Ci ha lasciati il carissimo amico e compagno di Ancona Daniele Dubbini. Aveva 85 anni. Con lui se ne va un pezzo di storia viva della sinistra e dei movimenti marchigiani.
Laureatosi presso la Facoltà di Economia del capoluogo all’inizio degli anni Sessanta, Daniele sin da giovane ha iniziato a militare nella sinistra, a partire dall’area socialista.
Con il 68, luxemburghiano convinto, sposò la rivolta giovanile fondando ad Ancona insieme al compianto Araldo Gambini il manifesto che fu l’organizzazione della sinistra extraparlamentare di gran lunga maggioritaria, forte dell’adesione di un folto nucleo di operai nella fabbrica più importante delle Marche, il cantiere navale che allora contava duemila dipendenti, una classe operaia classica, professionalizzata, dove Cgil e Pci erano egemoni.
Successivamente divenne dirigente del Pdup, ma quando finì quella esperienza, nella prima metà degli anni Ottanta, insieme ad Araldo e altri compagni scelse di non tornare nel Pci e fondò, nel 1984, il Circolo Laboratorio Sociale, di cui fu presidente e motore inarrestabile di una grande stagione di impegno politico sulle questioni nazionali e internazionali.
Da allora, per quasi trent’anni il Circolo ha promosso una infinità di iniziative, dibattiti, manifestazioni, divenendo nello stesso tempo una emanazione sul piano locale del quotidiano il manifesto, organizzando periodicamente incontri con le figure di maggior spicco del giornale, sostenendolo economicamente con cene e abbonamenti.
La piccola sede di Via Cialdini, nel cuore del quartiere storico e popolare di Capodimonte, uno dei due colli dove sorgeva la città vecchia, divenne il luogo imprescindibile di tutte le iniziative che hanno visto la sinistra e l’associazionismo anconetano in prima fila.
Dalla “Festa per la libertà dei popoli” durante l’estate che per più di vent’anni è stata l’evento politico e culturale più significativo in città, alla stagione della Tangentopoli anconetana con la vicenda della ricostruzione post- terremoto e gli affari del discusso imprenditore Longarini, dalle mobilitazioni pacifiste a partire dal conflitto nella ex Jugoslavia, al “Controvertice Maggio 2000”, tra i primi ad inaugurare la stagione delle contestazioni del popolo di Seattle ai vertici internazionali, non c’è stata fase cruciale in cui il Circolo guidato dall’energia travolgente di Daniele non abbia ricoperto un ruolo essenziale.
Ma al di là dell’aspetto politico, Daniele è stato per tutti noi un fratello maggiore, che abbiamo amato per la sua carica umana, la sua simpatia, la capacità di relazionarsi con tutti e tutte con il massimo rispetto, contagiandoli con la sua grande vitalità. Con lui abbiamo condiviso, con la passione politica, momenti di spensieratezza al mare, nel suo amato mare di Portonovo. Per noi, Daniele, resterai sempre sulla cresta dell’onda.
Sergio Sinigaglia, Loris Campetti