La petizione su Change.org: verità sull'uccisione di Giulio Regeni

10 Febbraio 2016 /

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Per Giulio Regeni
Per Giulio Regeni

di Giovanni Parmeggiani, Stefania Villanacci, Eleonora Bacchi, Esther Amoròs Berna, Shady Alshhadeh, Pilar Lopez, Claudia Morini, Patricia Belmonte Cerdàn, Lucas Ivorra, Loli Sànchez Lozano, Marco Basile, Allison Blahna, Fabio Rollo, Julie Rubino, Islam Elshaarawy, Jesse Chappelle, Shady Hamadi, Massimo Cozzolino, Karim Metref Abdallah, Pierfrancesco Majorino,Farid Adly, Davide Piccardo, Nabil Bey, Lorenzo Declich, Giuseppe Acconcia, Alessandro Di Rienzo, Elena Chiti, Rita Barbieri, Doris Zaccaria, Rosa Schiano, Rana Alnasr, Egidio Giordano, Maria Teresa Cudemo, Lorena Matteo, Alfredo Manfredini Bohm, Pietro Sabatino, Chiara Crispino, Luisa Ambrosio, Roberta Carvone, Federico Manes, Roberto Trisciani e Libera D’Amato. Qui il link per firmare la petizione su Change.org
Ora tutti conoscono Giulio: aveva 28 anni ed era un dottorando dell’Università di Cambridge.Dal Cairo, dove si trovava da settembre per condurre la sua ricerca sull’economia egiziana nell’era post Mubarak, raccontava quello che accadeva in Egitto. Il 25 gennaio 2016, giorno dell’anniversario dell’inizio delle manifestazioni che hanno portato alla deposizione del presidente Mubarak, Giulio è scomparso. Il suo corpo è stato rinvenuto giorni dopo, nei sobborghi del Cairo, con evidenti segni di tortura.
Giulio rappresenta tutti quei giovani che hanno scelto di indagare il contesto in cui viviamo, con passione, curiosità e spirito critico, per comprendere e conoscere ciò che viene proposto come lontano e diverso. Per questa ragione è nostro dovere ricordare i motivi che hanno spinto Giulio, come tanti altri, a mettere a disposizione di tutti una lettura delle dinamiche che determinano la qualità della nostra convivenza, in un ambiente che si presuppone essere sicuro – quello accademico. Si tratta degli stessi motivi che vogliono garantire la crescita e il mantenimento di una cittadinanza mediterranea e universale, pensata per contribuire alla pace, alle libertà e allo sviluppo di tutti i popoli del comune mare.

L’omicidio di Giulio vuole scoraggiare ogni possibile relazione tra donne e uomini che vivono su sponde diverse del Mediterraneo, andando così ad aumentare il divario tra confini autoimposti, con l’intento di minacciare la possibilità, per tutti, di calarsi in realtà solo apparentemente diverse e non collegate fra loro.
Con tale azione violenta si vuole mettere in discussione la libertà di parola, di pensiero e di movimento: è un deliberato atto di soppressione dello stupore e della curiosità umane, perché ritenuti dannosi. In questo contesto è necessario che i governi di appartenenza, così come le istituzioni accademiche, siano in grado di garantire l’incolumità di tutti coloro che, per il raggiungimento dei propri obiettivi umani e professionali, abbiano la necessità di recarsi in zone a rischio: Giulio ha pagato per aver messo a disposizione la sua esperienza, raccontando e traducendo da un contesto a un altro. Questo non deve succedere.
Per tale motivo, pur coscienti dei limiti dell’esercizio di retorica, chiediamo alle autorità tutte – ai governi egiziano e italiano e all’Unione Europea – di impiegare ogni possibile mezzo per far luce sulle circostanze dell’uccisione di Giulio Regeni.
Questo articolo è stato pubblicato da Inchiesta online il 9 febbraio 2016

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