di Samir Amin, presidente del Forum Mondiale delle alternative. Traduzione di Lorenzo Battisti per Marx21.it
La retorica del clero mediatico occidentale che si riempe la bocca di promesse di democrazia è falsa. Le potenze della triade (Usa, Europa e Giappone ndt) non hanno mai promosso la democrazia. Al contrario, hanno sempre sostenuto gli avversari più accaniti della democrazia, inclusi fascisti ribattezzati “nazionalisti”. Nella Ex-Jugoslavia, gli europei hanno sostenuto i nostalgici del fascismo croato, rispediti dal loro esilio canadese; in Kosovo hanno dato il potere alle mafie della droga e della prostituzione; nei paesi arabi, continuano a sostenere l’islam politico più reazionario, esso stesso finanziato dalle nuove “repubbliche democratiche”, come sembrano essere diventate l’Arabia Saudita e il Qatar se si ascoltano gli imbonitori dei media occidentali. L’intervento militare in Iraq e in Libia ha distrutto questi paesi, senza promuovere alcuna delle promesse di democrazia. In Siria, il sostegno militare delle potenze della triade agli “islamisti” non promette niente di buono.
In Ucraina, la giunta, avendo ricevuto il sostegno dei filonazisti, ha difficoltà a instaurare il proprio potere dispotico. Putin probabilmente non è un eroe delle cause democratiche, ma non sta facendo altro che sostenere tutti quelli che, in Ucraina, rifiutano la colonizzazione euro-tedesca che Bruxelles intende imporre, come ha fatto in Europa orientale, in Grecia e a Cipro. Non sono solo i “russofoni” ucraini che rifiutano il progetto euro-tedesco. La Russia è alla ricerca di un posto nel sistema mondiale di oggi e di domani. Da questo punto di vista, Putin sembra aver fatto proprio il progetto di costruzione di una vasta alleanza di popoli dell’Ex-Urss, ormai conosciuta sotto il nome d’alleanza dei popoli “Euro-Asiatici”. Non si tratta di un’invenzione artificiale recente.
Nell’articolo “La Russia nel sistema mondiale: geografia o storia?”, facevo osservare nel 1998 che questa idea risponde da secoli alla ricerca della Russia della definizione di un suo posto nel mondo. La lotta lanciata contro l’ordine imperialista non sarà vittoriosa se non sarà sostenuta con fermezza dai popoli coinvolti. Questo sostegno ci sarà solo se la Russia si libererà dalla morsa neoliberale, all’origine del disastro sociale. Putin si affida a un esercizio pericoloso come una grande spaccata, associando da una parte la continuazione della sua politica interna neoliberale, e dall’altra la difesa dei legittimi interessi di una Russia indipendente.
È ormai necessario e possibile abbandonare il neoliberismo e uscire dalla mondializzazione finanziaria. Dei segmenti della classe politica che governa Mosca sono disponibili ad aderire ad un capitalismo di stato, suscettibile a sua volta ad aprire la via a una eventuale avanzata in direzione della socializzazione democratica della sua gestione. Ma se la frazione compradora delle classi dirigenti russe – beneficiaria del neoliberismo – riuscisse a vincere, allora le “sanzioni” con cui l’Europa minaccia la Russia potrebbero portare i loro frutti. La Russia non potrà a quel punto rifiutare la sua colonizzazione da parte della triade imperialista.
Questo articolo è stato pubblicato su Marx21.it l’11 luglio 2014