di Massimo Corsini
Impennata del consumo dell’acqua nei mesi estivi. Se n’è parlato a inizio ottobre nel corso del consiglio di amministrazione della Bonifica Renana. Maggior consumo di acqua ovvero maggiori costi, ovviamente. Colpa della siccità estiva, si è portati subito a pensare, ovviamente. Però c’è qualcuno all’interno dei comitati contro le centrali a biogas che pensa che la maledizione delle biomasse, data la miriade di impianti che spuntano ovunque in pianura, abbia la sua parte di colpa. Chi frequenta il paesaggio della bassa bolognese si sarà certamente accorto che ovunque, da questa primavera, c’erano campi di mais e di sorgo che gli anni precedenti non si erano mai visti.
I casi sono due: o è aumentata a dismisura la richiesta di pop corn nei supermercati oppure la stragrande maggioranza di quei campi fa parte dei terreni di proprietà o in affitto alle società e cooperative che devono far funzionare le loro centrali. Siccome si dà il caso che il mais sia una delle colture maggiormente idrofile, cioè che richiedono maggiori quantità di acqua per essere coltivate, ecco che, data la siccità estiva, bisogna tirare molta più acqua dal canale emiliano romagnolo.
La Bonifica Renana, l’ente che lo gestisce, dati alla mano, si è accorta che il consumo di acqua quest’estate è arrivato a quasi 85 milioni metri cubi contro i 60 dell’anno precedente, cioè il 2011, per un aumento dei costi idrici di un milione e trecento mila euro circa. Con i consumi idrici sono aumentati poi anche i consumi energetici, poichè vengono utilizzate pompe per prelevare acqua dal canale emiliano romagnolo. A questo punto cosa succede? Fino a quest’anno la Bonifica ha fatto fronte ai costi aggiuntivi con disavanzi e fondi residui, ma dal prossimo anno si sa già che dovrà mettere mano al portafoglio dei contribuenti, cioè chi paga i bollettini della Bonifica Renana.
Ora, il punto problematico è il seguente: il biogas viene finanziato già in bolletta con la componente A3 che pagano tutti gli utenti di energia elettrica, ma dove c’è la Bonifica Renana si devono aggiungere i costi di un ulteriore approvvigionamento idrico e di un più alto consumo elettrico che per il vantaggio di pochi devono sostenere i tanti a cui del biogas non importa proprio nulla. È noto ormai, dopo le innumerevoli proteste dei comitati, che gli introiti derivanti dalla vendita di energia elettrica da biogas al distributore nazionale sono di solo interesse delle società costruttrici di centrali: ai cittadini, a parte i problemi di cui non si fa altro che parlare, non viene in tasca nulla.