di Martino Pillitteri
Ama profondamente la moglie e i suoi figli ed ha sofferto per non essere stato presente al matrimonio di suo fratello che non vede da un anno e mezzo. Lui è Tawfik Hamed, un membro di Hamas in Cisgiordania, responsabile della morte di 47 israeliani, catturato, dopo 8 anni di ricerca a causa della sua principale debolezza: l’amore per la moglie con la quale aveva intrapreso un sostanzioso scambio di lettere.
A dargli la caccia una squadra di ‘mistaravim’, una secret elite unit undercover dell’esercito israeliano composta da uomini e donne, perfettamente bilingui, che agiscono e interagiscono come se fossero degli arabi. Sono i protagonisti di Fouda, una nuova serie televisiva israeliana. Una fiction che porta in video un approccio inconsueto del conflitto israeliano-palestinese: il lato intimo, familiare e umano dei militanti di Hamas.
«Vedo l’immagine del conflitto tra Hamas e Israele a 360 gradi» ha detto Avi Issacharoff, lo sceneggiatore della serie. «I terroristi sono creature complesse. C’è una montagna, una barriera che impedisce al pubblico israeliano di conoscerli a fondo. Fouda cerca di far vedere come i militanti di Hamas interagiscono, parlano con le loro mogli, quali sono le loro leggerezze come la golosità per il cioccolato».
Questo articolo è stato pubblicato su Vita.it il 26 febbraio 2015