In vista della presentazione del libro Gaza e l’industria israeliana della violenza di Alfredo Tradardi, Diana Carminati ed Enrico Bartolomei, riportiamo l’attenzione sulla questione Palestina con questo articolo
di Patricia Tough e Raffaele Spiga, Coordinamento Campagna BDS Bologna (Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni nei confronti dell’economia israeliana)
L’indifferenza sull’ingiustizia dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi da parte dell’Europa e del mondo è inaccettabile così come è inaccettabile il modo in cui la maggioranza della nostra stampa e i media TV presentano il conflitto israelo-palestinese.
Non è accettabile che nei nostri TG si parli di Israele per intendere anche la Palestina. Non è accettabile che nei nostri TG si definiscano terroristi i Palestinesi che usano violenza ad Israeliani mentre gli Israeliani che usano violenza ai Palestinesi non meritano questo brutto appellativo.
Non è accettabile che si parli di Palestina solo quando si tratta di avvenimenti che colpiscono Israele, non si parla mai nei maggiori quotidiani italiani delle continue violenze gratuite da parte dei soldati nei confronti di Palestinesi, ai check point imposti dappertutto, dove vengono bloccati senza motivazioni, anche se si tratta di andare in ospedale a partorire, persone anziane vengono umiliate, giovani donne e uomini vengono maltrattati-e fino a ferirli-e gravemente o peggio, eccetera.
Non è accettabile che non si parli mai delle violenze inenarrabili cui viene sottoposta la popolazione palestinese in qualunque stagione dell’anno, da parte dei coloni che vivono nei territori palestinesi illegalmente occupati: molestie e violenze ai bambini e alle bambine che vanno a scuola, impedimento violento a raggiungere i propri campi per coltivarli o raccogliere le olive, uccisione di palestinesi con i più futili pretesti con nessuna conseguenza da parte della giustizia.
Queste solo alcune delle forme di persecuzione a cui i palestinesi sono sottoposti e che caratterizzano la loro vita priva di libertà di movimento e di autodeterminazione, di cui la nostra stampa parla molto raramente. Non dimentichiamo inoltre i continui attacchi a Gaza con migliaia di morti fra cui centinaia e centinaia di bambini.
Non è accettabile che azioni ispirate da disperazione e una continua opera di violenta persecuzione nei confronti della popolazione palestinese siano messe sullo stesso piano senza mettere in evidenza la profonda asimmetria che caratterizza questo conflitto. Noi vivremmo così? e perché i palestinesi sono meno degni di vivere una “buona vita” come dice Judith Butler, rispetto agli israeliani o anche a noi?
I giornalisti italiani smettano di parlare con le parole delle agenzie di stampa israeliane. Il mestiere del giornalista non è quello di dare notizie monche e scelte da altri ma quello di fare indagine e ricerca sul campo per dare un’immagine vera di quello che succede e senza essere succubi delle manovre geopolitiche di chi domina il mondo.
Lanciata da oltre 170 organizzazioni della società civile palestinese nel 2005 e ispirata dall’esperienza contro l’Apartheid in Sudafrica, la campagna per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) è ormai un diffuso movimento internazionale e un mezzo di lotta efficace e non violento per sostenere la resistenza del popolo palestinese che rivendica il diritto di vivere in libertà sulla propria terra. In Italia esistono vari gruppi distribuiti sul territorio. A Bologna sono queste le associazioni che aderiscono al Coordinamento Campagna BDS Bologna: Donne in Nero, Comitato Palestina Bologna, Pax Christi, Mashi–Orme in Palestina, Ya Basta! Bologna, USB, Associazione Campi Aperti, Associazione Orlando, VAG61, XM24, Berretti Bianchi Onlus, Ex Aequo.