Coalizione civica per Bologna, Paola Ziccone: "Verso un percorso politico condiviso e dal basso"

13 Febbraio 2016 /

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Paola Ziccone
Paola Ziccone

di Paola Ziccone
Mi approssimo a compiere 53 anni. Ho due figlie di 20 e 17 anni e un figlio di 9. La mia vita è costituita da un’alchimia di provenienze, in cui l’essere bolognese gioca però un ruolo di primaria importanza, perché a Bologna ho studiato, vivo, lavoro, mi sono innamorata e ho dato alla luce i miei figli. Mi piace soprattutto camminare per la città; salire fino a San Luca è per me una sorta di percorso dell’anima. Faccio il pane tutte le mattine con la mia pasta madre perché così mi assicuro di aver fatto almeno una cosa buona al giorno.
Nella mia formazione ha avuto un ruolo fondamentale lo scoutismo, nel quale ho imparato il gusto di progettare, camminare, conoscere e mettere sé stessi a disposizione degli altri, dei più deboli, in particolare. Sono una cattolica, molto meno bigotta di tanti atei devoti: declino la mia religiosità secondo le categorie della libertà, dell’uguaglianza e del rispetto dignitoso per ogni diversità. Un’ispirazione che ritrovo forte e netta nei princìpi della Costituzione repubblicana, che laicamente ho giurato di servire nel momento in cui ho iniziato a lavorare.

Sono funzionaria del Ministero di Giustizia, al quale ho dedicato la mia intera esperienza professionale, dirigendo per dieci anni il carcere minorile del Pratello, periodo durante il quale fu esercitata dai miei superiori una vera e propria azione diretta a contrastare il mio approccio, che è insieme professionale, rispettoso delle leggi ed eticamente fondato. Sono stata ingiustamente rimossa e sottoposta a pesanti sanzioni disciplinari, provvedimenti che via via i giudici hanno cancellato con sentenze di annullamento.
Proprio nel carcere, uno dei luoghi più nascosti e separati della nostra città, ho visto nelle facce dei ragazzi che lo attraversavano come Bologna si stesse trasformando.
Alle scorse elezioni ho sostenuto Amelia Frascaroli alle primarie del centrosinistra e mi sono candidata nella sua lista, ma non ho mai avuto appartenenze di partito. Continuando in questo spirito d’impegno e di libertà ho subito aderito alla esperienza di Coalizione Civica per Bologna, fin dalla sua fase nascente: me ne sento madre e figlia allo stesso tempo. L’ho fatto perché l’ho intesa come una sfida alla rassegnazione ed all’indifferenza, come impegno di una comunità responsabile che vuole prendersi cura della città, ponendo l’affermazione dei diritti di chi la abita e la vive sopra ogni altra considerazione.
Sempre in questo spirito ho accettato le numerose sollecitazioni a presentare la mia candidatura a sindaco per la Coalizione. Perché serve una persona autenticamente civica: libera dai condizionamenti dei partiti, dai giochi della lottizzazione del potere, insomma dalle logiche di un vecchio modo di fare politica. Chi mi conosce sa bene che non ho padrini né padroni.
Credo poi che occorra lo sguardo di una donna per governare la città, ribaltandone la visione del futuro, per ridare slancio e dignità ad una Bologna stanca e sfiduciata, nella quale la sofferenza si propone come cifra prevalente, la solidarietà si allenta, la progettualità sfuma in un marketing stanco, i poteri divengono presìdi di interessi forti o autoreferenziali.
La mia candidatura vuole essere sintesi e testimonianza di tutto questo, di un percorso che parte orgogliosamente dal basso e di un progetto politico che può declinarsi solamente nella prima persona plurale.

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