Chi ha paura dell'Altra Emilia Romagna?

29 Settembre 2014 /

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di Sergio Caserta
Da oltre due mesi, dopo le dimissioni di Vasco Errani, i comitati della lista Tsipras che hanno partecipato alle elezioni europee, concluse con un positivo risultato, non certo eclatante, ma tale da eleggere tre parlamentari a Bruxelles, hanno discusso approfonditamente e appassionatamente, per tutta l’estate, dell’opportunità o meno di partecipare anche alle elezioni regionali, consapevoli dei limiti della breve esperienza, delle maggiori difficoltà di una campagna elettorale su temi importanti in cui si misura la capacità di proposta e di alternativa di governo, del consolidato sistema di potere che ruota intorno al partito democratico e ai suoi satelliti.
In questa discussione alla quale hanno partecipato non alcune decine bensì centinaia di persone provenienti da molteplici esperienze di movimenti, associazioni, partiti, delle professioni, della cultura dell’arte ecc. si è sviluppata una straordinaria partecipazione che ben poche volte si vede nelle assemblee dei maggiori partiti, diciamo non più, se escludiamo le serate canoniche con i leader mediatici.
Alla fine di questo percorso, non privo di difficoltà e di posizioni dialettiche, si è raggiunta una larghissima condivisione dell’obiettivo di partecipare alle elezioni, componendo un programma dettagliato su tutti i principali temi del territorio, un documento certamente critico verso il governo regionale uscente ma soprattutto ricco di proposte alternative su temi fondamentali, quali la democrazia, il lavoro, l’ambiente, il welfare, l’istruzione, il territorio, i trasporti eccetera.

Si è soprattutto delineata la fisionomia di una forza politica di sinistra, aperta, unitaria, democratica che intende svolgere un ruolo primario nella battaglia politica sui temi fondanti. Alla fine le assemblee di tutti i comitati hanno prescelto come candidata alla presidenza della lista Cristina Quintavalla di Parma, docente di filosofia e attivista per i diritti sociali e civili e del rinnovamento politico, di grande esperienza in tutte le battaglie più importanti della sua città e del Paese.
Questa lista vede la partecipazione e il sostegno di altre importanti personalità come Ivano Marescotti e il professor Pier Giovanni Alleva uno dei più importanti giuslavoristi italiani, impegnato in prima persona con il sindacato nella difesa dei lavoratori e delle lavoratrici dall’assalto ai loro diritti portato avanti da Marchionne prima e dal governo Renzi ora che vuole abbattere le ultime difese alla dignità del lavoro, rendendo possibili i licenziamenti senza giusta causa, un colpo mortale allo Statuto dei lavoratori.
Oltre Alleva ci sono numerose candidature di altre personalità della vita regionale, ambientalisti, giovani impegnati nei movimenti per l’acqua pubblica come Marco Trotta o come Cecilia Alessandrini conosciuta e apprezzata rappresentante del mondo della scuola impegnata nelle battaglie civili.
Liste costruite dal basso, dove non sono presenti persone che hanno già ricoperto ripetuti incarichi istituzionali per dar corso a un autentico rinnovamento, liste aperte alla società civile alle forze delle competenze e della cultura.
Bene di questa proposta i giornali, le televisioni e di media locali (tranne alcune piccole eccezioni) finora non hanno mai parlato, ignorandola come se non esistesse. Giornali che fanno paginate su ogni starnuto di Bonaccini, giornali che sono organi di disinformazione al servizio sempre e comunque del più forte. Adesso che le primarie del PD hanno fatto flop, cosa s’inventeranno per incoraggiare l’elettorato straziato del centrosinistra? Questa volta hanno fatto male i loro conti perché la  piccola e ricca esperienza dell’Altra Emilia Romagna, si farà sentire con le sue iniziative e con le sue proposte, quindi tremate o genti.

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