I vent'anni di Piazza Grande: le storie di Tonino e gli altri (1993-2013)

16 Dicembre 2013 /

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I vent'anni di Piazza Grande
I vent'anni di Piazza Grande
di Leonardo Tancredi
Il numero di dicembre di Piazza Grande è dedicato ai vent’anni di attività del giornale, che ripercorre attraverso le immagini e le testimonianze di alcuni protagonisti di ieri e di oggi. La copertina è dedicata a Tonino Palaia, storico membro fondatore, diffusore e direttore fino al 2006, morto lo scorso 17 novembre. “Cosa facevo nel ’93? – dice Tonino in un’intervista del 2008 – stavo facendo la prima pagina del giornale, che poi è uscito il 13 dicembre. È stato l’inizio di Piazza grande. Non ci credevamo, invece il primo giorno che uscirono le 3mila copie furono vendute tutte.” Era la nascita del primo giornale di strada italiano.
Comincia tutto un po’ per caso da un ritaglio di giornale sulla scrivania dell’associazione Ritorno al futuro, area Cgil, che in quegli anni si occupava di tossicodipendenza. “Stefano Girardi che faceva la rassegna stampa – ricorda Fausto Viviani, allora e oggi nel sindacato – mi fa notare un articolo che parla del successo di quei giornali di strada di Parigi e Londra, Macadam e The Big Issue, non so per quale strana alchimia io ho pensato subito lo facciamo anche a Bologna e lo chiamiamo Piazza Grande.”

Alla vendita del giornale in strada come occasione di lavoro e di reddito per le persone senza dimora, si accompagna subito di un forte legame col territorio e una più marcata impronta sociale. Il giornale bolognese, a differenza dei predecessori europei, sarebbe stato interamente prodotto “dal basso” da una redazione di senza dimora e lo stesso editore non avrebbe avuto fini di lucro.
Un ruolo centrale nella nascita del giornale è della redazione di Le Voci di dentro, mensile redatto dai detenuti del carcere della Dozza: grazie a Assunta Serenari, Bruno Pizzica, entrambi della Cgil, e Paolo Klun, l’esperienza di partecipazione dal basso vissuta in carcere viene trasferita nel giornale di strada.
“Non volevamo dar vita a un giornale della Cgil per i senzatetto, ma promuovere un’esperienza che li coinvolgesse in prima persona” – racconta ancora Pizzica. “La volontà era quella di illuminare territori non illuminati, di dare voce ai silenti” – gli fa eco Franco Di Giangirolamo, oggi presidente di Auser Emilia Romagna, nel ’93 responsabile delle politiche sociali del sindacato.
I primi passi di Piazza Grande vanno letti nel contesto storico di Bologna e non solo. “È stato anche un momento di costruzione di grandi politiche sociali- continua Anna del Mugnaio, assessore alle Politiche sociali nel ’93 – il lavoro era molto intenso, diviso tra lo stato d’emergenza che la città stava vivendo, i nuovi temi che la società globalizzata portava all’attenzione e i progetti per il futuro”.
All’interno del dormitorio Beltrame culla del giornale, si potevano incontrare persone con le storie più diverse, ma accomunate dal desiderio di diventare protagonisti del proprio riscatto. Rompere l’isolamento e contrapporsi all’idea assistenzialistica con la quale ci si approcciava ai senza dimora, è stata questa la “rivoluzione” di Piazza Grande.
Le parole di Tonino lo confermano: “Negli anni in cui scrivevo sul giornale ho capito che era importante il rapporto tra noi che vivevamo l’esclusione sociale e le persone che stavano meglio di noi.
Questo pomeriggio – lunedì 16 dicembre – dalle 14.30 alle 18 alla Camera del Lavoro di Bologna in via Marconi 67/2 tutta la città è invitata all’assemblea pubblica con torta e brindisi finale per ricostruire insieme la storia del giornale di strada e discutere sul suo futuro.

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