di Davide Tenconi
Donne, combattenti, lontane dalle dinamiche dei partiti tradizionali e da sempre vicine alla cittadinanza. Diverse nei percorsi personali e professionali ed ora simbolo della vittoria di Podemos nelle due città più importanti di Spagna. Ada Colau e Manuela Carmena sono i volti sorridenti delle amministrative 2015, le elezioni che hanno portato l’estrema sinistra e i movimenti popolari sulle poltrone più rappresentative: la prima ha trionfato a Barcellona, la seconda non ha vinto a Madrid ma in alleanza con il Psoe sembra destinata a governare la capitale spagnola.
Ada Colau, una vita in piazza per la paladina degli sfrattati
Ada Colau (Barcellona, 1974) ha sempre vissuto la piazza, la protesta, le manifestazioni. Nata nel quartiere del El Guinardò, nella parte Nord della città, ha percorso la sua traiettoria universitaria nella facoltà di Filosofia dell’Università Statale, con un piccolo periodo a Milano durante l’Erasmus. Con striscioni e megafono è scesa per le strade per gridare contro la Guerra del Golfo degli anni ’90, di fronte ai consolati di Francia e Svizzera nel 2003 per manifestare la sua indignazione per le scelte del G8. Ha partecipato attivamente alla piattaforma Aturem la guerra contro le politiche di George W. Bush post 11 settembre e le sue campagne militari in Afghanistan e Iraq.
Pacifista ma combattente – socialmente parlando – contro gli sfratti delle famiglie durante la crisi economica spagnola. Dapprima con il movimento V de Vivienda, poi come una delle fondatrici nel 2009 della Plataforma de Afectados por la Hipoteca, il movimento sociale che rese il suo volto uno dei più noti nel paese per le problematiche riguardanti la casa.
Durante la sua vita di attivista anche qualche minuto di notorietà televisiva attraverso la partecipazione in una seria comica “Dos+Una” andata in onda nel 2001 sul canale Antena3. Nel febbraio di due anni fa fu incaricata di presentare al Congresso un progetto di legge popolare, appoggiata dalle firme di quasi 1,5 milioni di cittadini, per la dilazione dei pagamenti delle rate dei mutui. Legge di iniziativa popolare che il governo di Mariano Rajoy e la sua maggioranza rigettarono con durezza in Parlamento. Nel 2012 pubblicò un libro, “Vidas Hipotecadas”, scritto a due mani con l’economista e compagno di vita Adrià Alemany.
Un anno fa la Colau fu a capo della creazione di Guanyem Barcelona, una piattaforma civile creata con l’obiettivo di identificare un candidato sindaco per la città catalana. I temi sui quali scommettere erano chiari: una politica trasparente, democratica, lontana dalla corruzione. Appassionata della letteratura e dei noir, madre di un bimbo di quattro anni, dovrà abbandonare i romanzi per dedicarsi ai progetti di riforma comunali.
Manuela Carmena, giurista emerita in lotta per i diritti umani
Manuela Carmena (Madrid, 1944) non crede nei partiti tradizionali e nei suoi leader. Laureata in Giurisprudenza nel 1965 a Madrid, fu la difensora dei detenuti durante la dittatura franchista e cofondatrice dello studio di avvocati dove si produsse la “matanza de Atocha” del 1977, un terribile attentato terroristico di estrema destra che segnò la morte di cinque suoi colleghi.
Entrò nel Partito Comunista nel 1965, ma abbandonò presto le sue fila per dedicarsi esclusivamente alla legge. Vinse il premio nazionale per i Diritti Umani, fu la promotrice di una proposta di Izquierda Unida per la riforma del sistema penitenziario e la rappresentante spagnola di un gruppo di lavoro delle Nazioni Unite inerente le principali tematiche riguardanti i sistemi di vigilanza penitenziaria. Visse un’epoca sotto scorta dopo la minacce dell’ETA durante gli anni ’80, quelli più duri della lotta armata dei terroristi baschi.
Giudice emerito del Tribunale Supremo, in pensione dal 2010, ha scritto due libri (Crónica de un desorden: Notas para reinventar la Justicia e Por qué las cosas pueden ser diferentes: Reflexiones de una jueza) ed è membro del Patronato de la Fundación Alternativas, un think tank al quale partecipano anche gli ex premier socialisti Felipe González e José Luis Zapatero.
La pensione dura però poco. Grazie alla fondazione di una cooperativa sociale “Yayos Emprendedores”, la Carmena inizia a dedicarsi alla commercializzazione di oggetti realizzati dai prigionieri, destinando tutti i benefici per pagare a loro una parte dello stipendio o per la creazione di nuovi progetti sociali. A 71 anni sarà il nuovo sindaco di Madrid, mettendo fine a vent’anni di governo del Partito Popolare in città.
Questo articolo è stato pubblicato sul FattoQuotidiano.it il 25 maggio 2015