Una settimana a Crotone, all’indomani del naufragio

di Silvia R. Lolli /
6 Marzo 2023 /

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Una settimana a Crotone: vacanza e impegni in varie scuole per proporre mie esperienze lavorative a studenti ed insegnanti: Costituzione, matematica ed educazione fisica, donne e sport. Il volo è stato acquistato da tempo.

Chi l’avrebbe mai detto la mattina del giorno prima della partenza che sarebbe successa l’ennesima tragedia umana su quella costa?

Il viaggio immaginato l’ho vissuto diversamente. Per almeno quattro giorni avevo un ulteriore luogo di riferimento da visitare, lo sentivo obbligatorio, come lo è stato per la cittadinanza crotonese. Un pellegrinaggio? No, una testimonianza per lo più civile, un modo per scusarsi della scelta dal governo italiano. I primi giorni la vox populi cittadina giustificava (forse a seguito delle comunicazioni di alcune testate giornalistiche?) questo comportamento: “…è per far capire all’Europa…” Poi, man mano che i morti sul parquet del palazzetto, abituato ad altri eventi, aumentavano e in vista della prima, solitaria visita pubblica di preghiera del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, molte voci hanno distinto la disumanità di una parte della politica italiana, oggi al governo.

Il PalaMilone, dedicato all’atleta olimpico che ha reso la colonia della Magna Grecia famosa nei tempi antichi, in ristrutturazione per rifacimento del parquet in questi giorni ha accolto bare, molte delle quali bianche. Bare di altri popoli, annegati sulla costa e arrivati qui con la speranza per una vita migliore.

Crotone, una fiorente colonia greca fra il VII e il IV secolo a.C. è stata resa famosa per la sua scuola Pitagorica, per i commerci e per gli atleti; il filosofo ha vissuto qui a lungo; da qui sono partiti tanti atleti, il che fa pensare che qui ci fosse una fiorente scuola nella quale si insegnava, come in Grecia al gymnasium, il movimento del corpo sia per la salute, sia per poter primeggiare nelle gare olimpiche. Resta il fatto che, nonostante molti al Nord non conoscano l’ubicazione di Crotone, distrutta ambientalmente dall’industrializzazione del primo dopo guerra italiano, questa parte di costa sia stata un importante porto per coloro che viaggiavano nel mediterraneo nei tempi antichi. Un approdo del mar Ionio come Taranto.

Il mio viaggio si è rivelato istruttivo ed emozionante; ho visitato i musei archeologici di Capo Colonna e Crotone, musei nazionali in questo periodo praticamente deserti.

Vedere la colonna del tempio dedicato a Hera Lacinia, unica ancora in piedi ai limiti del promontorio Lakinia, visitare il parco e ai due musei particolarmente ricchi di reperti archeologici e di elementi multimediali che invitano a scoprire come era il tempio, tutto ciò aiuta noi profani nella conoscenza del mondo antico.

Hera Lacinia secondo gli antichi proteggeva: gli animali selvatici e la vegetazione, importante il bosco che si trovava subito attorno al tempio; la libertà, il matrimonio, la procreazione e il parto, oltre alla navigazione, alla guerra e altri aspetti del mondo sotterraneo. Era la portatrice della civiltà, ma faceva coesistere, nella sua importante relazione con la Madre Terra gli indigeni e i coloni, che portavano la civiltà achea. Gli atleti crotonesi sono accettati alle Olimpiadi e alcuni, come appunto Milone sono famosi per averne vinto tante. Rimangono in quella società distinzioni di razza, di sesso che oggi nelle democrazie moderne non sarebbero accettate; le donne partecipano solo agli agoni chiamati Heraia consistenti in un’unica gara di corsa. Fra l’altro oggi un IC, M.G. Cutuli, assieme al Centro di Documentazione e Biblioteca sportiva Romeo Fauci e al coordinatore di Educazione fisica di Crotone hanno proposto le Heraia-La corsa delle Donne sia l’8 marzo scorso sia quest’anno.

Tuttavia, l’accoglienza dei naviganti c’è sempre stata tranne che, a volte, nelle guerre. Oggi?

Una temporanea residente alla scoperta di un nuovo ambiente si è trovata di fronte ad una notevole quantità di messaggi, di stimoli, una situazione molto particolare, attraversata da emozioni, riflessioni, nozioni e paesaggi nuovi. Crotone e i dintorni hanno una conformazione geologica particolare, purtroppo in parte nascosta dai molti lotti edilizi. La locale sede di Italia Nostra sta facendosi sentire per evitare altre compromissioni paesaggistiche, e spero non solo per le tantissime pale eoliche sulle colline a ridosso della città.

Inevitabili, leggendo le didascalie riportate ai musei, i pensieri sul viaggio: viaggiare per conoscere, per scambiare culture, abitudini. Anche per tanti crotonesi che hanno conosciuto la migrazione, oggi come ieri viaggiare vuol dire speranza di vita. In questi giorni la loro dignitosa presenza al fianco delle vittime del mare portava questi significati. Sanno perché hanno vissuto sulla loro pelle i pericoli del mare fin dall’antichità e l’allontanamento dalla loro terra; il viaggio può diventare però anche morte. Possiamo continuare a tollerarlo quando le tecnologie sono avanzate tanto da vincere molte sfide naturali? Ormai più di 26.000 morti nel Mare Nostrum (di chi? Dei pesci…) e sono solo numeri di stime ufficiali, cioè degli intercettati… dovremmo confessare che abbiamo perso i conti o sono già conteggiati quelli emersi improvvisamente nel 1996 a Porto Palo?

Sono gli stessi giorni in cui in TV si ricorda la morte di Dalla: dalla trasmissione di Rai 3 “Fuori Cornice” ho riascoltato “Come ‘è profondo il mare” cantata dal cantautore e scrittore di origine albanese Meta. Intervistato ha spiegato che  da solo fu inviato dai genitori in Italia ancora piccolo per non vivere povertà e guerra. Oggi, nonostante il benessere raggiunto, vive con un vuoto; è il vuoto per la sua terra, per l sua infanzia là. Dovrebbero ascoltare queste parole coloro che lasciano morire tanti immigrati con la convinzione i genitori devono tenerli nelle loro terre!

L’istinto di sopravvivenza e di vita è messo a confronto con la probabilità di morire e si sceglie comunque di partire dalla propria terra!

Rileggo i cartelli lasciati sulla cancellata del palaMilone:

“Il mare, l’acqua, il simbolo della vita…a voi ha dato la morte, Perdonateci” gli alunni della 5C Liceo Artistico Pertini-Santoni Crotone.

“La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte; ci sono più cose naufragate in fondo a un’anima che in fondo al mare; la disperazione, la morte, ma anche la speranza che improvvisamente un’onda più alta in un attimo porta via” “Il cielo non è sempre blu” entrambi dell’IC Alcmeone Crotone

“Porti aperti per chi migra, nessun uomo sarà mai un oggetto un carico residuale”

“A volte vorrei avere un scala così alta da arrivare fino al cielo, per poter riabbracciare anche solo un istante tutti quegli angeli che sono volati in cielo, creando ai nostri cuori un vuoto immenso” Le maestre e i bambini della 4 D Rossini Croton e1/3/23

“se la nostra spiaggia di Steccato non ha accolto i vostri figli per la vita, ma per la morte ‘PERDONATECI’” Donne e madri di Staccato di Cutro (KR).

“Mi chiedo se uno solo dei nostri politici abbia mai sentito nel buio della notte, nell’enormità del mare, levarsi delle grida disperate di aiuto. Noi sì” Gaspare Giarratano, pescatore siciliano

“Ai naufraghi del nostro mare, va il nostro cordoglio con l’amarezza in cuore per aver interrotto il loro sogno di un mondo migliore” aNTEAS Calabria, 26 febbraio 2023.

Classe 4 A M. Montessori, con tanti disegni di volti in pianto e cuori spezzati soprattutto.

“Le persone in balia del mare si salvano Assassini!”

Presidio contro la disumanità 27 febbraio ore 18:00.

La foto del poster qui sotto contiene tante altre frasi

La dea venerata portava ASYLUM cioè accoglienza per chi arrivava su queste sponde dopo pericolosi attraversamenti del Mare Nostrum che ormai non ha più nulla né di Nostrum né di Asylum. È dai siti archeologici il ricordo: Hera protegge la navigazione, è regina del Lacinio definito luogo inaccessibile e appunto anche luogo di asilo, condiviso con Argos e Samos, altre due importanti Heraia nel Mediterraneo.

Al Dante di “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza ” oggi aggiungo “… e vita”.

Dalle frasi scritte al PalaMilone il passo alle parole di Dalla per me è breve in questi giorni:

“Siamo noi, siamo in tanti…E non abbiamo da mangiare…Dio o chi per lui sta cercando di dividerci, di farci del male, di farci annegare…Frattanto i pesci dai quali discendiamo tutti assistettero curiosi al dramma collettivo di questo mondo che a loro indubbiamente doveva sembrar cattivo e cominciarono a pensare…il pensiero come l’oceano non lo puoi bloccare non lo puoi recintare…”. Spero fortemente che il pensiero libero ci rimanga in questo momento di disumanità di molta politica istituzionale!

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