Servizio sanitario nazionale: no alla privatizzazione assicurativa e "mutualistica"

10 Aprile 2017 /

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Sanità
del Forum per il diritto alla salute
Adesione all’appello di Ivan Cavicchi contro il Renzi-Care per il diritto alla salute in Italia. All’attenzione di Pierluigi Bersani, Pippo Civati, Luigi De Magistris, Michele Emiliano, Nicola Fratoianni, Giuliano Pisapia, Roberto Speranza, Susanna Camusso e Maurizio Landini
Il Forum per il diritto alla salute, con centinaia di movimenti di cittadinanza attiva, soggetti istituzionali e personalità scientifiche e professionali, si sta in queste ore mobilitando nelle maggiori città italiane per le iniziative a sostegno dell’appello Our health is not for sale (per aderire visita il sito Setteaprile.altervista.org) dell’European Network Against Privatization and Commercialization of Health and Social Protection”, per fare del 7 Aprile, proclamato dall’Oms nell’anniversario della sua costituzione nel 1948 giornata mondiale della salute quest’anno dedicata alla lotta alla depressione, una giornata di protesta in Europa contro la mercificazione della salute e la finanziarizzazione dei sistemi sanitari.
L’appello “La sinistra deve fermare il Renzi-Care” di Ivan Cavicchi sul Manifesto del 31.03.2017 dà una lucida contestualizzazione a tale giornata e costituisce stimolo ulteriore per i soggetti politici e le personalità della Sinistra a fare del 7 aprile un’occasione di raccordo tra opposizione di sinistra nelle istituzioni nazionali, regionali e comunali e movimenti di cittadinanza attiva e pensiero critico negli ambiti accademici e professionali, contro la privatizzazione mutualistica e assicurativa del Servizio Sanitario Nazionale. E, aggiungiamo noi, per un’altra politica economica e una riforma di tutto il sistema sanitario, sempre sostenuto dalla fiscalità generale, dove chi ha di meno mette di meno e chi ha di più dà di più.

In primo luogo Cavicchi, infatti, ha denunciato il disegno di Renzi. Sostituire il principio costituzionale del «diritto alla salute» con il “diritto alla protezione”(dopo la perdita della salute?) teorizzando un fantomatico “pavimento di diritti universali finanziati dal fisco” (smentito dai fatti e inesistente perché si è già arrivati nel 2015 a più di 11 milioni di cittadini che rinunciano a cure efficaci per insufficienza di reddito) e la possibilità di integrarlo “con diritti particolari” finanziati dai redditi (per chi li ha, non per i poveri, quindi più disuguaglianza).
Completare il disegno di politica socio-sanitaria illustrata nel libro bianco del ministro Sacconi (del governo Berlusconi-Mediolanum) e successivamente imposta dalla lettera Trichet-Draghi dell’agosto 2011 di privatizzare la sanità pubblicai n favore della speculazione finanziaria delle grandi assicurazioni italiane – Generali e Unipol SAI in testa- ed europee – Allianz in testa – e di Confindustria, tramite:

  • de-finanziamento e conseguente demolizione del patrimonio strutturale, di personale e tecnico scientifico della sanità pubblica (livelli essenziali di assistenza sotto-finanziati, blocco degli organici, riordini regionali di tutti i tipi, piani di rientro delle regioni con ulteriore ticket e prelievi fiscali regionali aggiuntivi a quelli nazionali);
  • potenziamento del cosiddetto welfare aziendale e contrattuale, sia sostitutivo che integrativo di quello pubblico, purtroppo col concorso di organizzazioni sindacali coinvolte nella gestione dei fondi sanitari contrattuali. Un welfare categoriale detassato, quindi a scapito del sistema pubblico, e lo sviluppo di un sistema privato in concorrenza con quello pubblico;
  • riforma del terzo settore, cioè la cosiddetta impresa sociale, passata con Renzi e i governi di centro sinistra da non-profit a profit per renderla adeguata alle nuove condizioni di mercato e mettere in competizione la sussidiarietà con la solidarietà.

Tutto ciò costituisce il programma, non dichiarato in questi termini ma promesso con richiamo nero su bianco a fatti pregressi, che Renzi propone nella sua mozione congressuale Avanti, insieme. Documento congressuale a sostegno della candidatura di Matteo Renzi.
In secondo luogo Cavicchi ha invitato diverse personalità della sinistra a esprimere la loro disponibilità ad opporsi al sistema multi-pilastro contenuto nella mozione del segretario del PD (siete disposti a cancellare gli incentivi fiscali alle mutue aziendali per rifinanziare, con i soldi risparmiati, la sanità pubblica? siete disposti a dare ai lavoratori il salario per intero, prevenire per quello che è possibile le loro malattie, e quando si ammalano offrire loro un servizio universale adeguato?).
Come dice lo stesso Cavicchi, non si tratta di accusare alcune categorie di tradimento, né di condannare chi, oggi, ad una sanità pubblica decadente, preferisce altre alternative sfruttando i vantaggi della sua condizione di lavoro. La realtà è quella che è. Proponiamo invece di rilanciare una discussione pubblica su come difendere, cambiare e rilanciare un sistema universalistico derivante dall’art 32 della Costituzione. Un sistema a sua volta connesso con una diversa politica economica basata sulla lotta contro le diseguaglianze crescenti che distruggono, queste sì, il nostro sistema democratico e i relativi livelli di civiltà raggiunti nei decenni passati.
Forum per il diritto alla salute condivide questo invito e propone a forze politiche, organizzazioni sindacali e associazioni di promuovere in parlamento e nel paese una lotta decisa tesa a:

  • 1. incrementare il Fondo Sanitario Nazionale
  • 2. eliminare i ticket
  • 3. annullare le facilitazioni fiscali per le polizze assicurative e gli importi versati per i fondi previsti dal welfare contrattuale, mantenendo le detrazioni per le spese sanitarie e le prestazioni odontoiatriche e riabilitative ai di fuori dei livelli essenziali di assistenza
  • 4. allargare i livelli essenziali di assistenza alla totale copertura dell’assistenza socio-sanitaria con inserimento delle prestazioni di sicura efficacia
  • 5. promuovere un programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia, ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico, realizzazione di residenze per anziani e soggetti non autosufficienti di piccole dimensioni integrate col territorio
  • 6. togliere i vincoli alle assunzioni di personale nel servizio sanitario nazionale, da destinare a progetti di innovazione e adeguamento organizzativo della continuità assistenziale tra ospedale e territorio tramite i distretti e le case della salute, intese come articolazione dei distretti a livello comunale e di quartiere
  • 7. finanziare e potenziare le funzioni di formazione e ricerca nel SSN e delle Università
  • 8. creare un’industria pubblica del farmaco per sottrarsi ai ricatti economici di big pharma e della finanza internazionale che specula sui brevetti di nuovi farmaci, come ipotizzato perfino dal direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco per l’epatite C
  • 9. realizzare e favorire la funzione di indirizzo, valutazione e controllo democratico dei consigli comunali, con la collaborazione delle organizzazioni sindacali, delle associazioni dei pazienti e di cittadinanza attiva, sui bilanci di missione ed economici generali delle Aziende Sanitarie pubbliche e delle loro articolazioni territoriali a livello di distretto e di comune.

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