di Dimitri Deliolanes
Nulla a che vedere con il Patto del Nazareno. L’alleanza di governo tra Syriza e Greci Indipendenti (Anel) è il contrario. Un accordo di programma, squisitamente politico: liberare la Grecia dalle catene della troika e dell’austerità. Sicuramente l’alleanza è stata accelerata dal fatto che al partito di Tsipras mancano due seggi per raggiungere la maggioranza assoluta in Parlamento. Ma non è da escludere che anche in caso la sinistra avesse ottenuto i famosi 151 seggi su 300 si procedesse lo stesso alla collaborazione con il piccolo partito di Panos Kammenos.
Tsipras lo aveva dichiarato più volte: non sarebbe stato comunque un monocolore Syriza, ci voleva la collaborazione anche di altre forze anti-austerità. Personalità della società civile, forze indipendenti senza partito, ma anche qualcuna tra le forze minori in Parlamento. Il leader dei Greci Indipendenti si era dichiarato disponibile e Tsipras non aveva respinto l’offerta.
Quello dei Greci Indipendenti è un partito di centrodestra ma è anche una forza decisamente e coerentemente anti– austerità. Il partito è nato agli inizi del 2012, da una scissione di Nuova Democrazia, non appena Antonis Samaras ha imposto al suo partito una vistosa svolta in favore della Merkel. Kammenos ha votato contro le misure imposte dalla troika, è stato espulso e con altri deputati dissidenti ha formato la nuova forza politica.
Durante il precedente governo i Greci Indipendenti hanno subito attacchi furibondi da parte di Nuova Democrazia: un nutrito gruppo di deputati si è distaccato e chi è rimasto ha denunciato forti pressioni e offerte milionarie per tornare all’ovile, in particolare durante le critiche presidenziali di dicembre. Questa tempesta aveva creato un clima di incertezza, tanto che i sondaggisti erano certi fino all’ultimo che il partito di Kammenos avrebbe avuto grandi difficoltà a superare la soglia del 3% per entrare in Parlamento. Invece, il partito non solo è riuscito a superare brillantemente la soglia, ma ha anche scavalcato di poco i socialisti del Pasok (4,7% contro 4,6%). Una soddisfazione non da poco.
Sul piano economico le proposte degli Anel sono del tutto coincidenti con quelle di Syriza e su questo non si attendono frizioni rilevanti. Questa convergenza è importante per Tsipras: evita così di dover ricercare consensi tra i partiti minori che invece hanno un atteggiamento ambiguo verso le ricette della troika. Il riferimento è a To Potami (ll Fiume) del presentatore Tv Stavros Theodorakis, ampiamente sponsorizzato dai media ellenici ed europei. L’eventuale alleanza con To Potami avrebbe mandato all’elettorato un segnale di accomodamento sia con i falchi di Bruxelles quanto con l’oligarchia greca che controlla le emittenti private.
Un rischio grosso per il nuovo governo. Molto meglio gli Anel. Quest’alleanza offre a Tsipras anche altri vantaggi. La possibilità di arginare la scomposta campagna da guerra civile intrapresa da Samaras, innanzittutto. Poi, anche sul piano europeo, gli offre l’occasione di dimostrare che lui non è un marxista statalista guidato da assiomi ideologici ma il leader di un esecutivo espressione di tutta la vasta area di rifiuto dell’austerità, estesa ben oltre la sinistra.
Infine, Kammenos ha un’altra importante funzione nel progetto governativo di Tsipras. Si chiama sicurezza nazionale ed è un argomento estremamente delicato. Da tanti decenni la Grecia subisce le minacce della vicina Turchia, che occupa circa un terzo dell’isola di Cipro e rivendica una specie di condominio nel mare Egeo. Con l’ascesa dei neo-ottomani Erdogan e Davudoglu le cose sono addirittura peggiorate.
Come premier Tsipras deve gestire i difficili rapporti con Ankara difendendo i diritti del suo paese, ma nel fare questo rischia di suscitare le sensibilità di una parte del suo partito, che ha sempre considerato con indifferenza i conflitti regionali non compresi nello schema “antimperialista”. Con Kammenos al governo sarà più semplice tacitare i malumori “internazionalisti”.
In questo schema rientra anche la gestione del problema dell’immigrazione. Tsipras ha da tempo abbandonato le vecchie posizioni di Syriza incentrate principalmente sul rispetto dei diritti degli immigrati, all’epoca per lo più lavoratori albanesi. Ora la situazione è cambiata, al posto degli immigrati ci sono disperati che scappano dalle guerre.
Il leader di Syriza ha adattato la sua politica alla nuova situazione: nessun intervento straniero nelle aree della crisi e condivisione tra tutti i paesi europei dell’accoglienza dei profughi. Anche in questo caso, Kammenos è un ottimo schermo contro i settori (minoritari) di Syriza che sostengono una politica di “porte aperte”.
Bisogna aggiungere che gli Anel in Grecia sono famosi principalmente per certe posizioni bizzarre. Kammenos ha sostenuto pubblicamente l’esistenza delle scie chimiche e altre tesi complottiste. Stranezze che fanno sorridere, ma certo non in grado di creare problemi al nuovo governo.
Questo articolo è stato pubblicato sul Manifesto il 26 gennaio 2015