Il partigiano Enrico Angelini, 90 anni, torna per cancellare la svastica

5 Marzo 2015 /

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di Foligno Oggi
Alla notizia che la cascina di Radicosa, uno dei luoghi simbolo della resistenza folignate, era stata oltraggiata da mani ignote con il disegno di una svastica, il partigiano della Brigata Garibaldi, Enrico Angelini, classe 1925, ha voluto reagire operativamente allo scempio perpetrato su quel muro.
E così, incurante dei suoi 90 anni, si è recato questa mattina a Radicosa, sperduta località montana al confine tra il Comune di Foligno con quello di Trevi, armato di sverniciatori, spazzola a ferro e detergenti. Una volta giunto a Radicosa, Angelini non ha potuto trattenere la sua commozione ed ha pianto, perché in quel luogo lui c’era stato tra la fine del 1943 e i primi mesi del 1944, in particolare in quella tragica notte tra il 2 e il 3 febbraio del ’44, quando scampò miracolosamente al rastrellamento nazista, che vide la cattura su quelle montagne di 24 giovani partigiani, molti dei quali trovarono la morte nel campo di concentramento di Mauthausen.

Subito dopo, Angelini ha provveduto a sverniciare la svastica disegnata da ignoti sul muro della cascina, raschiando con le sue mani l’offensivo simbolo del nazismo.


“Vorrei sperare che ad oltraggiare questo luogo – ha commentato a bassa voce l’anziano partigiano – sia stato qualche giovane esaltato che magari ignora la nostra storia, e che faccia in tempo a ravvedersi.” “Chiunque sia stato – ha aggiunto Angelini – ha tentato di cancellare la storia recente della nostra città; io, invece, ho voluto semplicemente cancellare un’offesa insensata, per riaffermare il valore della memoria storica, nella speranza che la targa commemorativa sia presto ricollocata al suo posto.”
Ma l’energico partigiano folignate ha anche portato con sé una rosa rossa, che ha incastonato nel telaio di legno dove era stata asportata la targa posta in ricordo di Radicosa, per riaffermare con un semplice gesto l’affetto che lo lega a quel luogo e a quanti vi hanno trovato la morte 72 anni fa.
Questo articolo è stato pubblicato su Foligno Oggi il 4 marrzo 2015

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