Sono iniziate in grande stile le nozze veneziane di Jeff Bezos, il magnate di Amazon, e Lauren Sanchez, giornalista e «filantropa». Quarantatre attivisti di Exctintion Rebellion sono stati sottoposti a stato di fermo dopo che ieri mattina hanno inscenato una manifestazione pacifica in piazza San Marco. Il gruppo ha organizzato un finto matrimonio: due figure in abiti nuziali tenevano al guinzaglio davanti alla basilica un pianeta e delle persone accucciate, che rappresentavano «i governi, i media, l’economia e la giustizia». Alle loro spalle è stato issato uno striscione con scritto: «L’1% rovina il mondo», mentre sui cartelli dei manifestanti si leggeva «con i soldi di questo matrimonio si può ricostruire Gaza» e «guerra sulla terra, affari sulla luna».
L’AZIONE è durata pochi minuti per via dell’intervento delle forze dell’ordine, che hanno identificato e trasferito gli attivisti in questura, dove sono rimasti per tutta la giornata. Ai 43 sono state notificate denunce per manifestazione non autorizzata, e alle persone con le maschere è stato contestato di non essersele tolte al momento dell’identificazione, fatto che i manifestanti ritengono non essere vero. Tra i fermati anche due passanti, hanno raccontato dal gruppo, che non stavano prendendo parte all’azione. «Il matrimonio di Jeff Bezos e dei suoi 250 invitati ultraricchi nella città simbolo della crisi climatica è uno dei paradossi del nostro tempo, mentre la concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi super miliardari sta influenzando l’intero sistema globale, condizionando i governi, i media, minacciando le democrazie e aggravando la crisi ecoclimatica, di cui Venezia ne è un triste simbolo tangibile» ha detto Elisa, una delle manifestanti portate via di peso.
Sulla vicenda Angelo Bonelli, leader di Europa Verde, ha annunciato un’interrogazione parlamentare: «Vogliamo sapere perché in questo Paese viene garantito ogni privilegio ai super ricchi, mentre si criminalizza chi manifesta e chiede lavoro, giustizia climatica, sociale e fiscale», ha detto il deputato di Avs. A sostegno del comitato «No space for Bezos» che ha organizzato le proteste ieri sono arrivate abbastanza a sorpresa anche le dichiarazioni del capogruppo di Forza Italia alla Camera Maurizio Gasparri, che durante un convegno sulla tutela dei consumatori ha attaccato le poche tasse pagate dai giganti del web: «Bezos si sposa nella laguna di Venezia e paga tasse irrisorie per le sue ricchissime attività». «Lo ribadiamo anche dalla Questura della città simbolo della crisi climatica: è il momento di tassare i super-ricchi per usare quei soldi per la transizione ecologica e il welfare sociale. Non ci sarà denuncia o foglio di via che potrà salvare Venezia», hanno detto gli attivisti in fermo.
CHI INVECE È SODDISFATTO della festa galattica che durerà per tre giorni è il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che ieri ha elogiato Bezos affermando che «per Venezia può fare di tutto». In effetti Bezos ha deciso, in linea con l’idea trickle-down dello «sgocciolamento» capitalista, di lasciar cadere le briciole dei propri sfarzi sulla città che ha noleggiato. Nell’invito di nozze che ha inviato ai 200 Vip accorsi in jet privato (circa 90 atterrati negli aeroporti locali) ha chiesto di non ricevere regali, ma donazioni all’ufficio Unesco di Venezia, al consorzio per le ricerche lagunari e alla Venice International University. «Venezia è parte della nostra storia. È un privilegio essere qui e contribuire, anche solo in parte, a preservare la sua bellezza per chi verrà dopo di noi» ha detto Bezos ai suoi ospiti arrivati ieri, descrivendo la città come «un sogno sospeso sul mare».
IERI LE CELEBRAZIONI sono iniziate in Campo della Madonna dell’Orto, con un ricevimento per gli ospiti accorsi in laguna. Il Comune ha chiuso tutta la viabilità nella zona circostante, riservando di fatto un pezzo di città al matrimonio. Matrimonio che nell’ordinanza emanata dall’amministrazione di Brugnaro viene descritto come «un evento di rilevanza internazionale». La festa proseguirà oggi con la cerimonia vera e propria sull’Isola di San Giorgio Maggiore nel bacino di San Marco. Qui è stato chiuso il campanile dell’abbazia, per evitare che si ripetano episodi come quello del 12 giugno, quando è stato calato uno striscione con il nome «Bezos» sbarrato.
Infine sabato la festa conclusiva, dove potrebbe esibirsi Lady Gaga, all’Arsenale. La location non è quella inizialmente immaginata dai neoconiugi: si sarebbe dovuta tenere alla Scuola della Misericordia, ma i piani sono stati ostacolati dal progetto dei manifestanti di impedire l’arrivo dei vip tuffandosi nei canali. Così hanno ripiegato sull’Arsenale, con una maggiore capacità di controllo. Durante la festa comunque i comitati saranno in strada, con un corteo che partirà sabato pomeriggio dalla stazione di Santa Lucia: «Scendiamo in piazza non solo per la dignità di Venezia, per dire, come negli Usa, “No Kings”, ma anche dire: No Space for Bezos, No space For War! Oggi come non mai, l’unica soluzione è la pace».
Questo articolo è stato pubblicato su il manifesto il 27 giugno 2025