Concerto clandestino ai Prati di Caprara: domenica dalle 17 l'appuntamento

4 Settembre 2019 /

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di Silvia R. Lolli
Domenica 8 settembre 2019 dalle ore 17 alle 21 ai Prati di Caprara si terrà il concerto clandestino organizzato dal Comitato Rigenerazione No Speculazione che da due anni sta cercando di porre l’attenzione alla proposta Comune/Invimit di costruire appartamenti in una zona verde da anni, rinaturalizzata con vegetazione anche autoctona.
Dopo l’estate, per la verità poco di ferie per i molti volontari del comitato, si riprende per cercare di salvare questo “polmoncino verde” attorno all’ospedale Maggiore, il nosocomio più esteso dell’area metropolitana di Bologna. Hanno finora aderito in tanti alla manifestazione, gruppi e artisti individuali: musicisti indipendenti bolognesi; si alterneranno con le loro canzoni e musiche, sia in acustica sia con strumenti più elettronici. Le conferme: Stefano Mazzanti, Laboratorio Sociale AfroBeat, Carlos La Bandera, Eh?, ImpressioneSatori, Marco Trotta duo, The Dark Machine-A Taste & Flavour Pink Floyd Tribute, Federico Pirozzi DJ. Presenta Michele Pompei.
Purtroppo non è stato possibile aprire lo spazio a troppi artisti, che hanno dato l’adesione all’iniziativa, perché la durata dovrà essere limitata. Altre adesioni al concerto vengono date, alcune di queste sono gruppi di cittadini e comitati che saranno presenti, come si dice su Facebook, in cambusa per offrire assieme agli attivisti, bevande e cibo che saranno venduti finché la luce naturale sarà presente nell’area; finora hanno aderito: Làbiopizza a Làbas, Gelateria Stefino, Fermenti Sociali.
Il comitato si è dato un orario tassativo di chiusura, ore 21,00, sia per ragioni collegate all’assenza di luce pubblica, ma soprattutto per la vicinanza dell’ospedale Maggiore; la priorità di questa manifestazione di politica dal basso è avere rispetto per gli sfortunati ospiti di esso che potrebbero sentire le note del concerto. La musica può aiutare la sofferenza fisica, e quindi il concerto sarà dedicato anche a loro, tuttavia la musica deve essere modulata e comunque non può disturbare chi deve riposare, soprattutto oltre un certo orario.
Gli attivisti del comitato hanno deciso di ricominciare a farsi sentire nella massima sicurezza e rispetto, non dimenticando poi l’altro oggetto di raccolta firme: il centro sportivo ex Cassa di risparmio di Via Marzabotto e qui il 2 settembre, ultimo giorno di apertura, hanno manifestato con un breve flash mob. Infatti, nonostante i vari appelli e comitati, dal 3 settembre il centro verrà chiuso alle società sportive (anche gli allenamenti della Virtus femminile dovranno essere sospesi ed è appena arrivata in serie A, come la Pontevecchio di ritmica!), per procedere, dopo l’installazione dell’antenna 5G, anche con la costruzione dell’ennesimo supermercato.
Pochi giorni fa un altro Comitato, i cui componenti hanno firmato e sono attivisti del comitato Rigenerazione no speculazione, ha fatto un’altra azione dimostrativa sperando di poter sensibilizzare l’amministrazione comunale anche sulla questione, molto preoccupante per i residenti, dell’antenna 5G. Tutto per la finalità del massimo guadagno; è l’unico obiettivo di chi sta privatizzando sempre più la città! Ma se dietro ci fosse un’imprenditoria solida, forse si potrebbe anche collaborare per il bene comune?
Come scritto prima delle ferie al CRB/CSB la situazione sembra in un “cul de sac”: l’amministrazione attuale, che fin dalla campagna elettorale del 2016, aveva fatto incontri e quindi accordi o almeno pre-accordi, per queste aree, ricordiamo con riferimento alla ristrutturazione dello stadio comunale, ora sembra un po’ in difficoltà. Abbiamo poi appreso che il privato (Impresa Seci che non naviga in buone acque) aveva acquistato, ma come si capisce dagli ultimi articoli pubblicati sui giornali cittadini, con delle garanzie più che con del contante! Altrimenti non si spiegherebbe perché l’accordo per la costruzione del supermercato sia avvenuto prima dell’acquisto effettivo da parte di Seci, che ricordiamo non ha fatto il contratto di compravendita con la Cassa di Risparmio (o S. Paolo), ma ha avuto successivamente la proprietà dalla piccolissima società acquirente, capitale sociale di €10.000. Ora sembra in procinto di acquistare parte dell’area ex CRB l’imprenditore della salute Monti, vedremo come procederanno le verifiche sui vari contratti e accordi pregressi.
Tralasciamo per ora quest’affaire per ragionare un po’ sui Prati di Caprara e sulla loro vendita a scopo edilizio-speculativo. Si tratta dell’ennesima vendita di un bene pubblico, che il comitato potrebbe già a pieno titolo chiamare bene comune, vista la cura che tutti gli attivisti, firmatari compresi, hanno profuso per il mantenimento di un’area ecologicamente e socialmente importante. Ora un bene comune, ancora poi bene pubblico, fa parte del patrimonio dello Stato; pensiamo che ne abbia fatto sempre parte, fin dall’unità d’Italia; lo Stato se ne è appropriato dalla famiglia bolognese Caprara.
Alla fine dell’Ottocento ai Prati esisteva una lunetta (deposito militare, Bologna era circondata in periferia da queste lunette: lunetta Gamberini, Villa Contri per esempio), poi nel 1890 fu la sede, per ben 8 giorni, del circo di Buffalo Bill. All’inizio del Novecento ospitò partite di calcio anche del Bologna, ma successivamente di tutti i cinnò della zona; la sede militare si è allargata soprattutto durante la seconda guerra mondiale; poi piano piano il luogo, Parti est, adibito a qualche esercitazione di carri armati, fu dismesso; qui dunque si è potuto ricostituire un bosco, con aree prative in cui la biodiversità la sta facendo da padrone. Bosco che serve non solo per il Maggiore, ma per mitigare rumori e fumi del vicinissimo e ormai esteso aeroporto, oltre che della zona della città maggiormente inquinata.
Dunque abbiamo ancora un bene pubblico che ha molte finalità per la comunità bolognese, soprattutto quella del benessere che il bosco urbano può dare in termini di salute. Perché non può rimanere tale ed essere annoverato tra i beni comuni? I 900 milioni possibili di ricavo dalla vendita a speculazione privata non sono nulla di fronte ad un patrimonio che può rendere per tutti gli anni a venire. Il bilancio dello Stato si può ripianare in altri modi.
Si è già costituita attorno all’area una comunità, il comitato Rigenerazione, ma non solo, perché in questi anni (per la verità poi sono poco più di due!) altri comitati cittadini ed italiani si sono messi in relazione e cercano di portare avanti obiettivi comuni pur se da territori e con modalità diversi. Il comitato avrà poi un’altra iniziativa, prima dell’assemblea del 2 ottobre indispensabile per mantenere quella democrazia partecipativa che l’ha sempre contraddistinto, il 23 settembre alle ore 19: in Piazza Verdi si terrà una tavola rotonda sull’esperienza bolognese e su quelle di altri comitati italiani.
Sarà un momento in cui si potranno toccare con mano le situazioni dei diversi gruppi che stanno non solo facendo resilienza per il futuro, ma soprattutto in molti casi resistenza per il mantenimento di dimensioni ecologiche importanti. Sarà un momento di confronto, in cui le comunità potranno ampliare i loro movimenti per accelerare il cambiamento paradigmatico ormai indispensabile per la vita futura.
Ci auguriamo che anche da qui si possano continuare quelle azioni comunitarie che stanno costruendo in varie parti del mondo l’eco-diritto, cioè quell’ecologia del diritto richiamata nel libro di Capra e Mattei (F. Capra, U.Mattei (2017), “Ecologia del diritto. Scienza, politica, beni comuni”, Aboca, Sansepolcro, Arezzo) che si conclude con queste parole: “Insurrezioni prive di visione sono soltanto disperate sommosse, facili da delegittimare e da reprimere con la violenza del diritto attuale. L’eco-diritto è pronto ora per dotare la quasi totalità della popolazione di una visione e di un piano.”
E non possiamo dimenticare Stefano Rodotà che ha studiato da anni il bisogno di riconoscere l’esistenza dei beni comuni con: “la finalità di escludere che quei beni possano essere oggetto di appropriazione, con il duplice effetto di escludere per essi regole di proprietario e esercizio di poteri sovrani”. L’idea del concerto clandestino e delle altre attività, passate e future, del Comitato Rigenerazione No Speculazione ha certamente l’idea di diffondere conoscenze e proporre a tutti una nuova visione.

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