Strumenti digitali contro la violenza di genere
- / 19 Maggio 2020
- / Femminismi, Tecnologia

di Barbara Leda Kenny
La pandemia ha messo in evidenza l’uso scarso e arretrato di strumenti digitali che contraddistingue politiche e misure di contrasto alla violenza. ร l’occasione giusta per lasciare spazio all’innovazione.
La pandemia, con le misure di lockdown e quindi con la permanenza obbligata in casa, ha avuto ripercussioni negative immediate sui percorsi di fuoriuscita dalla violenza. Un esito che era prevedibile considerando quello รจ successo in Cina โ dove durante la quarantena sono aumentati i casi di violenza domesticaยญ ยญโ e quello che abbiamo imparato dalla crisi economica del 2008: ossia che quando ci sono grandi crisi economiche si inaspriscono le situazioni di violenza domestica. Le associazioni hanno denunciato come in una prima fase ci sia stato un crollo consistente delle chiamate ai centri antiviolenza e al numero nazionale antiviolenza, mentre dopo lโattivazione di strumenti di comunicazione e risorse digitali si รจ registrato un aumento delle richieste di aiuto. I dati Istat del 13 maggio parlano di un incremento di contatti al 1522 del 73%.
La pandemia ha messo in evidenza un dato di fatto: le politiche di contrasto alla violenza non prevedono lโuso di strumenti digitali, e le associazioni ne fanno un uso piuttosto scarso, quindi non erano previste molte alternative alle telefonate e ai colloqui in sede.
Questa constatazione apre a un tema che รจ quali interessi muovono lo sviluppo e lโinvestimento in nuove tecnologie. Nel mondo esiste il divario digitale di genere ovvero una disparitร di accesso alle tecnologie tra uomini e donne. Le donne usano meno le tecnologie e sono poche nel settore dello sviluppo tecnologico. Il divario digitale di genere รจ un divario denunciato da piรน parti, รจ un obiettivo dellโagenda 2030 per uno sviluppo sostenibile e di numerosi programmi dedicati alle ragazze sia privati che pubblici. Spesso la narrazione sul perchรฉ ci servono piรน donne nelle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) รจ basata su motivazioni legate al mercato del lavoro: sempre piรน professioni richiedono strumenti e competenze digitali, le professioni legate allo sviluppo e allโuso di tecnologie sono piรน richieste e meglio remunerate. Ma abbiamo bisogno di piรน donne nelle STEM perchรจ sappiamo anche che sempre di piรน le tecnologie plasmano il modo in cui interagiamo e gli scenari in cui ci muoviamo, e le tecnologie non sono neutre, ma riflettono il sistema valoriale di chi le progetta e produce.
Il fatto che siano principalmente gli uomini a sviluppare tecnologie esclude o rende marginali una serie di istanze e possibilitร di cui le donne sono portatrici. Joy Buolamwini attivista e studiosa afroamericana al MIT ha denunciato come lโintelligenza artificiale usata per il riconoscimento facciale sia influenzata dagli stereotipi razzisti e sessisti di chi lโha sviluppata e ha dimostrato come una tecnologia di uso cosรฌ massivo rafforzi gli stereotipi di cui รจ portatrice. Uno dei risultati di questa sproporzione รจ che gli ambiti e le professioni a forte presenza femminile sono spesso scarsamente sviluppati da un punto di vista tecnologico. Con la crisi dovuta alla diffusione di Covid abbiamo potuto constatare come, per esempio, la didattica sia un ambito in cui cโรจ stato poco investimento in termini di tecnologie e competenze digitali. Ma, in maniera ancora piรน forte, come detto in apertura, questo vuoto si รจ percepito nella prevenzione e il contrasto della violenza anche per le conseguenze molto gravi che ha avuto.
Abbiamo provato a fare una ricognizione veloce sullo stato delle cose. Nella grandissima maggioranza dei casi come contatto per i centri antiviolenza vengono indicati dei numeri fissi e indirizzi di e-mail. Due strumenti anacronistici rispetto a come tutte quante noi comunichiamo oggi: via cellulare e via messaggistica. Il 76% delle persone in Italia ha uno smarphone e il 97% un cellulare. Cโรจ internet nellโ82% delle case, mentre cโรจ un telefono fisso in meno del 60% delle case. Questo significa anche che internet รจ uno strumento di comunicazione con lโesterno: anche, per esempio, quando un telefono non ha credito perchรฉ un partner violento monopolizza le risorse economiche. O che si puรฒ chattare piรน facilmente che parlare quando si รจ sottoposte a un controllo stringente. La riprova รจ lโaumento delle denunce non appena sono stati attivati canali digitali come WhatsApp.
Non cโรจ una strategia social di comunicazione per il contrasto alla violenza, eppure Facebook รจ utilizzato dallโ85% della popolazione che in piรน del 90% dei casi accede da un cellulare. Ci sono profili generici delle associazioni ma con un uso piรน politico che di servizio. Mentre non ci sono profili di comunicazione istituzionali indirizzati in tale senso se non quello del 1522 che รจ seguito da 5000 persone (la pagina dellโOng Differenza Donna ne conta 13.500, la Casa delle Donne di Milano 13.000, quella delle attiviste antiviolenza Chayn Italia 7.500, per avere un termine di paragone). La pagina del 1522 รจ poco seguita e uno dei motivi potrebbe essere che funziona principalmente come megafono per i lanci stampa del Dipartimento Pari Opportunitร della Presidenza del Consiglio e non ha una strategia di comunicazione orientata allโutenza. Eppure, piรน รจ basso il livello di alfabetizzazione e piรน tra le persone giovani si usano i social anche se non si naviga in rete e questo significa che Facebook o Instagram sono piรน accessibili di Google per alcune fasce di popolazione (giovani e con scarsa alfabetizzazione).
Sono state le donne militanti a lanciare le prime campagne social comunicando che i servizi antiviolenza erano aperti nonostante il lockdown. I servizi antiviolenza non usano i social e, di conseguenza, nemmeno le funzionalitร connesse come la messaggistica. La maggior parte delle attivitร commerciali ha una messaggistica collegata alla pagina dellโattivitร : una finestra che si apre con delle domande pre-impostate: vuoi sapere il menรน di oggi? Vuoi informazioni sugli orari? Vuoi prenotare un tavolo? Applicare una funzionalitร cosรฌ basica e diffusa con cui tutti hanno dimestichezza potrebbe essere unโidea di facile realizzazione. 1522 รจ lโapplicazione legata al numero nazionale antiviolenza. ร unโapplicazione molto basica: consente la messaggistica con unโoperatrice, di telefonare, di attivare dispositivi di emergenza (non spiega perรฒ quali), la localizzazione dei centri antiviolenza e contiene schede dedicate su contatti e servizi offerti da ogni centro. Per avere queste funzionalitร non serve unโapplicazione basta su un sito web, e l’operazione comporta anche meno rischi per le donne che la usano (perchรฉ non lascia tracce nel telefono). Sorvoliamo sul fatto che la prima schermata sia un questionario a cui perรฒ bisogna rispondere via e-mail.
Ci sono servizi e applicazioni ben sviluppate, un sito di riferimento puรฒ essere quello di Chayn Italia (che funziona come aggregatore di informazioni) e un buon esempio di applicazione รจ la francese App-Elles sviluppata da un gruppo di attiviste e vincitrice di numerosi premi per lโinnovazione. ร un app rivolta sia alle donne vittime di violenza che alle persone a loro vicine, รจ gratuita e sicura in termini di privacy (ossia di utilizzo dei dati). Consente la geolocalizzazione e il tracciamento in tempo reale e comunica la posizione a una cerchia di contatti scelti dalla donna stessa, consente di ascoltare suoni e voci ambientali, aiuta a calcolare il percorso piรน veloce per raggiungere un punto scelto (un servizio antiviolenza o la casa di qualcuno che รจ informato e puรฒ offrire sostegno), chiamate di emergenza, lโapp puรฒ essere attivata con un comando vocale, puรฒ registrare conversazioni, telefonate, archiviare messaggi, chat anche se vengono cancellate dal telefono. Inoltre, la schermata dellโapp si chiude immediatamente agitando il telefono. Volendo allโapp รจ abbinato un braccialetto (questo sรฌ a pagamento) che funziona anche quando il telefono รจ spento e consente di lanciare un allarme e la propria posizione premendo un bottone, utile soprattutto se la donna si trova nella fase di fuoriuscita, o in caso di stalking.
Oltre a tutto questo lโapplicazione propone il collegamento ai servizi antiviolenza, la geolocalizzazione dei servizi antiviolenza, il collegamento ai numeri di emergenza, il collegamento alla chat del 1522, una serie di approfondimenti e schede sulle forme della violenza, รจ disponibile in diverse lingue e aggiornata per essere utilizzata in 12 paesi.
Tra i vantaggi dellโutilizzo di un’applicazione come questa cโรจ inoltre la possibilitร di avere dati, nel rispetto della privacy, sul suo utilizzo, che possono dare indicazioni preziose sui bisogni dellโutenza.
Una delle lessons learned di Covid19 potrebbe essere proprio questa: che abbiamo bisogno di un investimento nello sviluppo e la diffusione di strumenti digitali per la prevenzione e il contrasto della violenza, e abbiamo bisogno di potenziare le competenze digitali delle operatrici, di svecchiare i canali di comunicazione ampliando la loro capacitร di raggiungere unโutenza ampia.
Questo articolo รจ stato pubblicato su inGenere il 15/05/2020