Pd di Castenaso, i travagli della provincia bolognese diventano specchio di lotte di partito

9 Dicembre 2013 /

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Matteo Renzi a Castenaso
Matteo Renzi a Castenaso
di Sandro Nanetti
I recenti accadimenti nel Pd a Castenaso, paese di neppure 15.000 anime alle porte di Bologna, potrebbero sembrare notizie scarsamente rilevanti. Eppure sono uno spaccato delle dinamiche e dei rapporti interni che agitano gli eredi di quello che fu il più grande partito comunista dell’Europa occidentale, oggi dilaniato da correnti e consorterie interne. Si comincia dalla notizia che le primarie per la scelta del prossimo candidato del partito alla carica di sindaco si faranno e ancora non si sa se a votare saranno tutti i cittadini o solo gli iscritti. La singolarità è che stavolta una parte degli iscritti vorrebbe contrastare la rielezione del renziano Stefano Sermenghi, classe ’72, attuale sindaco Pd al termine del primo mandato, con alle spalle anni di esperienza come consigliere comunale e assessore.
Gli si contrapporrà Ruben Viti, di dieci anni più giovane, consigliere comunale ed ex segretario della locale sezione del partito. Al termine di questa legislatura, l’attuale primo cittadino ha presentato i risultati dell’operato suo e della sua giunta che, a detta anche di qualche esponente dell’opposizione, possono essere considerati complessivamente soddisfacenti, con particolare riguardo (e non è poco di questi tempi) alle migliorate condizioni finanziarie anche grazie all’apporto della professionale figura che ricopre l’incarico di assessore al bilancio.

Lo sfidante sostiene che qualcosa di buono è stato fatto, ma che si poteva fare di più. In attesa che la campagna elettorale dei due si scateni sono cominciati a volare gli stracci, con Consigli Comunali dove gli allibiti spettatori assistono a una sequela di fraintendimenti, contrasti, reciproche accuse tra i componenti della Giunta comunale e buona parte dei consiglieri di quel partito, il Pd, di cui la Giunta sarebbe in teoria espressione.
L’episodio più recente riguarda la Coop Fiesso e i 27 soci che da più di un decennio attendono l’autorizzazione a costruirsi le proprie case in un lotto di terreno nell’omonima frazione già identificato e per l’acquisto del quale hanno già versato una quota importante. Sia Sermenghi, a inizio della sua legislatura, sia la Sindachessa precedente avevano promesso formalmente che si sarebbe proceduto alle modifiche della pianificazione territoriale necessarie a consentire questa realizzazione da parte di una Cooperativa che, a differenza di altre (Castenaso è teatro del fallimento Copalc) non ha intenti commerciali ma si propone solo di provvedere a un’abitazione per i propri soci.
Ebbene, tutti e due gli amministratori hanno trascinato la vicenda fino alla vigilia del termine del proprio mandato. I soci della Coop Fiesso erano però convinti che, sia pure in extremis, qualcosa si stesse muovendo nella giusta direzione: la loro questione era stata inserita nell’ordine del giorno della Commissione edilizia, propedeutica all’atteso via libera ai lavori da parte del consiglio comunale. Inaspettatamente e senza spiegazioni il programma della discussione in commissione è stato improvvisamente mutilato del punto che li riguardava e così la tensione è salita alle stelle. Tanto che a un successivo consiglio comunale i soci si sono presentati muniti di cartelli che esprimevano tutta la loro indignazione. E gli è toccato pure assistere a una scena surreale: il presidente della commissione, il presidente del consiglio comunale e il sindaco (tutti Pd)si sono accusati l’un l’altro di essere il responsabile dell’omissione.
Per rimediare alla figuraccia il candidato sindaco Ruben Viti ha poi partecipato a un incontro con i soci della Cooperativa e, oltre alle sentite scuse, ha offerto la sua versione dei fatti: nel partito nessuno sapeva nulla della questione; la giunta comunale non colloquia mai con il Pd che, compreso di cosa si tratta, aprirà un dibattito al suo interno e presumibilmente appoggerà l’attesa realizzazione. L’incomunicabilità, a quanto pare, sarà il leitmotiv della campagna elettorale di Ruben Viti. Pochi giorni or sono, dopo quattro anni e mezzo di permanenza in giunta, si era dimesso dall’incarico con la stessa motivazione l’assessore ai lavori pubblici Gabriele Zerbini, appartenente alla medesima cordata di Viti.
Per altro lo stesso Zerbini, nel passato, aveva partecipato a incontri con i soci della Cooperativa e aveva affermato senza mezzi termini di essere assolutamente contrario a che le loro case venissero costruite. La Coop Fiesso non aderisce alla lega delle Cooperative, il presidente è un esponente del centrodestra e, soprattutto, le case avranno un costo a metro quadro inferiore a quello praticato dai colossi che a Castenaso hanno fatto per anni il bello e il cattivo tempo: il confronto sarebbe impietoso.
Peccato che tra i soci ci siano anche tesserati o simpatizzanti del Pd adirati nei confronti del partito non meno degli altri aspiranti proprietari. Ad aumentare la ruggine tra i due candidati è poi intervenuto un documento, firmato dal sindaco Sermenghi e dal suo collega di Argelato, che si esprime in maniera drastica sul Passante Nord: “finiamola qui con questa opera inutile” affermano i due amministratori eretici “e aderiamo alle proposte di possibili alternative più efficaci e meno costose presentate dai comitati di cittadini”. Segue un’articolata critica alle politiche urbanistiche del Pd emiliano che si è distinto nello spreco del territorio agricolo anche con varianti discutibili come quella riguardante il Centro Tecnico del Bologna a Granarolo.
Anche in questo caso la discontinuità di Sermenghi con chi l’ha preceduto è grande: La Sindachessa Baruffaldi , con cui il cuperliano Ruben Viti si pone in continuità, auspicava pubblicamente che il Passante prevedesse l’apertura di un casello autostradale alle porte di Castenaso quale assicurazione delle “magnifiche sorti e progressive” per il paese. Siccome le disgrazie non arrivano mai sole da pochi giorni c’è una nuova tegola: una brutta storia, pubblicata da un giornale on line e poi ripresa da diversi organi di stampa, che riguarda una sala del Pd affittata in nero a terzi per le loro festicciole. In alcune di queste occasioni si sarebbe esagerato con l’alcool e, a settembre 2013, un minorenne sarebbe finito all’ospedale in gravi condizioni.
Il nuovo segretario del Pd non ha smentito la notizia in sé ma ha precisato che gli affitti della sala sono regolari e che la responsabilità dell’introduzione di bevande alcooliche in feste di minorenni sarebbe tutta dei genitori. All’increscioso episodio sono stati accostati comunque i nomi del candidato Viti, all’epoca dei fatti segretario del Pd di Castenaso, e quello del precitato assessore dimissionario Zerbini che alla gestione della sala era preposto.
Il tutto sarebbe rimasto sotto silenzio se, come afferma il quotidiano che l’ha pubblicata, la notizia non fosse stata fornita da “fonti accreditate interne”. Invece adesso sulla questione è stato presentato un esposto in Procura. Dopo che anche qui, nelle primarie, Cuperlo è stato sonoramente sconfitto da Renzi, la sfida tra Sermenghi e Viti, comunque andrà a finire, non prepara un futuro sereno per il Pd di Castenaso.

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