di Sergio Caserta
Una serata fresca a Bologna, in piazza Santo Stefano, sul piccolo palco sventolano le bandiere della pace di “Salviamo la Costituzione”, gloriosa associazione protagonista dell’altro referendum, quello del 2006, quando’ ancora la sinistra era unita in nome della Costituzione, contro il progetto semi presidenzialista di Berlusconi.
Ora invece le stesse ragioni di difesa della nostra legge suprema, si scontrano con il progetto renziano di trasformare la Repubblica parlamentare, in un un nuovo regime con al centro il governo, il partito unico della nazione e la figura di un premier, segretario di partito, che assomma nelle sue mani tutto il potere. Ai banchetti la fila dei sottoscrittori dei diversi referendum costituzionali, elettorali, sociali e del lavoro, è ininterrotta.
Alla fine saranno alcune migliaia coloro che avranno firmato, mentre dal palco s’alternano gli interventi di Francesco Di Matteo, Luigi Ferrajoli, Nadia Urbinati, Maurizio Landini e Carlo Smuraglia con brani di musica eseguiti dal Quartetto d’archi Mozart, dai Mulini a vento e dal cantautore Andrea Ascolese. Le magliette del comitato del NO vanno a ruba così come i libri di “Costituzione bene comune”. Potrebbe essere una serata piacevole e normale ma si comprende che questa volta è più dura, e anche un po triste, la battaglia per Costituzione.
È il segno di questa lunga e difficile transizione italiana che non trova ancora la via d’uscita.