Bologna e le ruspe del Partito democratico

1 Giugno 2015 /

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Pd - Foto di Orsonisindacodi Lorenzo Alberghini, Associazione Primavera Urbana
Le recenti notizie di cronaca ci raccontano che, nella ricca città metropolitana di Bologna, la soluzione al problema della povertà sono le ruspe. Questa è la soluzione attuata dal sindaco Pd di Castenaso e lodata dall’ex leghista Bernardini. Le strade della città sono piene di gente senza lavoro, senza casa e senza neppure la possibilità di immaginarsi un futuro “normale”. Queste persone si nascondono tra folla oppure si annidano in angoli abbandonati all’incuria e trovano protezione in quella rete di solidarietà organizzata da associazioni, centri sociali e sindacati di base.
Di fianco a esempi virtuosi di impegno civile appare chiara una cosa: l’inadeguatezza della politica. Se esistono luoghi abbandonati al degrado, la colpa è da ricercare nei responsabili di quell’abbandono, non nelle persone che in quei luoghi trovano un riparo. Se le amministrazioni pubbliche – Bologna in testa – non sono in grado di utilizzare o addirittura di conoscere tutto il patrimonio immobiliare che possiedono, non è colpa degli emarginati.
Ad avvalorare questa tesi vi racconto un ‘simpatico’ aneddoto. L’Associazione Primavera Urbana ha promosso il progetto “Fabbrica Bologna” che creerà, nella terra dei motori, la ‘Ferrari’ dei risciò, un modello di bicicletta a pedalata assistita che solcherà le strade di tutto il mondo creando occupazione in particolare per soggetti svantaggiati.

Il Comune di Bologna si era impegnato a trovare una sede adatta. Per questo fu individuato uno spazio sotto il ponte di via Bentivogli. Durante il sopralluogo il responsabile del settore patrimonio ruppe il lucchetto per entrare. Lo spazio era fatiscente abbandonato da anni, ma si decise ugualmente di dargli nuova vita. Peccato che il Comune di Bologna successivamente si accorse che quell’immobile era di un privato.
Mio malgrado sono stato testimone, insieme alla presidente di quartiere Milena Naldi, dello slucchettamento e della violazione di una proprietà privata da parte di un funzionario pagato per conoscere e gestire le proprietà pubbliche della nostra città. Un episodio che potremmo definire ridicolo se non fosse lo specchio di un problema più grande e drammatico. Come può un Comune risolvere il problema abitativo se non conosce esattamente le proprietà che possiede?
Avendo quindi chiaro il contesto, credo sia più facile giudicare le soluzioni proposte da Sermenghi e Bernardini, l’esule leghista approdato alla corte di Renzi. Il sindaco di Castenaso ha imposto al proprietario di un casolare abbandonato di demolirlo, non di ristrutturarlo, per evitare che alcuni poveri – perché di questi si sta parlando – continuassero a trovarvi all’interno rifugio.
Chi passeggerà nella campagna vedrà un cumulo di mattoni al posto di immaginare la storia di quel luogo incisa nella forma di quei muri. È sorprendente leggere che altri esponenti cattolici del PD, come Giuseppe Paruolo, si ergano a paladini della legalità, ad esempio contro le occupazioni, anche quando queste si sono rivelate essere una soluzione efficace e di emergenza contro gli effetti della disuguaglianza e dell’ingiustizia sociale. Nemmeno i moniti del Papa sono serviti a chiarire la confusione di questi “fedeli” dell’ingiusto liberismo.
Come possiamo definire i politici che combattono i poveri e non la povertà? Come possiamo giudicare questi politici che fomentano una guerra tra poveri – vedi l’assegnazione delle case popolari – e non si oppongono al sistema che crea emarginazione? Per fortuna Bologna è ancora una città viva in grado di elaborare in ogni settore strategico una risposta costruttiva, pratica e di senso. Il futuro dovrà essere messo in queste mani sudate dall’impegno civile.

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