Politiche sportive: dalle Olimpiadi 2024-2026 alle regionali

di Silvia R. Lolli /
2 Dicembre 2022 /

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Occorre avere uno sguardo critico sulle politiche sportive italiane e internazionali.

In questi primi giorni del nuovo governo assieme alle difficoltà dell’opposizione si stanno delineando meglio le relazioni e i diktat del mondo dello sport. Così avvengono gattopardesche controriforme e cospicue rimesse, ma sono le solite “mungiture” a scapito del bilancio di uno Stato in super deficit. Tutto in funzione della visibilità politico-sportiva conta, sempre per ottenere voti elettorali.

Uno dei primi atti della neopremier Meloni è stato quello di incontrare il presidente CONI Malagò al quale certamente ha rassicurato l’ascolto delle istanze di un potere sportivo scalfito dagli attentati dell’ultima riforma targata M5S-Lega. Così arriva il neoministro Andrea Abodi; è visto bene da tante parti del poliedrico mondo non solo sportivo; rimane pur sempre un uomo CONI, perché nessuno ricorda la sua presidenza al Credito Sportivo (nel 2017 quando non viene eletto presidente della FIGC), oppure la presidenza della lega professionistica di serie B dal 2010 quando promosse una società per sviluppare opere infrastrutturali? Curriculum completamente manageriale, ma forse non è un po’ troppo specialistico, una singola disciplina e solo interessato ad impiantistica sportiva? Se ci sono le Olimpiadi invernali, i nuovi stadi di S. Siro ed altri, beni pubblici, da ristrutturare in favore di società di calcio…certo vanno benissimo queste competenze. 

Il 20 novembre apprendiamo dagli articoli del Fatto Quotidiano che l’uomo della Lega che faceva parte del dipartimento sport sta per essere silurato: Michele Sciscioti. Ricordo, intanto, che la riforma dello sport (ministro Spadafora, M5S, per i due Governi Conte), assieme alla proposta di legge dell’insegnante di educazione fisica alla primaria (proponente ex ministro Bussetti, Lega) sono state piano piano depauperate nei loro valori fondanti. Resistono alcune novità, ma di entrambe sono più le macerie a rimanere. La riforma dello sport attualmente ha più i contorni di una controriforma e rimangono soltanto sperperi e diseconomie per i bilanci dello Stato italiano. Della seconda è rimasto un asfittico e complicato inserimento solo per le classi quinte nel corrente anno scolastico; è una “riformetta”, infatti c’è un’economia di spesa per la scuola. Per lo sport invece le borse della spesa si aprono sempre.

Nel momento della costruzione della legge di bilancio per il 2023 (da lacrime e sangue per molti cittadini) si confermano: non si possono negare nuovi finanziamenti al comitato organizzatore delle prossime Olimpiadi invernali Cortina-Milano-Valtellina; non si possono neppure negare maggiori spese per progetti sportivi scolastici se sono richiesti dal Dipartimento dello sport e non da quello dell’Istruzione! Sembra per ora rientrata la proroga, chiesta dalle società calcistiche di serie A, per pagare al fisco le tasse degli anni Covid; mi aspetto che decideranno di non far fallire il calcio italiano, mi attendo qualche altro blitz sul bilancio statale

Dovremmo cominciare ad interessarci di più dei soldi che sono destinati allo sport nei vari rivoli pubblici (rientrano in ciò anche quelli erogati dalle regioni e dai comuni); nei momenti di scarsità economiche per molti cittadini ci dovrebbero essere altre priorità.

Per quanto riguarda le prossime Olimpiadi perché il Comitato organizzatore chiede ancora soldi pubblici senza aver fatto finora molto, solo sopralluoghi con relativi soggiorni, e nei tempi previsti? C’è poi il coraggio di qualcuno per proporsi ancora come futura sede olimpica estiva e certamente la politica attuale aiuterà!

In qualsiasi settore produttivo ed in un paese normale chi non produce reddito o non fa gli investimenti programmati viene controllato o perseguito penalmente attraverso un concordato preventivo, oppure attraverso un’istanza di fallimento.

Invece per l’ennesima volta assistiamo ad elargizioni di soldi pubblici senza troppe opere ancora eseguite nei territori in vista delle Olimpiadi ‘26. Siamo i primi maestri al mondo dell’emergenza! Del resto, il ritardo è sempre funzionale almeno a due elementi, uno di carattere economico, l’altro più strutturale. Quando c’è poco tempo a disposizione per un controllo preventivo e successivo si generano da una parte maggiori spese, dall’altra interventi strutturali, di infrastrutture ed impiantistici senza avere l’obbligo di seguire le procedure di valutazione di impatto ambientale.

Il mondo dello sport italiano continua a rivelarsi come un pozzo senza fondo, capace di far cambiare i governi e/o di incidere su di essi per mantenere il suo status quo, soprattutto quello di perenne debitore nei confronti dello Stato. Da anni le Olimpiadi estive e invernali sono mega eventi che producono grandi dis-economie in molti paesi del mondo. In più attualmente e soprattutto per quelle invernali ci sono problemi legati all’inquinamento e ai cambiamenti climatici. Lo sport, del resto, non vuole interessarsi di ciò, vedi Qatar e non solo.

A livello politico ci sono poi altre manifestazioni che dovrebbero essere lette con sguardo critico.

È intanto già avvenuta la consacrazione della destra-destra alla guida del Governo con il plauso del presidente Malagò, ricordo presidente del circolo romano Aniene, sicuramente votante il neoparlamento, è lo stesso in cui le donne sono solo cooptate come la Pellegrini, ma non certo ben volute. Del resto (il) nostro neopresidente del consiglio decide che sia meglio farle stare di nuovo a casa a fare figli per andare in pensione prima!

Piccoli interventi strutturali, ma fondamenti ideologici chiari, che cambiano molto una democrazia complicata e malata come la nostra.

Al di là di tutto ciò per rimanere alla nostra politica, le regionali e questo neo-polo di centro (o centro-destra) con la candidatura di Letizia Birichetto Moratti avranno, ma certamente hanno già nei corridoi molta voce in capitolo rispetto alle Olimpiadi invernali del 2026. Donna Moratti esprime bene chi continua da anni a inondare i territori italiani di fabbricati, dall’Expo alle prossime Olimpiadi, passando dallo Stadio di S. Siro (Sala docet in questo caso, mentre all’Expo Moratti docet con Sala esecutore…). Certamente la comunità di donne che sosteranno Moratti, che ai salotti alto borghesi/aristocratici di un tempo hanno sostituito appartenenze a fondazioni, comitati, enti vari, insomma luoghi in cui l’alta finanza e l’economia italiana si ritrovano e transitano, magari lasciando buchi di bilancio statale. Sono quei deficit che vengono assorbiti con i non rinnovi contrattuali per i dipendenti dello Stato, con la negazione delle perequazioni pensionistiche o salariali per recuperare l’inflazione…Sono i buchi di bilancio spesso serviti per costruire le cattedrali sportive in deserti sociali e sanitari capaci solo di deturpare e depauperare paesaggi ed ambienti.

Esempi sono tanti: Olimpiadi invernali di Torino, campionati del mondo di nuoto, mondiali di calcio del 1990 e ad altre amenità del genere.

Il Parlamento voterà a favore per le richieste sportive attuali; troppo il parterre politico favorevole in cui il M5S si sta rinnovando piano piano e dove Sinistra Italiana ed Europa Verde stentano a farsi sentire contro il disboscamento di zone del bellunese e della Valtellina, con un Pd che non sa cosa sia l’opposizione in questo campo (vedi proposta di legge sullo sport in Costituzione) e con Italia Viva e Calenda che applaudiranno alle richieste di destra.

A livello internazionale poi continuiamo ad assistere alle scelte assurde di un comitato Olimpico che decide di escludere le squadre e gli atleti russi da Parigi nel 2024. Lo stesso CIO che non si preoccupa di decidere lo stesso per altri paesi in deficit di diritti umani; lo stesso si vede in questi due anni nelle competizioni europee di calcio e di basket. Per Turchia, Ungheria, Israele… si scrive un’altra storia?

Immagine di copertina, il neoeletto ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi (Wikimedia Commons)

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