pagano i lavoratori

11 Novembre 2015 /

Condividi su

Cna Bologna
Cna Bologna
di Stefania Pisani (Filcams Cgil Bologna), Luca Soddu (Agenquadri Cgil Emilia Romagna), Katia Alvisi (Apf, Associazione provinciale funzionari) e Alessandro Grosso (Fisascat Cisl Bologna)
Nelle ore che precedono l’apertura dell’evento di punta di Cna Bologna, il Cioccoshow, gli oltre 500 dipendenti di Cna Bologna vivono ore di estrema preoccupazione a seguito dell’apertura della procedura di licenziamento collettivo che coinvolge direttamente 80 dipendenti ai quali andranno a sommarsi altri 21 contratti a termine.
La comunicazione, anticipata alle organizzazioni sindacali nell’incontro dell’8 settembre 2015, vede la formalizzazione il 15 ottobre 2015 con apertura ufficiale della procedura di mobilità collettiva. I lavoratori che dal 2013, con grandissimo senso di responsabilità, hanno contribuito al risanamento della struttura facendosi economicamente carico dei problemi dell’azienda sospendendo fino al 31 dicembre 2015 parte della contrattazione aziendale, considerano allarmante la decisione della presidenza di affrontare una evidente crisi di fatturato tagliando un quinto delle risorse umane che da decenni operano nel sistema.
Cna è nata per dar voce a quanti nell’immediato dopoguerra hanno deciso di essere artigiani dopo essere stati discriminati nelle fabbriche bolognesi, perdendone il lavoro, solo per aver espresso le proprie idee. Cna è nata e cresciuta rifiutando le pratiche unilaterali e facendo del confronto e della collaborazione il suo punto di forza.

I lavoratori, che ne sono il cuore pulsante, oggi sono ancora più conviti che i valori e i tratti distintivi di Cna debbano essere al centro della ripresa e pertanto rigettano con forza una riorganizzazione che parte dal presupposto che il personale è solo un centro di costo negandone la componente valoriale professionale che, invece, è quotidianamente riconosciuta nel confronto con gli artigiani.
Ecco perché si considera la decisione della presidenza di operare 101 licenziamenti alla stregua di chi decide di segare il ramo sul quale è seduto. A condizioni date, si sta faticando ad offrire i servizi alle aziende associate, come si può ragionevolmente pensare di farlo con un quinto di lavoratori in meno? La crisi economica del settore, che i lavoratori e le loro rappresentanze non hanno mai negato come dimostra l’accordo siglato a novembre 2013, non è la sola ragione della crisi del sistema Cna.
Si deve aggiungere, a nostro parere, che in questi due anni di sacrifici economici dei lavoratori, la dirigenza non si è dimostrata in grado di adattare la propria organizzazione ai cambiamenti intevenuti nel settore. Nessuna risposta in due anni ai lavoratori, se non la sottovalutazione dei problemi che dai territori arrivavano quotidianamente.
Le trattative, che vede tempi stringenti, stanno subendo rallentamenti inaccettabili, con continui tentativi di scaricare sul solo costo del lavoro responsabilità che vanno ricercate altrove, con riduzioni dell’organico che mettono seramente in forse la possibilità di garantire un servizio degno della storia e del futuro della piccola e media impresa artigiana. E quindi la stessa sopravvivenza di Cna Bologna.
Dalla crisi non si emerge con atti unilaterali ma condividendo un piano di rilancio del sistema per il quale i lavoratori è da anni che stanno dando un grosso contributo e che non può essere oggi affrontato con 101 licenziamenti.
Riferimenti:

  • Filcams Cgil Bologna: Stefania Pisani 3497067020
  • Agenquadri Cgil Emilia Romagna: Luca Soddu 3396580271
  • APF, Associazione provinciale funzionari: Katia Alvisi 3204229110
  • Fisascat Cisl Bologna: Alessandro Grosso 3402460420

Aiutaci a diffondere il giornalismo libero e indipendente.

Articoli correlati