di Sandro Nanetti
L’ennesima tappa del tour di Gianni Galli e Severino Ghini tocca il comune di Budrio. Oltre duecento persone affollano l’Auditorium rispondendo all’ appello del locale Movimento 5 stelle. “Voi del comitato siete troppo buoni, non si può continuare solo a fare riunioni ma bisogna portare fuori tra la gente la protesta contro questa opera inutile”. Così Giovanni Favia bacchetta affettuosamente il comitato di cittadini per l’alternativa al passante autostradale nord di Bologna.
Il consigliere regionale descrive la filiera degli affari che riunisce in un’unica lobby cavatori, bitumifici, grandi aziende costruttrici vicine al centrodestra e al centrosinistra, cementificatori, la stessa Provincia, in vista di un grande business che muoverà miliardi di euro, parte dei quali tornerà alla politica. Galli, il presidente del comitato, si dice preoccupato del voltafaccia di quei sindaci che si erano detti contrari a un’opera che, alla luce delle ultime evoluzioni, appare una grande delocalizzazione dell’inquinamento improvvisata in fretta e furia, solo per non perdere i denari messi a disposizione da Autostrade per l’Italia. Un’opera che si pone in completa contrapposizione con i principi di quello sviluppo sostenibile che pure dovrebbe figurare tra i valori di una buona politica.
Il fatto nuovo è, infatti, che il vicepresidente della Provincia Venturi ha affermato in un suo comunicato che tutti i sindaci interessati da uno dei tanti progetti che si stanno affannosamente predisponendo per riuscire a toccare il traguardo del 30 novembre sono tutti d’accordo (chissà se per convinzione o per imposizione di partito). Non sarebbero più importanti quelle caratteristiche ( per esempio banalizzazione della tangenziale e sua gratuità, tre corsie per senso di marcia, gratuità del tratto dell’ A3, ora a pagamento, che va da Bologna-Arcoveggio all’uscita Interporto) che fino a poco tempo fa erano state ritenute irrinunciabili da molti amministratori.
Alla riunione richiamata da Venturi non era per altro presente il Sindaco di Castenaso – il renziano Sermenghi – nel cui comune è stata approvata una mozione della minoranza che invita il consiglio comunale a rifiutare ogni ulteriore ipotesi di passante. Chissà se questa assenza ha un significato? Interviene anche il presidente regionale di Legambiente, Lorenzo Frattini, che ricorda lo scempio del territorio già compiuto in Emilia e come le sequenze di immobili industriali inutilizzati che costellano il nostro territorio rappresentino una perdita irreversibile: quei terreni, anche volendo, non potranno più essere recuperati ad un uso agricolo perché irrimediabilmente compromessi nella loro originaria funzione.
Favia avanza un’interessante ipotesi di interpretazione del perché Società Autostrade sia disposta a spendere due miliardi di euro in un’opera per lei inutile (ad oggi i problemi di traffico riguardano la tangenziale, non l’autostrada) con un traguardo di recupero dell’investimento previsto dopo circa cento anni di riscossione dei pedaggi. Potrebbe trattarsi – a detta dell’ esponente del M5S – di un “baratto” con Provincia e Regione che, a fronte di questo intervento, si mostrerebbero molto più malleabili rispetto agli oggettivi enormi problemi che comporta la realizzazione della variante di valico e, segnatamente, la “questione Ripoli”. Il tutto senza nascondere il suo giudizio fortemente negativo sulla credibilità del vicepresidente della Provincia.
Ghini e Galli ricordano che la politica continua a non prendere atto della mutata realtà odierna:
- la diminuzione dei volumi di traffico anziché il previsto aumento esponenziale, documentata dai dati rilevati da Autostrade, che boccia senza appello il modello di pianificazione basato sul passante;
- la prossima cantierizzazione della Cispadana in concorrenza di traffico con l’eventuale passante;
- La proposta di soluzioni alternative atte ad evitare lo scempio del territorio (la soluzione proposta dal comitato, validata nel convegno universitario a ingegneria, Bologna 2004, e che può essere realizzata per stralci funzionali costa complessivamente un terzo della somma prevista per il passante);
- la possibilità di completamento di arterie ferme da decenni che avrebbero il pregio di alleggerire in modo decisivo il problema della congestione sul nodo bolognese.
A questo punto non resta che accogliere l’invito di Favia: spiegare ai cittadini quale danno per tutti potrà essere il passante e andare a manifestare sotto le finestre della Provincia.
Alle ore 17 di venerdì 30 novembre, ritrovo a Bologna, in piazza del Nettuno, per il corteo funebre che si sposterà da via Rizzoli e via Zamboni fino al Palazzo della Provincia di Bologna. Alle ore 17.30 veglia funebre in piazza Rossini. I partecipanti sono invitati a portare ceri e candele.