Gli organi di informazione hanno dato ampio risalto alla soddisfazione degli amministratori nostrani, appena rientrati da Roma dopo un incontro col Governo che, secondo loro, segna il definitivo via libera al Passante Nord. Preoccupati, in duecento, a Funo di Argelato, hanno riempito la sala in cui il Comitato per l’alternativa al Passante Nord ha fatto il punto sulla situazione.
Il presidente Gianni Galli ha messo in luce come gli amministratori comunali, provinciali e regionali che hanno incontrato il ministro Lupi non abbiano portato a casa nessuna delle condizioni che undici anni fa erano indissolubilmente legate alla ideazione del Passante quali, ad esempio, la soluzione dei problemi della viabilità bolognese, la banalizzazione dell’attuale percorso autostradale che attraversa la città con percorribilità senza pedaggio, l’apertura di un casello autostradale a Interporto.
Il Passante che si vorrebbe realizzare è un’ulteriore autostrada a due corsie, a proposito della quale la Società Autostrade ha già espresso le proprie perplessità. Lo stesso ministro Lupi ha dichiarato che, se non si arriva all’accordo, i soldi per il passante possono essere destinati ad abbassare le tariffe autostradali che hanno raggiunto livelli astronomici.
Galli ha sottolineato come questa sciagurata opera costituisca un gigantesco trofeo elettorale. L’Emilia Romagna non digerisce la vittoria di Renzi. Donini vuole restaurare antichi equilibri e anche per questo si puniscono con le primarie, dopo il primo mandato, quei sindaci renziani che si sono mostrati troppo autonomi, come Tolomelli ad Argelato e Sermenghi a Castenaso. Lo stesso Merola ha dovuto chinare la testa di fronte alle posizioni del partito.
Il Comitato per l’alternativa rilancia le piccole opere utili e veloci ovvero il completamento delle tante arterie stradali già esistenti che, una volta terminate, assicurerebbero quell’agevole attraversamento EST-OVEST della città che, questo sì, eviterebbe gli intasamenti in tangenziale. E rilancia ancora il suo progetto di recupero dell’esistente, ovvero la realizzazione di ulteriori corsie, operando sull’attuale sede autostradale e della tangenziale, come da anni vanno predicando. Il tutto avrebbe costi infinitamente minori, tempi di realizzazione più brevi e un minimo impatto ambientale. Peccato che non piaccia al PD e ai professionisti della speculazione.
Severino Ghini, coordinatore del comitato, ha portato dati scientifici sull’imminente esaurimento delle risorse del pianeta. Qualunque proposta di nuove strutture, per essere realmente sostenibile, deve prevedere anche di essere a crescita zero. Il consumo di territorio è il problema più serio: abbiamo superato i limiti e ci stiamo incamminando allegramente verso la catastrofe. Ma continua la disinformazione dell’opinione pubblica e dei politici.
E ha ricordato che alle primarie del PD, un giovane candidato sindaco nel suo volantino, alla voce ambiente, se la cava con una pista ciclabile e non accenna minimamente al fatto che è favorevole al Passante Nord. Tocca poi al renziano Andrea Tolomelli, sindaco di Argelato in esaurimento del primo mandato e, appunto, costretto alle primarie. Riassume le sue perplessità sull’utilità e sul senso dell’opera con due domande:
- Il Passante risponde ai bisogni veri di viabilità dei cittadini bolognesi?
- Che attinenza ha il Passante, pensato undici anni fa, con il modello di sviluppo atteso tra 20 anni?
Infatti chi giustifica questa scelta come un immediato aumento di posti di lavoro, deve sapere che se davvero questa opera fosse ai nastri di partenza domani mattina ( ma non lo è) passerebbero almeno tre/quattro anni per affinamenti progettuali, burocrazie, espropri, ecc. e ce ne vorrebbero almeno altri dieci/undici per la realizzazione.
Il sindaco auspica che cresca nel suo partito, il PD, la consapevolezza che ciò che poteva essere valido ieri non lo è più se proiettato nell’oggi e nel domani. L’ultimo dei relatori ufficiali, l’avvocato Federico Gualandi, ha sottolineato l’evoluzione della giurisprudenza in tema di territorio. Da mera somma di proprietà è sempre più considerato un “bene comune”. Ha portato l’esempio della regione Toscana che sta per varare una legge che impedisce di costruire ulteriormente al di fuori delle città e propone come unica prospettiva il recupero e la riqualificazione dell’esistente.
Al contrario, il Passante Nord è dispersione insediativa della città e sottrazione di territorio alla coltivazione agricola. Prima Galli aveva precisato che si tratterebbe della distruzione di 880 ettari di fertile terreno, se ci si limita a considerare il manufatto in sé e gli effetti di sfrido a lui strettamente collegati. Senza considerare i nuovi centri commerciali e gli insediamenti produttivi e residenziali che la lobby del cemento e degli affari vorrebbe insediare nei comuni sparsi nella pianura e toccati dal passante.
L’avvocato ha paragonato il Passante al Civis: adesso quello sciagurato progetto sembra figlio di nessuno; non molto tempo fa nessun politico si azzardava a parlarne in termini meno che entusiastici. I numerosi interventi del pubblico hanno fatto registrare inedite convergenze con i rappresentanti di Legambiente e degli altri ambientalisti bolognesi, per esempio Laura Veronesi, segretaria provinciale del Partito di Rifondazione Comunista, dichiara che la sua formazione non parteciperà a coalizioni in quei comuni in cui il “no al Passante Nord” non sia senza se e senza ma.
Carlo Trenti, di Impegno per Granarolo, gruppo di opposizione che vede insieme civici e PDL, teme che nel suo comune, già provato dalla speculazione rappresentata dal nuovo centro sportivo del Bologna Calcio, venga a sommarsi anche il casello autostradale previsto dal progetto della nuova arteria. La serata si conclude con il presidente Galli che annuncia prossime iniziative e spinge tutti i presenti a sollecitare i diversi consigli comunali della provincia perché assumano una posizione chiara e forte contro il Passante Nord.