Legge elettorale e costituzionalità: lettera aperta al presidente Napolitano

9 Maggio 2014 /

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Questa è una lettera redatta dai promotori della causa che ha portato alla sentenza della Corte di Cassazione che stabilisce in via definitiva l’illegittimità del parlamento eletto con legge dichiarata dalla Consulta incostituzionale, nonché l’illegittimità degli atti compiuti dopo tale pronuncia. La lettera è stata inviata al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ai presidenti delle due Camere, Laura Boldrini e Piero Grasso, e al presidente del consiglio dei ministri, Matteo Renzi.
di Aldo Bozzi, Claudio Tani e Giuseppe Bozzi
Signor Presidente, facciamo seguito alla precorsa corrispondenza, concernente il giudizio indicato in oggetto, per attirare la Sua attenzione sulla importantissima recente sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione, n. 8878/14 del 4 aprile 2014, nella quale, con l’efficacia del “giudicato erga omnes ” è stato accertato e dichiarato che “…i cittadini elettori non hanno potuto esercitare il diritto di voto personale, eguale, libero e diretto secondo il paradigma costituzionale, per la oggettiva e grave alterazione della rappresentanza democratica, a causa del meccanismo di traduzione dei voti in seggi, intrinsecamente alterato dal premio di maggioranza disegnato dal legislatore del 2005, e a causa della impossibilità per i cittadini elettori di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento…”.

È ben vero che la Corte Costituzionale ha affermato che la dichiarazione di incostituzionalità delle leggi elettorali non travolge, in applicazione del “principio di continuità dello Stato”, le passate elezioni e gli atti adottati dalle Camere. Tuttavia sulla corretta applicazione di questo principio si è espressa la Corte di Cassazione affermando che la salvezza degli effetti già prodottisi “non attenua la incostituzionalità che è stata accertata e dichiarata dalla Corte senza altre limitazioni (del resto non risultanti dal dispositivo della sentenza)”.
Il principio di continuità dello Stato non può legittimare fino alla fine della legislatura le Camere elette in violazione della libertà di voto e che sono il frutto della grave ferita inferta “alla logica della rappresentanza consegnata dalla Costituzione”. Ciò comporterebbe una grave violazione del giudicato costituzionale e di quello della Corte di Cassazione, nonché una persistente inammissibile violazione della Costituzione. Si tratta di pronuncia che è destinata a spiegare i propri effetti proprio per il futuro e che, quindi, non può essere ignorata, poiché ha accertato con forza di giudicato l’avvenuta violazione del diritto di voto di tutti gli elettori italiani, non soltanto dei ricorrenti.
Ne consegue che l’attuale Parlamento, stante “la oggettiva e grave alterazione della rappresentanza democratica”, non ha alcuna legittimazione democratica per apportare modifiche alla vigente Costituzione, né per modificare la legge elettorale risultante dalla sentenza n. 1/2014 della Corte Costituzionale.
Auspichiamo, pertanto, che Lei, preso atto dell’ineludibile giudicato e dell’obbligo giuridico di darvi pronta attuazione, promuova gli atti necessari affinché il Popolo Italiano sia finalmente messo in grado di “esercitare il diritto di voto personale, eguale, libero e diretto secondo il paradigma costituzionale”.

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