del coordinamento de L’Altra Faenza
Era cominciata a febbraio con un appello “a chi non si rassegna”, sottoscritto da alcuni militanti della sinistra e dell’associazionismo, per sollecitare – come nell’esperienza de “L’Altra Europa con Tsipras” – la possibile aggregazione delle varie espressioni delle sinistre, ma soprattutto per coinvolgere tante persone che, pur non trovando una rappresentanza nell’attuale panorama politico, nazionale e locale, sono impegnate nei movimenti, nelle associazioni, nel volontariato.
Nell’appello si sosteneva che, proprio rispetto alla crisi e alla deriva autoritaria e conservatrice del Governo Renzi e del PD, “nella società, emergono spinte positive che rivendicano un’altra strada possibile: le lotte per i diritti nel lavoro; per la difesa dei diritti sociali, contro la modifica della Costituzione; per la difesa dell’ambiente e dei beni comuni; per i servizi sociali, contro le privatizzazioni; per una nuova solidarietà e partecipazione sociale”. Affermando che: “anche questa è politica, anzi è buona politica, che rischia di non essere rappresentata nelle sedi istituzionali”. E concludeva: “Non basta dirsi indignati e insoddisfatti, serve un nuovo protagonismo per costruire una alternativa”.
Qualcosa si è messo in moto e in diverse assemblee pubbliche sono state raccolti consensi e adesioni, non solo da parte di forze organizzate (Sel, Prc, Pdc, Sinistra per Faenza), ma anche da tanti/e militanti senza partito (o che non s riconoscono più in quello che è stato il loro partito). L’ipotesi, su cui ci si è confrontati, non è stata quella di costruire semplicemente un comitato elettorale per eleggere qualche consigliere (come purtroppo sono ormai diventate le liste e le forze politiche che si presentano alle elezioni), ma piuttosto costruire una squadra e una comunità plurale (di militanti sociali, politici) che, su punti programmatici condivisi, si batta nella società, ancor prima che nelle istituzioni, per un’altra idea di città, comunque anche oltre la scadenza elettorale.
In vista delle elezioni amministrative del 31 maggio, si è quindi arrivati alla presentazione della lista L’Altra Faenza. Una lista autonoma rispetto ad altre di “centrosinistra”, in particolare per le scelte strategiche che il Pd di Renzi sta praticando a livello nazionale e anche per quelle locali, aggravate dalla deriva moderata esplicitata dal sostegno di liste di centro destra alla candidatura del sindaco uscente Malpezzi.
L’Altra Faenza intende rappresentare i valori, le speranze, le rivendicazioni della sinistra sociale e politica e si rivolge non solo alle aree più vicine, ma anche ai militanti ed elettori delusi del centro sinistra e alla grande area dell’astensione. L’obiettivo non è fare testimonianza, ma far pesare idee, valori e aspettative è propri della sinistra. Non escludendo tutte le possibili convergenze con altre forze e posizioni progressiste, soprattutto a livello sociale, oltre che politico istituzionale.
Per questo intendiamo costruire una aggregazione e una comunità fatta non solo dai candidate/i e dagli attuali sostenitori, ma che possa allargarsi ad altri (militanti politici, sociali, dell’associazionismo, del volontariato, ecc.) e che metta in rete conoscenze e competenze necessarie all’avanzamento del progetto e alla complessiva attività istituzionale, oltre la scadenza elettorale.
Un impegno quindi, che parte dal locale, ma che non è solo localista in quanto ha ben presenti i contesti nazionale, europeo e globale dei quali siamo parte. La formalizzazione di questa comunità potrebbe avvenire attraverso la costituzione di una Associazione – ad esempio denominata L’Altra Faenza – rispetto alla quale (in attesa di definire statuto e regolamenti) si stanno raccogliendo le preadesioni (che naturalmente non escludono iscrizioni ad altre formazioni). La comunità e la costituenda associazione dovranno darsi fin da subito un coordinamento rappresentativo di tutte le sensibilità, che decida in trasparenza anche con modalità innovative per coinvolgere la platea più ampia di aderenti e simpatizzanti.
Tutti questi punti fanno parte di una “dichiarazione di intenti” che i promotori, i candidati, i sostenitori de L’altra Faenza hanno sottoscritto. Un modo per fare tesoro delle migliori esperienze unitarie della sinistra e per superare pericoli ed errori già commessi in passato.