Bologna, il comitato contro passanti e passantini: "Speriamo che non se ne faccia nulla"

30 Ottobre 2012 /

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Gianni Galli e Severino Ghini
Gianni Galli e Severino Ghini
di Sandro Nanetti
Gianni Galli e Severino Ghini sono gli instancabili animatori del Comitato di cittadini per l’alternativa al passante nord e sono impegnati a indire pubbliche assemblee in ciascuno dei quindici comuni a nord di Bologna per spiegare ad amministratori e cittadini i termini di quella “oscura vicenda che impatta sul nostro futuro”. Approdando a Villanova di Castenaso ne hanno raccontato vari aspetti: il tracciato autostradale ipotizzato, infatti, dividerebbe questa frazione dal capoluogo. Per di più qui i cittadini hanno il dente avvelenato giacché la frazione soffre gli effetti di un traffico eccessivo che da quarant’anni si sarebbe dovuto alleggerire con il famoso “lotto 2 bis della Lungosavena”, la cui mancata realizzazione, sempre da quarant’anni, è oggetto di rimpalli tra Regione, Provincia e Comune.
Il passante nord fu ideato per decongestionare dal traffico la tangenziale di Bologna e l’autostrada. Un percorso alternativo all’attuale autostrada (ma più lungo di oltre quaranta chilometri a nord di Bologna) avrebbe dovuto risolvere il problema. L’entusiasmo con cui dieci anni fa fu accolto il progetto – spiegano Galli e Ghini – derivava essenzialmente dalla mole di miliardi di euro che avrebbero accompagnato la gittata dell’asfalto. Ogni amministrazione dei comuni della pianura toccati dall’opera vagheggiava nuovi poli industriali e tecnologici e nuovi insediamenti urbani. Nel contempo, nelle aree lasciate libere a Bologna dal trasferimento nella “bassa” delle attività produttive, si sarebbero potute costruire nuove case. Il nuovo progetto, nel suo complesso, poteva essere considerato la realizzazione di una Città metropolitana ad uso e consumo della lobby trasversale degli affari e del cemento che non vede insensibili anche alcuni amministratori della sinistra storica eletti in Provincia e in Regione.

A mettersi di traverso fu l’Unione Europea che dichiarò la sua contrarietà poiché una nuova autostrada poteva solo essere ausiliaria al tracciato attuale, non sostitutiva come nel progetto presentato. Di qui il nuovo progetto a cura di Società Autostrade, più corto di quello originario, avvallato dalla Provincia tenendo all’oscuro i sindaci dei comuni interessati che, nella maggioranza, ne condannano ora l’estemporaneità e l’invasività non supportata da specifici studi preventivi. Severino Ghini snocciola impietosamente i numeri del “passantino”: 8 mila ettari di terreno agricolo pregiato distrutti, l’inquinamento di 100 mila tonnellate di petrolio in più consumate ogni anno in virtù della maggiore percorrenza.
Da sempre il Comitato propone un suo progetto alternativo che vede la risoluzione del problema traffico nell’utilizzo dell’attuale sede di autostrada e tangenziale opportunamente allargata, operando sulle fiancate del percorso. Le moderne tecniche oggi disponibili consentirebbero, senza incidere sul territorio circostante, di portare a tre corsie per senso di marcia sia il tratto autostradale che la tangenziale attuali.
I costi dell’opera sarebbero di gran lunga minori di quelli prevedibili per un passante o Passantino ma vi è una diffusa ostilità da parte di coloro che si vedrebbero sottratte molte possibilità di speculazione. L’ampio dibattito – che ha coinvolto amministratori e cittadini di Castenaso – ha trovato concordemente ostili all’ipotesi di un passante nord, anche in versione ridotta, gli esponenti della locale lista civica e di centrodestra e quelli del Movimento 5 Stelle. Secondo il sindaco di Castenaso Stefano Sermenghi che, ancora una volta, si è smarcato da molti suoi compagni del PD e ha affermato che nel 2003, quando il primo progetto del passante nord fu presentato, vi erano le condizioni per giudicarlo un’opera positiva per il territorio.
Oggi le condizioni sono radicalmente cambiate, a partire dalla vertiginosa diminuzione del traffico stradale la cui crescita era stata invece stimata dagli ideatori del progetto su valori pari a un 1,5% annuo. “O mi dimostrate che il passante è ancora necessario e, in questo caso, deve avere tutte le caratteristiche di quello originariamente previsto oppure – ha concluso Sermenghi – non esito a dichiararmi, come in altre occasioni, assolutamente contrario”.

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