di Francesca Mezzadri
“Ci sono circa 10 mila immobili sfitti di proprietà comunale disabitati e un alto numero di persone senza fissa dimora – migranti ma anche famiglie con bambini – che rappresentano un grosso disagio sociale. E quindi noi ci chiediamo: che cosa impedisce che gente senza casa e case senza gente si uniscano per affrontare un problema comune?”
È un interrogativo che si pone Fabio di Asia-Usb, l’Associazione inquilini e assegnatari dell’Unione sindacale di base, che presidia da gennaio insieme ad altri ragazzi l’ex-caserma Sani di via Ferrarese a Bologna, di proprietà del Demanio e attualmente in disuso. La ex-caserma è abbandonata e in forte degrado, così come lo erano lo stabile privato di via Achillini e l’ex istituto Beretta, occupati da Asia-Usb l’anno scorso e sgomberati dopo pochi mesi dal Comune di Bologna.
Due giorni fa è stata invece la volta dei dormitori di via del Milliario, via Pallavicini, via Sabatucci e via del Lazzaretto, dove gli attivisti di Asia-Usb hanno organizzato 48 ore di presidio con gli ex-ospiti delle strutture. Questi dormitori hanno ospitato oltre agli homeless anche i profughi provenienti dal Nord Africa fino alla fine di marzo. Ora, con la fine dell’inverno e del piano freddo che aveva prolungato i tempi di permanenza, i migranti sono stati lasciati “liberi” con un bonus di 500 euro e senza alcuna prospettiva, la stessa che hanno i senzatetto costretti anch’essi ad andarsene.
Nel dormitorio di Prati di Caprara invece sono stati tagliati luce, acqua e cibo, nonostante la Croce Rossa (che con la Protezione Civile aveva gestito questa struttura dall’arrivo dei profughi) avesse rassicurato riguardo la continuità del servizio di assistenza. Solo 22 migranti (su 130) sono rimasti, ma si pensa che molti torneranno a breve dopo aver prosciugato la magra cifra.
Così dopo aver organizzato per due giorni un presidio di protesta, gli homeless e i profughi hanno da oggi deciso di abbandonare definitivamente le strutture, intimoriti anche dalla minaccia di sgombero delle forze pubbliche, con l’aiuto di Asia, che temeva lo stop dei progetti assistenziali già avviati per alcuni. Ora molti di loro sono ospitati nell’ex-caserma Sani presidiata da Asia, che continua a battersi con loro e per i loro diritti.
L’obiettivo dell’Unione sindacale è quello di “uscire da una logica di assistenzialismo ed emergenza” per avviare progetti a lungo termine che cerchino di far fronte a una situazione ormai insostenibile. Oltre ai migranti e richiedenti asilo, in città ci sono ci sono sempre più persone che non hanno una casa, o che non si possono permettere (più) di pagare un affitto visto che in questi anni di crisi hanno perso il lavoro.
“Le istituzioni sembrano ignorare il problema dimostrandosi così sempre più distaccate dal tessuto sociale. Le persone senza casa sono sull’ultimo gradino della società e spesso vengono lasciate sole. E invece noi cerchiamo di farle uscire dall’isolamento e ci battiamo per garantire un’esistenza dignitosa per tutti” racconta Guido, uno studente di legge che si mobilita per Asia.
“In più con la crisi che avanza molte altre persone perderanno il lavoro, non potranno pagare l’affitto e finiranno anch’esse per strada, aggravando ulteriormente la situazione. Noi siamo contrari a questa logica che vuole che sia necessario avere un’occupazione per avere una casa o del cibo: questi dovrebbero essere diritti per tutti” continua Fabio che racconta anche di come stia ospitando a casa sua una ragazza rumena con sua figlia piccola “La solidarietà deve tornare ad essere un valore portante della nostra società”.
Nel contempo ci sono molte strutture che giacciono abbandonate diventando spesso zone di spaccio e favorendo la criminalità: l’obiettivo di Asia è proprio quello di trovare di concerto con il Comune una soluzione ad un problema che appunto è di tutti, non solo delle persone che hanno perso la casa. Basti pensare che il comitato ha già avviato un progetto di autogestione insieme ad alcune realtà del quartiere Navile per l’ex-caserma Sani: l’obiettivo è quello di recuperare l’enorme spazio non solo per creare nuove strutture per i senza tetto, ma anche un’area di parco pubblico con giochi e orti urbani.
L’obiettivo più ambizioso – e anche più difficile da realizzar e- è però quello abitativo. Il motivo del presidio dei dormitori organizzato due giorni fa è proprio quello di non lasciare senza tetto chi una casa non può permettersela, come si legge nella lettera che Asia ha inviato al sindaco di Bologna, all’assessore Welfare e all’assessore Casa, a nome dei migranti e degli sfrattati: “Siamo a organizzare dei presidi, rifiutandoci di uscire, perché non c’è nessun luogo dove dobbiamo andare e dove possiamo abitare, e (lo facciamo ndr) con la determinazione di chi non accetta di vedere calpestata la propria dignità”.
Abbandonato il presidio, ciò che Asia chiede è un incontro urgente con il Comune di Bologna: nel primo periodo si spera di ottenere una proroga del piano freddo in altre strutture, ma quello che più è urgente è garantire il diritto abitativo a tutti. E farlo cercando anche di combattere il degrado dell’abbandono, sarebbe una delle soluzioni proposte dall’Unione sindacale.