Doppie file e spintarelle, l’Istat rovescia l’Italia: meglio il Sud e le donne

di Isaia Sales /
31 Agosto 2021 /

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I dati sul senso civico nelle percezione degli italiani rovesciano alcuni luoghi comuni. Dal Nord al Sud, dalle femmine ai maschi, dai giovani ai vecchi. Ma rivelano anche una nazione unita nel rispetto delle regole.

E’ passato quasi sotto silenzio un report dell’Istat sul “senso civico” dei cittadini italiani, cioè su quell’insieme di comportamenti e atteggiamenti che attengono al rispetto degli altri e delle regole di vita di una comunità. Da segnalare, tra i pochi scritti sull’argomento, lo speciale curato da Nando Dalla Chiesa sulla rivista Etica Pubblica (Rubbettino, 1/2021).
Cosa viene fuori dalle risposte a questa rilevazione effettuata dal nostro istituto di statistica nel biennio 2016-2018? Che per quanto riguarda i comportamenti relativi al codice della strada, al divieto di buttare carta a terra, imbrattare i muri, viaggiare senza biglietto sui mezzi pubblici, parcheggiare in seconda fila o abusivamente, il livello di tolleranza degli italiani è molto bassa (e di conseguenza la consapevolezza civile molto alta), mentre per le trasgressioni alle norme relative alla sfera economica e lavorativa (il non pagamento delle tasse, l’utilità di ricorrere a una raccomandazione, l’accettazione della corruzione) la tolleranza è molto alta e di conseguenza la virtuosità civica molto bassa. Se per 87,2% degli intervistati è grave mettersi alla guida di un’auto dopo aver bevuto alcolici e per l’84% buttare una carta per terra, invece ben il 28,3% accetterebbe di farsi raccomandare nel cercare lavoro e quasi un terzo considera lecito non pagare le tasse. Se per il 79% è incivile passare con il rosso e per il 78,2% guidare senza casco (e per il 74% parcheggiare in doppia fila), un quarto degli intervistati giudica la corruzione un fatto naturale e inevitabile.

La fotografia degli italiani

Dunque, la fotografia degli italiani è la seguente: intransigenti alla guida e ipersensibili per la pulizia delle strade; transigenti per tasse, scontrini e ricevute fiscali, tolleranti per clientela e corruzione! L’Italia si allinea sempre più alle altre nazioni europee per quanto riguarda i comportamenti civili, se ne allontana per quanto riguarda il giudizio morale su alcuni fenomeni tradizionali dell’agire pubblico. Trasformismo, clientelismo, corruzione e infedeltà fiscale non sono considerati comportamenti immorali da una quota maggiore di intervistati rispetto a ciò che avviene in Germania, Inghilterra, Francia, Olanda, Danimarca e Paesi scandinavi. La virtuosità nelle attività economiche non fa parte della valutazione civile delle persone: un’elasticità del concetto di senso civico del tutto particolare.
Il secondo elemento che caratterizza questa rilevazione Istat è la maggiore propensione al rispetto delle regole da parte delle donne di ogni età. Ciò avviene in tutti i campi d’indagine della ricerca, compreso quello della fedeltà fiscale: le italiane sono più civili degli italiani. Il terzo elemento è constatazione di una tendenza alla trasgressione più alta tra i giovani e giovanissimi che tra gli anziani. E, quarto elemento, il titolo di studio non incide allo stesso modo nella considerazione dei comportamenti più consoni alle regole: per esempio, nell’evadere le tasse i laureati hanno atteggiamenti meno “virtuosi” di coloro che sono in possesso di titoli di studio inferiori.

Lo stivale capovolto

Ma la cosa più interessante della ricerca è che viene riscontrata una sostanziale uniformità nel rispetto delle regole tra Nord, Centro e Sud d’Italia. Certo, permane un leggero scarto tra le tre ripartizioni territoriali nel rapporto con i beni pubblici e nei comportamenti individuali nei confronti delle norme, ma in linea di massima le differenze tra gli italiani nel sentire civico sono meno accentuate delle differenze economiche.
L’Italia è una nazione nettamente divisa in due parti per reddito, produzione industriale, occasioni di lavoro, opportunità di riuscita sociale, mentre è più unita sul piano dei comportamenti civici. Se a livello di reddito pro-capite la differenza tra Nord e Sud, ad esempio, è di più di 40 punti percentuali, se il divario di dotazioni infrastrutturali è notevolissima, se sul piano dei servizi siamo di fronte a due realtà inconfrontabili (in quanto a livello di prestazioni sanitarie, di dotazioni di asili-nido, di strutture sportive, di attività culturali e ricreative, di assistenza domiciliare agli anziani e ai disabili, etc.), sul piano invece dei “valori condivisi di cittadinanza” si è meno lontani di quanto i dati economici lascino immaginare. Infatti, nel rapporto si scrive che “a livello territoriale non si osservano grandi divari nella valutazione dei comportamenti virtuosi”.
La condanna verso chi getta le carte a terra è largamente condivisa sul territorio, pur se leggermente più diffusa al Nord, mentre si è più tolleranti al Sud per il parcheggio in doppia fila, mentre è stigmatizzato quasi nella stessa percentuale in tutt’Italia il viaggiare senza biglietto sui mezzi pubblici; invece, la condanna per comportamenti pericolosi alla guida è più alta tra gli intervistati del Sud rispetto a quelli del Nord e del Centro, mentre quasi si equivalgono i giudizi negativi su chi passa con il semaforo rosso, non indossa il casco o non allaccia la cintura di sicurezza.

Il Meridione che non ti aspetti

Anche lasciare dove capita i rifiuti è un comportamento bollato come grave dal 67% dei meridionali intervistati, certo con alcuni punti in meno rispetto a quelli del Nord, ma comunque una percentuale alta rispetto ai luoghi comuni diffusi in questo campo; mentre sull’affissione di avvisi e pubblicità sui muri, pali e cassonetti, la tolleranza è leggermente maggiore nel Centro-Nord.
Ma, si scrive nel report: “Dal punto di vista territoriale, la pratica clientelare nella ricerca del lavoro è leggermente più accettata al Nord che al Sud e nelle Isole”. Interessante anche il dato sulla condanna del voto di scambio, della corruzione e dell’evasione delle tasse: pur essendoci una distanza di qualche punto percentuale tra Nord e Sud, essa non è così alta come si potrebbe immaginare. Impressiona poi il dato sulla richiesta della ricevuta fiscale o dello scontrino: quasi la metà degli intervistati non li richiede, e le percentuali sono quasi simili tra le diverse aree geografiche. E per quanto riguarda la corruzione il dato è ancora più “spiazzante”: considerano inutile la denuncia più i cittadini settentrionali intervistati, e addirittura più pericoloso rivolgersi alla polizia, rispetto ai meridionali. E via, che diamine! Neanche questi primati si vogliono più lasciare al Sud!

Questo articolo è stato pubblicato su Repubblica il 22 agosto 2021

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