Accordo con Just Eat: i riders sono lavoratori dipendenti con i diritti

di Roberto Ciccarelli /
31 Marzo 2021 /

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Lotte. Dopo lo sciopero del 26 marzo cade il primo muro della «Gig economy». I ciclofattorini riconosciuti lavoratori dipendenti di Just Eat e hanno ottenuto il contratto della logistica. «RiderXidiritti» e Cgil, Cisl e Uil: «Risultato storico e innovativo»

Dopo cinque anni di lotte uno dei muri nel mondo delle consegne a domicilio tramite algoritmo è crollato. I riders che lavorano per Just Eat diventeranno lavoratori dipendenti e hanno ottenuto il contratto della logistica. L’accordo è stato firmato ieri dall’azienda con le categorie di Cgil, Cisl, Uil dei trasporti e dei lavoratori atipici pochi giorni dopo lo sciopero nazionale dei ciclofattorini organizzato dalla rete «Rider per i diritti» venerdì 26 marzo in una giornata di convergenza delle lotte con i lavoratori dello spettacolo e i lavoratori della logistica. «È un risultato politico e contrattuale significativo – commenta Maurilio Pirone (Rider per i diritti/Bologna Riders Union) – Nell’ambito di questa azienda il lavoro del ciclofattorino sarà regolato da un modello completamente diverso dal cottimo. Ogni lavoratore avrà una tariffa oraria chiara e godrà di un permessi, ferie, Tfr, tariffe per il lavoro notturno, indennità per malattie infortuni e genitorialità. È previsto il diritto di prelazione per chi ha lavorato per Just Eat nell’ultimo anno. Potrà entrare nel nuovo contratto con una media ore pari almeno a quelle che ha fatto fino ad ora. Le aziende del delivery food si fanno una forte competizione, stanno capendo che questo settore non va avanti con la retorica, ma con i diritti. Just Eat lo ha capito: il cliente è sempre più sensibile a questo problema. Ora è il turno delle aziende di Assodelivery (Deliveroo, Uber Eats, Glovo). È l’ultima resistenza da fare cadere».

«ABBIAMO LOTTATO per anni per raggiungere questo traguardo – afferma Angelo Avelli (Riders per i diritti/Deliverance Milano)- È un passaggio storico perché finalmente i riders hanno un riconoscimento della natura del rapporto subordinato che passa attraverso la contrattazione e un contratto collettivo nazionale. La regolamentazione del settore del settore è iniziata ma va portata a termine. Vigileremo sul contratto e la sua applicazione, informeremo i lavoratori e capiremo i punti sui quali mobilitarci in futuro qualora ci dovesse essere un abuso».

L’ACCORDO ottenuto dal movimento dei rider con i sindacati prevede un compenso orario iniziale di 9,60 euro epotrebbe superare i 10,15 euro considerando le ferie e i permessi retribuiti, spalmati per ora. A questo si aggiunge il lavoro supplementare, straordinario, festivo e notturno. Inoltre alla maturazione del secondo anno di anzianità aziendale la retribuzione tabellare andranno a regime la paga oraria potrebbe arrivare a 11,50 euro circa. È inoltre previsto un modello di lavoro part-time da 10, 20 o 30 ore, con minimo orario giornaliero di 2 ore continuative. I turni saranno pianificati mediante un’applicazione digitale. Così il rider darà la sua disponibilità per la settimana successiva e Just Eat procederà alla pianificazione della settimana lavorativa. Tutto questo dovrebbe riguardare all’incirca 4 mila ciclo-fattorini che Just Eat intende assumere in gran parte a tempo indeterminato. Questa decisione conferma la spaccatura con le altre aziende. Just Eat non fa più parte di Assodelivery che, per ora, intende continuare ad applicare l’accordo -definito «pirata» da rider e sindacati – con l’Ugl.

«SIAMO CONVINTI – sostengono Cgil, Cisl, Uil – che possa aiutare ad indicare una via di regolazione del settore. Auspichiamo che le altre piattaforme seguano il modello di subordinazione oggi definito per creare una situazione di parità di condizioni. Non c’è bisogno di inventarsi nulla, le regole e i contratti nazionali esistono già».

Questo articolo è stato pubblicato su Il manifesto il 30 marzo 2021

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