Bologna, un nuovo spazio autogestito per far rivivere lo sportello antiviolenza

di Alessandro Canella /
6 Dicembre 2022 /

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Hanno fatto parlare di sé anche pochi giorni fa, quando un docente dell’Università di Bologna è stato condannato per le molestie ai danni di alcune studentesse. Forti di questo lavoro di denuncia, le studentesse transfemministe di La Mala Educaciòn Link Bologna questa mattina hanno occupato il primo piano dello stabile universitario in via Ranzani 14. Lo scopo è quello di rimettere in piedi le attività dello sportello antiviolenza, la Consultoria Mala Consilia, che fu sgomberato nel 2020 dagli spazi occupati di via Filippo Re.

Dallo sgombero di due anni fa, infatti, le studentesse hanno tenuto lo sportello antiviolenza in un’aula condivisa con altre associazioni studentesche oppure online, ma l’importanza del lavoro svolto con l’ascolto delle persone che denunciavano casi di molestia o violenza all’interno dell’Università le ha persuase a rivendicare uno spazio autogestito. Lo stabile di via Ranzani 14 ospita al piano terra un’aula studio, «ma è una di quelle meno frequentate dell’Università», osserva ai nostri microfoni Giada de La Mala Educaciòn. Per questo propongono alla dirigenza universitaria di trasferire l’aula studio al primo piano, che attualmente è vuoto.

Il piano terra di via Ranzani ha anche un accesso diretto, che consente sia di garantire la privacy necessaria per il delicato lavoro di supporto e ascolto dei casi di violenza di genere, sia di permettere alle femministe di svolgere attività oltre gli orari dell’Università. La nuova occupazione ha già fissato un appuntamento. Questa sera, alle 20.00, si terrà infatti una prima assemblea in cui si discuterà proprio della necessità degli spazi transfemministi in città.

Dopo la condanna al docente universitario, la Consultoria Mala Consilia ha continuato a raccogliere testimonianze di studentesse che avevano subito molestie e abusi da parte dello stesso docente e che, appresa la notizia, hanno trovato il coraggio di testimoniare. Ma, aggiunge Giada, «stanno emergendo situazioni che coinvolgono anche altre persone all’interno dell’Università». In questo senso, le occupanti vivono come una vittoria l’apertura dello sportello antiviolenza gestito dalla Casa delle Donne, che trova spazio a poca distanza dalla nuova occupazione. «Abbiamo sempre collaborato con la Casa delle Donne – osserva Giada – e continueremo a scambiare conoscenze transfemministe».

ASCOLTA L’INTERVISTA A GIADA

Questo articolo è stato pubblicato su Radio Città Fujiko il 5 dicembre 2022

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