Chiedete scusa a Vanessa e Greta: basta con gli insulti e le illazioni

19 Gennaio 2015 /

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Vignetta di Mauro Biani - Il Manifesto
Vignetta di Mauro Biani - Il Manifesto
di Laglasnost
Dal ritorno di Vanessa e Greta, queste due ragazze, non hanno letto (io spero di no) altro che insulti, illazioni, infamie di ogni genere. Ne avevo scritto sperando che la storia finisse lì. In fondo a tutto c’è un limite. Dopo che hai detto di queste ragazze le cose peggiori che mai si possono dire di una donna che altro vuoi dire? Invece no. Solo a commento del mio post qualcuno a scritto che Vanessa e Greta si sarebbero divertite a spese degli italiani, che in realtà sarebbe stato tutto un trucco per fare arrivare soldi ai fondamentalisti che poi li spenderebbero in armi, ché loro due sarebbero partite per aiutare gli integralisti e se vuoi fare “vero” volontariato dovresti partire con la bandiera italiana tatuata sulla pelle e con la croce rossa.
A loro hanno scritto che sarebbero ladre, troie, zoccole, eccetera eccetera eccetera. Avevo avanzato una sintesi: gli insulti sessisti, per lo meno, perfino con i compagni Baldoni e Vik, che giammai possono essere considerati uomini veri perché un uomo vero non diserta la causa dell’occidente imperialista, li avevano evitati. Ma quei patriottici che hanno sfilato affranti con la scritta Je suis Charlie sul petto di colpo hanno scordato la solidarietà e sanno solo esprimere odio contro chi porta pace, senza nascondersi dietro “guerre umanitarie”, e contro chi porta aiuto alle popolazioni che provano disagio. Ci si è messo perfino il presidente dell’ordine dei giornalisti a commentare malamente l’uso di una spesa per un riscatto che non è stato confermato da nessun rappresentante istituzionale.
Angela Azzaro ricorda, su Il Garantista, come l’accusa più infamante è quella che dice “siete andate lì per farvi scopare”. Una bugia ignobile. Una accusa sessista, misogina, piena d’odio. Questa bugia, non si sa come e non si sa perché è diventata un’illazione bella e buona. A un politico è sembrato opportuno cercare chiarimenti e dedicare a questo il tweet che potete leggere in basso. Gasparri dice che è una “domanda”, l’aveva letto su un sito, poi ha cancellato il tweet e risponde in una intervista su Repubblica che: “Capisco che c’è un clima di censura. Non ho detto nulla, ho solo chiesto. E non c’è nulla di male. Se quel sito diceva falsità, qualcuno dovrà pagare. E stia attenta a non scriverle anche lei delle falsità”.


Ecco: dunque le ragazze potranno denunciare per diffamazione chi ha scritto, senza un punto interrogativo, quella falsità e Gasparri potrà querelare chi scrive cattiverie su di lui. Io non scrivo alcuna cattiveria ma una cosa in forma di domanda, perché è lecito chiedere, no?, voglio porgerla al politico: un rappresentante istituzionale, non dovrebbe, prima di twittare cazzate, verificare presso le sedi opportune la notizia? Davvero twitter gli sembra il luogo migliore per verificare quella ignobile volgarità? L’altra domanda che vorrei porgere è: Gasparri, ma lei ha figlie?
Con un augurio grande a Vanessa e Greta e dato che non mi pare che nessuno titoli: Chiediamo scusa a Vanessa e Greta, comincio io. Scusate care. Scusate perché non siamo state in grado di difendervi come si dovrebbe e perché non siamo riuscite a impedire il vostro linciaggio mediatico, le illazioni, gli insulti sessisti, le volgarità. Scusa Vanessa. Scusa Greta. E un abbraccio a entrambe.
Questo articolo è stato pubblicato sul sito Abbatto i muri il 18 gennaio 2015

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