L’utopia delle regole
- di David Graeber
- / 7 Settembre 2020
- / Cultura, Primo piano

David Graeber era un antropologo statunitense. Insegnava alla London school of economics ed รจ stato tra i promotori del movimento Occupy Wall street. ร morto a Venezia il 2 settembre 2020, a 59 anni. Questo articolo รจ stato pubblicato il 29 maggio 2015 sulย numero 1104ย di Internazionale.
La burocrazia non piace a nessuno, eppure sembra che in un modo o nellโaltro ce ne sia sempre di piรน. Ne vediamo gli effetti in ogni aspetto della nostra vita. La burocrazia รจ diventata lโacqua in cui nuotiamo: ci riempie le giornate con le sue scartoffie e con i suoi moduli sempre piรน lunghi e complicati. Semplici bollette, multe e moduli dโiscrizione sono ormai regolarmente accompagnati da pagine e pagine di documentazione in legalese.
Almeno fino allโottocento, lโidea che lโeconomia di mercato fosse indipendente e contrapposta al governo รจ stata usata per giustificare misure economiche improntate al laissez faire, con lโobiettivo di limitare il ruolo dello stato. Questo effetto, perรฒ, non cโรจ mai stato. Tanto per cominciare, il liberismo inglese non ha portato a una riduzione della burocrazia statale. Anzi, รจ stata la proliferazione di consulenti legali, cancellieri, ispettori, notai e funzionari di polizia a rendere possibile il sogno liberale di un mondo di liberi contratti tra individui autonomi. E non ci sono ormai molti dubbi sul fatto che per mandare avanti unโeconomia di mercato servono mille volte piรน scartoffie che nella monarchia assoluta di Luigi XIV. Viviamo in unโepoca di โburocratizzazione totaleโ. Non sarร che molte condanne senza appello della burocrazia sono in realtร in malafede? E se lโesperienza di vivere e lavorare allโinterno di un sistema di norme e regole formalizzate, allโombra di gerarchie di anonimi funzionari, avesse un suo fascino nascosto?
Cโรจ una scuola di pensiero secondo cui la burocrazia tende a espandersi seguendo una logica interna, perversa ma inesorabile. Lโargomentazione รจ la seguente: se per risolvere un problema si crea una struttura burocratica, questa struttura invariabilmente finirร per creare altri problemi che, a loro volta, sembreranno risolvibili solo per via burocratica. Nel mondo accademico questo fenomeno รจ descritto in termini informali come il problema di โcreare commissioni per risolvere il problema delle troppe commissioniโ.
Le prime burocrazie che conosciamo risalgono allโEgitto e alla Mesopotamia
Una variante di questa teoria dice che una burocrazia, una volta creata, farร in modo di rendersi indispensabile, cercando di esercitare un potere a prescindere da quello che vuole farne. Il modo migliore per raggiungere questo obiettivo รจ monopolizzare lโaccesso a un certo tipo di informazioni chiave. Come scrive Max Weber, uno dei maggiori intellettuali tedeschi vissuti tra lโottocento e il novecento, โogni burocrazia si adopera per rafforzare la superioritร della sua posizione mantenendo segrete le sue informazioni e le sue intenzioni. Nella misura in cui ne รจ capace nasconde le sue informazioni e le sue azioni allo scrutinio criticoโ.
Come osserva lo stesso Weber, un effetto collaterale รจ che quando si crea una burocrazia รจ quasi impossibile sbarazzarsene. Le primissime burocrazie di cui siamo a conoscenza risalgono alle civiltร della Mesopotamia e dellโantico Egitto, e rimasero praticamente intatte per secoli resistendo al succedersi delle dinastie o delle รฉlite dominanti. In modo simile, ripetute ondate di invasioni non bastarono a sradicare lโamministrazione cinese che, con le sue strutture burocratiche, le sue relazioni e i suoi sistemi di valutazione, rimase saldamente al suo posto a prescindere da chi, volta per volta, rivendicava il mandato del cielo. Lโunico modo per sbarazzarsi di una burocrazia consolidata, secondo Weber, รจ semplicemente eliminarne tutti i componenti, come fecero Alarico e i goti nella Roma imperiale o Genghis Khan in alcune zone del Medio Oriente. Se un numero significativo di funzionari resta in vita, nel giro di pochi anni finirร inevitabilmente per controllare il regno.
Unโaltra possibile spiegazione รจ che la burocrazia non solo si rende indispensabile per chi governa, ma esercita la sua attrazione anche su quelli che la amministrano. Il fascino delle procedure burocratiche sta nella loro impersonalitร . I rapporti burocratici, freddi e impersonali, sono molto simili alle transazioni finanziarie: da un lato sono privi di anima e dallโaltro sono semplici, prevedibili e trattano tutti piรน o meno allo stesso modo.
E comunque, chi vuole davvero vivere in un mondo dove tutto รจ anima? La burocrazia ci permette di interagire con altre persone senza doverci impegnare in complesse ed estenuanti forme di relazione. Quando entriamo in un negozio, tiriamo fuori il portafoglio senza preoccuparci di quello che pensa il cassiere del nostro abbigliamento. Allo stesso modo, quando andiamo in biblioteca, tiriamo fuori la tessera senza dover spiegare perchรฉ ci interessano i temi omoerotici della poesia inglese del settecento. Questa sicuramente รจ una parte del fascino della burocrazia. Naturalmente cโรจ anche la possibilitร che le motivazioni siano molto piรน profonde. Le relazioni impersonali favorite dalle burocrazie non sono solo comode e convenienti. In qualche misura, almeno, la nostra stessa idea di razionalitร , giustizia e libertร si fonda su relazioni di questo tipo. Cโรจ stato un momento nella storia dellโumanitร in cui una nuova forma di burocrazia ha ispirato non solo passiva acquiescenza, ma anche un sincero entusiasmo, quasi unโinfatuazione. Ma cosa lโha fatta sembrare cosรฌ esaltante?
Se Weber ha potuto descrivere la burocrazia come lโincarnazione stessa dellโefficienza razionale รจ perchรฉ nella Germania dei suoi tempi le istituzioni burocratiche funzionavano davvero. Lโistituzione simbolo, lโorgoglio dellโamministrazione tedesca, era lโufficio postale. Alla fine dellโottocento il servizio postale tedesco era considerato una delle grandi meraviglie del mondo moderno. La sua efficienza era leggendaria e gettรฒ una specie di ombra spaventosa su tutto il novecento. Molte delle grandi conquiste di quello che oggi chiamiamo โtardo modernismoโ sono state ispirate dallโufficio postale tedesco. E si potrebbe sostenere che molti dei grandi mali del secolo scorso siano ugualmente da imputare allโufficio postale tedesco.
Un progetto rivoluzionario
Per capire tutto questo dobbiamo risalire alle vere origini dello stato sociale moderno, che oggi consideriamo fondamentalmente una creazione di รฉlite democratiche illuminate. Niente รจ piรน lontano dalla veritร . In Europa molte delle istituzioni centrali di quello che sarebbe poi diventato lo stato sociale (dalla previdenza sociale alle pensioni, dalle biblioteche pubbliche agli ospedali pubblici) non sono state create dai governi, ma dai sindacati, dalle organizzazioni di quartiere, dalle cooperative, dalle associazioni e dai partiti operai. Molte di queste organizzazioni erano consapevolmente impegnate in un progetto rivoluzionario per creare, in modo graduale e dal basso, istituzioni di tipo socialista.
In Germania il vero modello di questa nuova struttura amministrativa erano, curiosamente, le poste. Questo, in realtร , ha una certa logica se si ripercorre la storia del servizio postale. Lโufficio postale fu sostanzialmente uno dei primi tentativi di applicare una forma di organizzazione gerarchica e militare al bene pubblico. Storicamente i servizi postali emergono dallโorganizzazione degli eserciti e degli imperi. In origine erano un modo per trasmettere rapporti operativi e ordini a lunga distanza. Successivamente, per estensione, diventarono uno strumento per tenere uniti gli imperi. Di qui la famosa citazione di Erodoto sui messaggeri imperiali persiani, con le loro postazioni distribuite in modo uniforme in tutto il territorio dotate di cavalli riposati che permettevano spostamenti rapidissimi: โNรฉ la neve nรฉ la pioggia, il caldo o il buio della notte impediscono loro di portare a termine un compito con la massima velocitร โ, si legge ancora oggi allโingresso dellโedificio del Central post office di New York. Lโimpero romano aveva un sistema simile, e piรน o meno tutti gli eserciti adottavano sistemi di corrieri postali finchรฉ nel 1805 Napoleone non passรฒ allโalfabeto semaforico.
Una delle grandi innovazioni di governance del settecento e specialmente dellโottocento fu lโespansione e lโadattamento del vecchio sistema dei corrieri militari a una nuova funzione pubblica che aveva innanzitutto lo scopo di assicurare dei servizi per i cittadini. Il primo a servirsene fu il commercio, poi le classi mercantili cominciarono a usare la posta anche per la corrispondenza personale o politica. Di lรฌ a poco, in molti degli stati emergenti in Europa e nelle Americhe metร del bilancio dello stato (e piรน della metร dei dipendenti pubblici) sarebbe stato assorbito dal servizio postale.
Si potrebbe quasi sostenere che in Germania fu la posta a creare lo stato-nazione. Durante il Sacro Romano Impero il diritto di amministrare un sistema postale allโinterno dei territori imperiali fu attribuito, alla maniera feudale, a una famiglia aristocratica originaria di Milano, i baroni von Thurn und Taxis (dice la leggenda che un discendente della famiglia fu lโinventore del tassametro, da cui il taxi prenderebbe il nome). Nel 1867 lโimpero prussiano rilevรฒ il monopolio dei Thurn und Taxis e lo usรฒ per gettare le basi di un nuovo servizio postale nazionale tedesco. Nei ventโanni successivi il chiaro segnale che un nuovo staterello o principato era stato assorbito nel nascente stato-nazione tedesco era lโincorporazione nel sistema postale. La sfavillante efficienza del sistema diventรฒ motivo di orgoglio nazionale. Ed effettivamente, alla fine dellโottocento, il servizio postale tedesco era a dir poco impressionante, con 5-9 consegne al giorno nelle principali cittร , e chilometri e chilometri di tubi pneumatici che attraversavano il sottosuolo di Berlino per consegnare quasi allโistante lettere e piccoli pacchi grazie a un sistema ad aria compressa. Mark Twain, che visse brevemente a Berlino tra il 1891 e il 1892, ne restรฒ cosรฌ colpito che scrisse uno dei suoi pochi saggi non satirici, Postal service, per celebrare la prodigiosa efficienza del servizio.
Non fu lโunico straniero a restare impressionato. A pochi mesi dallo scoppio della rivoluzione russa, Vladimir Iliฤ Lenin scriveva: โVerso il 1870 un arguto socialdemocratico tedesco considerava la posta come un modello di impresa socialista. Giustissimo. La posta รจ attualmente unโazienda organizzata sul modello del monopolio capitalistico di stato. A poco a poco lโimperialismo trasforma tutti i trust in organizzazioni di questo tipo. Tutta lโeconomia nazionale organizzata come la posta: i tecnici, i sorveglianti, i contabili, come tutti i funzionari dello stato, retribuiti con uno stipendio non superiore al โsalario da operaioโ, sotto il controllo e la direzione del proletariato armato. Ecco il nostro obiettivo immediatoโ. Ebbene sรฌ: lโorganizzazione dellโUnione Sovietica fu modellata direttamente sul servizio postale tedesco.
Questa visione di un potenziale paradiso che nasceva dallโinterno dellโufficio postale non era confinata allโEuropa. Dopo la guerra civile, con lโaffermazione del capitalismo societario, anche gli Stati Uniti si avvicinarono al modello tedesco di capitalismo burocratico. Ancora una volta le forme di una societร nuova, piรน libera e razionale, sembravano emergere allโinterno delle strutture stesse dellโoppressione. Negli Stati Uniti, per dire โnazionalizzazioneโ si usava il calco โpostalizzazioneโ, poi completamente scomparso dal linguaggio. E mentre Weber e Lenin invocavano la posta come un modello per il futuro, negli Stati Uniti la sinistra sosteneva che perfino le imprese private sarebbero state piรน efficienti se gestite come la posta, e imponeva la โpostalizzazioneโ di servizi importanti come la metropolitana e il trasporto ferroviario locale e interstatale, da allora rimasti in mano pubblica. Tutte queste fantasie sullโutopia postale suonano quantomeno datate. Oggi il servizio postale รจ associato allโarrivo di cose che non vorremmo affatto: bollette, avvisi di conto in rosso, accertamenti fiscali, offerte di carte di credito usa e getta, appelli alla beneficenza e cosรฌ via. Nellโimmaginario collettivo statunitense la figura dellโimpiegato postale รจ diventata sempre piรน triste. Ma proprio mentre si combatteva questa guerra simbolica contro il servizio postale, รจ nata una nuova infatuazione, simile a quella per la posta a cavallo del settecento e dellโottocento. Possiamo riassumerla in questo modo:
- Una nuova tecnologia di comunicazione nasce in ambito militare.
- La tecnologia si diffonde rapidamente, trasformando in modo radicale la vita quotidiana.
- Quindi conquista una fama di sfolgorante efficienza.
- Dato che si basa su princรฌpi diversi dal libero mercato, รจ subito adottata dai movimenti radicali, che la considerano un modello per un futuro sistema economico non capitalista in grado di svilupparsi allโinterno del capitalismo stesso.
- Allo stesso tempo diventa uno strumento di controllo per il governo e favorisce la proliferazione di nuove infinite forme di pubblicitร e scartoffie indesiderate.
Questi cinque punti rispecchiano esattamente la storia di internet. Cosโรจ lโemail se non un gigantesco ufficio postale elettronico superefficiente? Non ha forse creato a sua volta lโillusione di una nuova forma di economia cooperativa che nasce dalle spoglie del capitalismo, per poi inondarci di truffe, pubblicitร e offerte commerciali indesiderate, dando la possibilitร allo stato di spiarci in modi sempre nuovi e piรน creativi? ร significativo che, pur nascendo in ambito militare, il servizio postale e internet siano considerati entrambi strumenti che impiegano tecnologie militari per scopi squisitamente antimilitaristi. In tutti e due i casi una forma di comunicazione minimalista e ridotta allโosso, tipica dei sistemi militari, si trasforma in una piattaforma invisibile per costruire tutto quello che non รจ: sogni, progetti, dichiarazioni dโamore e passione, effusioni artistiche, manifesti sovversivi e qualsiasi altra cosa. Ma questo vuol dire anche che la burocrazia ci attrae e ci sembra piรน liberatoria proprio nel momento in cui scompare: quando, cioรจ, diventa talmente razionale e affidabile che ci illudiamo di poterci addormentare su un letto di numeri e di ritrovarli al risveglio tutti al loro posto.
Lavoratori industriali
I computer hanno avuto un ruolo cruciale in tutto questo. Nel settecento e nellโottocento lโinvenzione di nuove forme di automazione industriale ebbe lโeffetto paradossale di trasformare una percentuale sempre maggiore della popolazione mondiale in lavoratori industriali a tempo pieno. Allo stesso modo, tutti i software progettati negli ultimi decenni per sollevarci dalle responsabilitร amministrative ci hanno trasformato in amministrativi part time o a tempo pieno.
Mentre i professori universitari sono costretti a passare sempre piรน tempo a gestire le borse di studio, i genitori si rassegnano a dedicare diverse settimane ogni anno a compilare moduli online di quaranta pagine per iscrivere i figli a una scuola dignitosa. Allo stesso modo, i commessi sanno che dovranno passare una parte sempre piรน consistente della loro vita a digitare password sul telefono per accedere ai loro vari conti bancari. Ognuno di noi sa che dovrร imparare a fare il lavoro che un tempo facevano gli agenti di viaggio, i mediatori finanziari e i commercialisti.
Qualcuno una volta ha calcolato che lo statunitense medio passa sei mesi della propria vita ad aspettare che scatti il semaforo. Non so se ci sono dati simili su quanto tempo passiamo a riempire moduli, ma deve essere almeno altrettanto. Credo di poter dire che mai nella storia del nostro pianeta una popolazione ha passato tanto tempo a occuparsi di scartoffie.
Il guaio รจ che tutto questo รจ successo dopo la caduta dellโorribile e antiquato socialismo burocratico e il trionfo della libertร e del mercato. Certamente รจ uno dei grandi paradossi della vita contemporanea, ma a quanto pare siamo diventati sempre piรน restii ad affrontare la questione.
Chiaramente questi problemi sono collegati, direi anzi che sotto molti aspetti si tratta dello stesso problema. Non si puรฒ semplicemente dire che lโapproccio burocratico (o piรน specificamente manageriale) ha soffocato tutte le forme di immaginazione tecnica e di creativitร . In fondo, come ci ricordano sempre, internet ha liberato ogni sorta di visione creativa e spirito collaborativo. Ma ciรฒ che la rete ha portato davvero รจ una curiosa inversione di fini e mezzi, dove la creativitร รจ al servizio dellโamministrazione, e non il contrario. La metterei cosรฌ: in questa ultima, interminabile fase del capitalismo ci stiamo spostando dalle tecnologie poetiche alle tecnologie burocratiche.
Quando parlo di tecnologie poetiche mi riferisco allโuso di mezzi razionali, tecnici e burocratici per dar vita a fantasie incontrollate e impossibili. In questo senso, le tecnologie poetiche sono antiche quanto la civiltร . Potremmo dire che precedono le macchine complesse. Lewis Mumford sosteneva che le prime macchine complesse erano fatte di persone. I faraoni egiziani furono in grado di costruire le piramidi solo grazie a una profonda conoscenza delle procedure amministrative, che a sua volta permise di sviluppare tecniche di produzione, di suddividere le attivitร complesse in decine di operazioni semplici e di assegnare ogni operaio a una squadra. Tutto questo senza conoscere tecnologie meccaniche piรน complesse della leva e del piano inclinato. Il controllo burocratico trasformรฒ eserciti di braccianti in ingranaggi di una grande macchina. Molti anni dopo, quando furono inventati gli ingranaggi veri e propri, la progettazione di macchinari complessi diventรฒ sempre, in qualche misura, unโelaborazione di princรฌpi che originariamente erano stati sviluppati per organizzare le persone. Eppure, ogni volta queste macchine (non importa se le loro parti sono braccia e tronchi oppure pistoni, ruote e molle) sono messe allโopera per realizzare fantasie che altrimenti sarebbero impossibili: cattedrali, viaggi sulla luna, ferrovie transcontinentali e cosรฌ via. Certamente, le tecnologie poetiche hanno quasi sempre qualcosa di terribile: la poesia รจ in grado di evocare sia โoscuri mulini sataniciโ sia grazia e liberazione. Ma le tecniche razionali e burocratiche sono sempre al servizio di un grande fine.
Da questo punto di vista, i folli piani sovietici โ anche se mai realizzati โ hanno segnato il livello di piena delle tecnologie poetiche. Ora abbiamo il problema contrario. Questo non vuol dire che visione, creativitร e fantasie irrazionali non sono piรน incoraggiate. Il punto รจ che le nostre fantasie restano sospese in aria: non facciamo piรน neanche finta che possano prendere forma o soliditร . Allo stesso tempo, nei pochi campi in cui la creativitร libera e originale รจ effettivamente favorita (come lo sviluppo dei software open source per internet), รจ impiegata per creare altre piattaforme, ancora piรน efficaci, per la compilazione di moduli. ร questo che intendo con tecnologie burocratiche: gli obblighi amministrativi sono diventati non il mezzo, ma il fine dello sviluppo tecnologico. Intanto, la nazione piรน grande e potente che sia mai esistita sulla Terra ha passato gli ultimi decenni a spiegare ai suoi cittadini che non รจ piรน tempo di sognare grandi imprese, anche se, come indica lโattuale crisi ambientale, il destino del pianeta dipende da questa capacitร .
La burocrazia incanta quando diventa una sorta di tecnologia poetica. Per gran parte della storia questo potere รจ stato in mano agli imperatori o ai comandanti degli eserciti vittoriosi, perciรฒ potremmo addirittura parlare di una democratizzazione del despotismo. Un tempo il privilegio di alzare la mano e far sรฌ che un esercito invisibile di ruote e ingranaggi si organizzasse da solo per soddisfare i propri capricci era riservato a pochi eletti. Nel mondo contemporaneo puรฒ essere suddiviso in milioni di pezzi piccolissimi e messo a disposizione di chiunque sappia scrivere una lettera o schiacciare un interruttore.
Questo articolo รจ stato pubblicato su Internazionale il 4 settembre 2020
(Traduzione di Fabrizio Saulini)