L’11 novembre scorso ha avuto inizio il progetto congiunto di Arci e Sailingfor Blue LAB “Tutti gli occhi sul Mediterraneo”, una missione di monitoraggio sul Mediterraneo Centrale a borodo di una barca a vela. “L’obiettivo” afferma Arci nel comunicato di lancio “è quello di documentare e testimoniare ciò che accade su queste rotte invisibili e pericolose, a fianco delle organizzazioni di soccorso attive nel Mediterraneo”. Durante la prima missione, sono state salvate 43 vite a largo di Lampedusa. Condividiamo qui di seguito il comunicato di Arci sul salvataggio, pubblicato su Vita.it. Vi invitiamo a leggere la presentazione del progetto (QUI e QUI) e a sostenerlo, sottoscrivendo la campagna di corwdfunding (QUI)
La prima missione della barca Nihayet Garganey VI, un progetto congiunto di Arci e Sailingfor Blue LAB, ha salvato ieri notte 43 persone al largo di Lampedusa. Sono bastate poche ore dal lancio, per dare sostanza all’iniziativa che porta nel nome un messaggio inequivocabile: “Tutti gli occhi sul Mediterraneo”, ovvero tutti gli occhi su quelle rotte invisibili dove migliaia di persone rischiano la vita cercando di raggiungere la terraferma.
«Nella serata di lunedì, in condizioni meteo marine estremamente difficili, la nostra imbarcazione ha intercettato un barchino in legno di circa sette metri, sovraffollato con 43 persone a bordo, tra cui tre donne e un bambino», si legge nella nota stampa diffusa oggi pomeriggio da Arci. «Il motore dell’imbarcazione era fuori uso e l’instabilità della struttura, combinata con il peggioramento delle condizioni meteorologiche, rendeva la situazione estremamente critica. In collaborazione con le autorità italiane e in coordinamento con la Capitaneria di Porto di Lampedusa, abbiamo prima stabilizzato le persone a bordo fornendo giubbotti salvagente. In un secondo momento, vista l’inaffidabilità del barchino e il rapido deterioramento del tempo, le persone sono state trasferite in sicurezza sulla nostra imbarcazione. Durante questa operazione, fondamentale è stata la collaborazione con Resqship e l’equipaggio della sua imbarcazione Nadir, che ha supportato le operazioni di stabilizzazione dei naufraghi a bordo».
Il salvataggio, continua il comunicato, «si è svolto nel pieno rispetto delle normative internazionali in materia di soccorso marittimo. Il coordinamento con le autorità italiane è stato essenziale: la Capitaneria di Porto di Lampedusa e l’MRCC di Roma ci hanno fornito indicazioni precise per l’approdo sicuro a Lampedusa». L’arrivo al porto è avvenuto alle 3,30 di questa mattina. La missione di Nihayet Garganey VI nasce con l’obiettivo di monitorare il Mediterraneo, segnalare situazioni di potenziale pericolo e fornire assistenza in coordinamento con le autorità competenti. In questo contesto, l’equipaggio si è trovato costretto a intervenire per salvare vite umane, vista l’estrema urgenza della situazione e le condizioni instabili dell’imbarcazione avvistata.
Questa missione, a poche ore dal suo lancio, conferma l’importanza del nostro progetto di monitoraggio e intervento nel Mediterraneo, un braccio di mare sempre più segnato da tragedie evitabili». Per chi volesse sostenere il progetto, «capace di fare la differenza tra la vita e la morte per migliaia di persone», è attiva una campagna di raccolta fondi a questo link.
Il progetto
La flotta civile era partita ieri da Lampedusa, facendo rotta verso la frontiera marittima più letale al mondo. Il Circolo Sailingfor Blue LAB è un laboratorio navigante che, attraverso la navigazione a vela nel Mediterraneo, promuove e ospita a bordo progetti di innovazione sociale, sostegno ai diritti umani, tutela dell’ambiente marino, citizen science e ricerca scientifica. Insieme ad Arci, ha dato vita al progetto “Tutti gli occhi sul Mediterraneo” di cui fanno parte persone da sempre legate al mare, convinte che non si possa restare indifferenti e che sia importante testimoniare ciò che accade lungo le pericolose rotte nel Mediterraneo centrale e documentare il lavoro delle organizzazioni di soccorso attive in mare.